Il dottor Gachet di Vincent van Gogh

Il ritratto del dottor Gachet è un’opera che rivela il profondo legame di amicizia presente tra Vincent van Gogh e il medico che lo seguì nell’ultimo anno di vita.

Vincent van Gogh, Il dottor Gachet, giugno 1890, olio su tela, 68,2 x 57 cm. Parigi, Musée d’Orsay

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Indice

Descrizione de Il dottor Gachet di Vincent van Gogh

Il dottor Gachet è seduto ad un tavolo. Il suo busto è rivolto a sinistra mentre il volto è orientato nella direzione opposta. La guancia destra poggia sul pugno chiuso della mano. Infatti, manifestando molta stanchezza, il dottore si abbandona sul braccio destro osservando con un’espressione assente oltre il bordo del dipinto. Indossa, poi, una giacca scura dalla quale traspare una camicia bianca. Inoltre, sul capo ha un berretto chiaro che si confonde con i suoi capelli biondi. Anche la mano sinistra è poggiata sul piano rosso del tavolo. Infine, con il pollice e l’indice trattiene un rametto fiorito di digitale. Il fondo è poco distinguibile e colorato con una superficie omogenea. Sembra raffigurare un paesaggio collinare.

Interpretazioni e simbologia de Il dottor Gachet di Vincent van Gogh

Il Ritratto del dottor Gachet esprime una grande stanchezza di vivere. Sul suo volto compare un’espressione malinconica che, secondo van Gogh, rappresenta la disillusione nei valori della sua epoca. Inoltre, il dottore, aveva da poco perso la figlia. L’unica speranza è rappresentata dal fiore di digitale che stringe fra le dita. L’erba medicinale, infatti, rappresenta uno strumento di conforto e serenità, nel dolore. Il dottore fu molto vicino a van Gogh che visse da lui, ad Auvers, gli ultimi due mesi della sua vita. L’artista, infatti, manifestò, nelle sue lettere, la forte simpatia verso Gachet. Il dottore aveva una personalità molto brillante ed era un medico originale. Si interessava, infatti, di omeopatia e chiromanzia. Inoltre, era molto appassionato di arte e lui stesso incisore. Il dottor Gachet intrattenne rapporti anche con altri artisti quali Manet, Monet, Renoir e Cézanne.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Il dottor Gachet fu proprietario del suo ritratto. I suoi figli, Paul et Marguerite Gachet ereditarono poi l’opera alla sua morte. Nel 1949 gli eredi donarono il dipinto allo Stato francese. Il ritratto del dottor Gachet fu, così, assegnato al Louvre ed esposto, dal 1949 al 1986, presso le galerie du Jeu de Paume. Quindi, fu assegnato al musée d’Orsay appena costituito.

L’artista e la società. La storia dell’opera Il dottor Gachet di Vincent van Gogh

Vincent Van Gogh fu dimesso dall’ospedale psichiatrico di Saint-Rémy-de-Provence. Su consiglio del fratello Theo si recò, così, dal dottor Gachet ad Auvers. Van Gogh ritrasse due volte il dottore a Auvers-sur-Oise nel giugno 1890, l’anno della sua morte. Il dottore fu un grande amico dell’artista ma questo legame non riuscì a lenire l’ansia esistenziale che lo portò al suicidio.

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Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile del ritratto del dottor Gachet di Vincent van Gogh

La figura del dottor Gachet è circondata da una linea di contorno molto spessa sulla giacca, mentre sul volto e sul cappello la linea è più sottile e colorata di chiaro. Le campiture sono riempite con colori omogenei come si nota nel fondo e sul piano del tavolo. Sulla giacca e sul volto del dottore le pennellate materiche e dense di colore seguono il volume e modellano le forme.

Il colore e l’illuminazione de Il dottor Gachet di Vincent van Gogh

Il dottor Gachet di Vincent van Gogh è un dipinto ad intonazione fredda. Le zone più calde sono rappresentate dalle mani, dal volto del dottore e dal tavolino, colorato di un rosso intenso. La giacca del dottore è risolta con pennellate di blu scuro e di nero. Il fondo, invece, è di un forte color cobalto. Si forma, così, un deciso contrasto di complementarietà tra il verde delle foglie e il rosso del tavolino. Più debole è, invece, il contrasto tra il volto e i capelli, leggermente virati verso l’arancione, e il fondo blu intenso.

Lo spazio

La linea obliqua del bordo del tavolo crea una dimensione spaziale sulla quale si articola la figura del dottor Gachet. La spazialità, comunque, si limita al primo piano poiché il fondo indistinto non permette di individuare la profondità della scena.

La composizione e l’inquadratura

Il Ritratto del dottor Gachet è un’opera verticale. La sua figura occupa quasi interamente la superficie dipinta, infatti la sua mano è poggiata in prossimità dell’angolo in basso a destra mentre, il cappello arriva fin quasi al bordo superiore. La scena è limitata al primo piano nel quale compare l’immagine. Il piano del tavolo crea una campitura triangolare a sinistra. La figura del dottor Gachet è costruita sulla diagonale del rettangolo che sale dal basso a destra verso l’angolo in alto a sinistra. Questo orientamento determina una maggiore tensione compositiva. Inoltre, la postura del dottore e la sua espressione, unite all’orientamento obliquo, determinano un senso di insicurezza e di precarietà, compensate, solamente, dal braccio verticale che sostiene il volto del dottore.

Il dottor Gachet di Vincent van Gogh della collezione privata
Il dottor Gachet di Vincent van Gogh della collezione privata

Il secondo ritratto del dottor Gachet di Vincent van Gogh

Esiste una seconda versione del dipinto che ritrae il dottor Gachet, e da tempo si sa che è custodita in una collezione privata. Infatti, Van Gogh, nel suo ultimo anno di vita, ritrasse per ben due volte il dottor Paul-Ferdinand Gachet. suo amico. Entrambe le opere risalgono al giugno del 1890. L’opera in questione comparve per l’ultima volta in pubblico nel 1990. Il New York Times, nel 2024, ha compiuto un’indagine approfondita e, secondo gli autori, l’opera si trova nella collezione di una famiglia italiana.

Diversamente dalla versione custodita presso il museo d’Orsay di Parigi, questa, ha avuto una vicenda molto travagliata. Il fratello Theo, dopo la morte di Vincent, ereditò l’opera che passò poi alla moglie Johanna Gezina van Gogh-Bonger. La donna, dopo averlo esposto in varie mostre, lo cedette. Il collezionista e mercante Ambroise Vollard lo vendette alla collezionista danese Alice Ruben. La donna lo cedette, dopo poco, all’amico pittore Mogens Ballin. Quindi, al gallerista berlinese Paul Cassirer, che lo vendette a sua volta al conte tedesco Harry Kessler di Weimar. Giunse poi nelle mani del gallerista parigino Druet e infine, dal 1911, al museo Städel di Francoforte.

Dal museo di Francoforte alle collezioni private

Il direttore Georg Swarzenski, ammirato dall’opera, lo espose in evidenza, facendolo diventare una delle principali attrazioni. Le autorità naziste, negli anni Trenta del Novecento, confiscarono però il dipinto, considerandolo parte degenerata. Lo vendettero segretamente al mercante d’arte Sepp Angerer al quindi al banchiere olandese Franz Koenigs. Questi lo cedette al suo amico e collega ebreo Siegfried Kramarsky, che lo portò a New York. Kramarsky, negli anni Quaranta del Novecento, lo espose nel suo appartamento e lo prestò a vari musei per mostre temporanee. Nel 1984 il proprietario lo destinò in prestito permanente al Metropolitan Museum of Art, attraverso il Kramarsky Found di New York.

Nel 1990 la casa d’aste Christie’s lo vendette per 82,5 milioni di dollari al ricco imprenditore giapponese Ryoei Saito. L’imprenditore manifestò l’intenzione, una volta morto di farsi cremare insieme all’opera, ma fortunatamente non fu così. Ryoei Saito morì nel 1996 e Il ritratto passò, quindi, al finanziere austriaco Wolfgang Flöttl che lo cedette a sua volta per difficoltà economiche. Infine, nel 1998 la casa d’aste Sotheby’s lo rivendette ad un collezionista rimasto sconosciuto, se non a pochi. Alexander Eiling, dirigente del museo di Francoforte, e altre personalità del mondo dell’arte sostengono invece che dipinto si trovi in Svizzera, o almeno presso la collezione di un italiano che vive in quella nazione.

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Bibliografia

  • Ronald de Leeuw, Van Gogh, in Art dossier, nº 22, Giunti, 1998, ISBN 88-09-76052-2.
  • Enrica Crispino, Van Gogh, Giunti, 2010, ISBN 978-88-09-05063-1
  • Giordano Bruno Guerri, Follia? Vita di Vincent van Gogh, 23 marzo 2011, 2023, Bompiani, Collana: I grandi tascabili, EAN: 9788845266928
  • Vincent Van Gogh, Lettere a Theo, Traduttore: M. Donvito B. Casavecchia, Curatore: M. Cescon, 25 agosto 2016, VII edizione, Guanda, Collana: Tascabili Guanda. Narrativa, EAN: 9788823516908
  • I miei quadri raccontati da me di Vincent Van Gogh, a cura di Piergiorgio Dragone, 20 settembre 2017, Donzelli, Collana: Mele, EAN: 9788868436728
  • Rainer Metzger, Ingo F. Walther, Van Gogh. Tutti i dipinti, 5 luglio 2018, Taschen, Collana: Bibliotheca Universalis, EAN: 9783836559591

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 18 gennaio 2024.

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