Édouard Manet fu un artista francese attivo nella seconda metà dell’Ottocento e protagonista di una pittura realista ma vicina all’Impressionismo.
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Biografia di Édouard Manet
Nascita di Édouard Manet
1832. Édouard Manet nacque a Parigi il 23 gennaio 1832.
Il contesto familiare di Édouard Manet
La famiglia di Édouard Manet faceva parte dell’alta borghesia francese ed era molto vicina a politici di spicco. Édouard nacque infatti in un lussuoso appartamento dell’hôtel particulier al n. 5 di rue des Petits Augustins che oggi è nota come rue Bonaparte, a Parigi.
Auguste Manet (1797-1862), era impiegato presso il ministero della Giustizia francese come alto funzionario. La madre, invece, Eugénie-Desirée Fournier, era la figlia di un diplomatico destinato all’ambasciata francese a Stoccolma. In seguito al loro matrimonio, avvenuto il 18 gennaio 1831, nel 1832 nacque il primogenito Édouard. Seguirono poi altri due figli, Eugène nel 1833 e Gustave nel 1835.
L’adolescenza
Édouard però si ribellò presto al destino professionale programmato dal padre e si rivolse invece al mondo dell’arte che il padre detestava. Quindi, per cercare di allontanare Édouard dalla passione artistica, il padre, dopo qualche anno di frequenza presso l’Institut Poiloup di Vaugirard, nel 1844 lo iscrisse il figlio al collegio Rollin. Qui conobbe Antonin Proust con il quale condivise la passione per l’arte spinto anche da suo zio materno Édouard Fournier.
La formazione di Édouard Manet
Lo zio materno Édouard Fournier si accorse della passione del nipote adolescente verso l’arte. Così già durante la frequenza del giovane Édouard presso il collegio Rollin. Intorno all’età di 12 anni, lo avvicinò al Museo del Louvre di Parigi. Il ragazzo iniziò quindi a disegnare copiando dal vero le opere di grandi artisti tra i quali Goya, El Greco e Velázquez.
Il padre di Édouard perseverò nella sua convinzione che il figlio doveva stare lontano dal mondo artistico. Inoltre il ragazzo ottenne scarsi risultati negli studi presso il collegio Rollin. Il suo unico interesse era quello di disegnare. Così Édouard fu spinto a iscriversi presso la facoltà di giurisprudenza per diventare, un giorno, magistrato. Il giovane si rifiutò e nel 1848 tentò l’iscrizione all’Accademia navale. Il test non fu però favorevole.
L’arruolamento nella marina mercantile
Dicembre 1848. Il padre nel dicembre del 1848, accompagnò Édouard, di 17 anni, a Le Havre, sede del grande porto a nord, sulla Manica. Il giovane artista di imbarcò così come mozzo su una nave mercantile, la Havre et Guadeloupe, che salpava per Rio de Janeiro, in Brasile. Le intenzioni di papa Manet erano quelle di avviare Édouard verso la carriera di comandante.
4 febbraio 1849. Édouard sbarco così il 4 febbraio 1849 a Rio de Janeiro. Il viaggio per l’aspirante artista si rivelò una buona occasione per esercitarsi nel disegno. Infatti riempì diversi taccuini con ritratti di compagni e paesaggi. Al suo ritorno in Francia tentò una seconda volta il test per l’ammissione all’Accademia navale ma fallì nuovamente.
L’apprendistato accademico presso Thomas Couture
1850 – 1856. Messo di fronte all’ennesimo fallimento del figlio, nel tentativo di intraprendere una carriera istituzionale, papà Manet cedette ai desideri di Édouard. Il giovane iniziò così a frequentare, nel 1850, all’età di 18 anni, l’atelier di Thomas Couture, un artista accademico. Già al tempo, Èdouard Manet era profondamente avverso nei confronti della pittura accademica che considerava antiquata e stucchevole. Nonostante questo iniziò con Couture il percorso formativo frequentando lo studio di uno degli artisti celebrati dai Salon.
Presto Manet si trovò a disagio nel seguire la disciplina accademica imposta da Couture. Giunse così a condannare apertamente lo stile impersonale e retorico delle opere storico-mitologiche così amate dal pubblico dei Salon. Nonostante le critiche, Manet rimase sei anni presso Couture. Durante il suo lungo apprendistato, Manet compì diversi viaggi di studio per ampliare le proprie vedute. Nel 1852 fu ad Amsterdam. Nel 1853 si recò con il fratello Éugene in Italia, in Germania e in Austria.
1856. Manet nel 1856 abbandonò l’atelier di Thomas Couture.
L’adesione al Realismo di Courbet
L’ambiente ufficiale dell’arte accademica, negli anni Cinquanta dell’Ottocento, stava portando avanti la battaglia di contrasto verso i principi del Realismo di Courbet. Manet provò un grande interesse verso la pittura realista che offriva la possibilità di dipingere la realtà senza filtri stilistici accademici. Diversamente dai realisti però, Manet non accolse gli ideali politici che accompagnavano le idee di Courbet.
1857. Nel 1857, Édouard Manet si recò a Firenze, accompagnato dallo scultore Eugène Brunet. In questi anni strinse amicizia con Henri Fantin-Latour.
Le opere scandalose di Édouad Manet
1859. Nel 1859, Manet dipinse Il bevitore di assenzio, all’età di 27 anni, opera che segna l’inizio della sua carriera artistica. I giudici del Salon però non accettarono l’opera nonostante il parere favorevole di Eugéne Delacroix, il pittore romantico ormai anziano.
Luglio 1859. Manet nel luglio del 1859 fece conoscenza con un futuro importante esponente dell’Impressionismo, Edgar Degas. I due artisi si incontrarono al Louvre dove Degas si era recato per copiare un dipinto del pittore spagnolo Velázquez.
Attraverso la relazione con il gruppo dei pittori realisti, Manet conobbe il poeta simbolista e critico Charles Baudelaire. Nel 1863, l’intellettuale delineò la figura dell’artista-dandy nel suo saggio intitolato Il pittore della vita moderna, pubblicato sul giornale francese Le Figaro. In questo se scritto, Baudelaire indicò come compito dell’artista moderno quello di rappresentare la fugacità del presente. Manet si trovò, in accordo con le idee di Baudelaire e dipinse Musica alle Tuileries, un’opera che metteva in pratica la teoria del poeta.
La mostra alla Galerie Martinet e il rifiuto del Salon
Nel 1863, Manet partecipò ad una esposizione organizzata dalla Société Nationale des Beaux-Arts presso la Galerie Martinet. Il pittore, intatti, faceva parte della Société insieme a Gautier, Fantin-Latour e Alphonse Legros. La mostra suscitò lo dell’ambiente accademico per via del taglio realista delle scene. In seguito a questo fallimento, anche la giuria del Salon respinse la candidatura di Manet ad esporre, nonostante l’onoreficenza ottenuta due anni prima. L’ostracismo accademico raggiunse anche altri artisti quali Doré e Courbet.
Il dipinto, come altre opere di pittori realisti, suscitò lo scandalo dell’ambiente artistico accademico, che si riconosceva nei Salon. Per porre rimedio a queste polemiche, Napoleone III favorì l’istituzione del Salon des refusés, dove esporre le opere rifiutate dalla giuria del Salon. Proprio in una mostra di questa manifestazione, Manet espose la celebre Colazione sull’erba che fu aspramente criticata dalla borghesia accademica. L’artista colse la possibilità di esibire la propria concezione estetica e ideale. Espose così tre acqueforti e tre quadri
28 ottobre 1863. Manet sposò Suzanne Leenhoff il 28 ottobre 1863.
1864. L’artista espose al Salon, Cristo morto e due angeli che sollevò nuovamente accese proteste.
1865. Manet espose il dipinto che suscitò un nuovo grande scandalo, Olympia. L’artista, con l’esposizione di questa immagine, provocò consapevolmente la sensibilità del pubblico più tradizionalista per imporre la propria presenza.
La partenza per la Spagna
Agosto del 1865. Le opere realiste di Manet proposte ai Salon suscitarono molte critiche e l’artista scoraggiato decise di partire per la Spagna. Dopo aver distrutto diverse opere, l’artista partì per Burgos, Valladolid e Madrid. Al Prado di Madrid, ammirò le opere di Velázquez e i dipinti di antichi maestri italiani e nordici.
La sua esperienza fu deludente perché Manet si accorse di aver idealizzato la cultura spagnola. Infatti i suoi dipinti del periodo rappresentano soprattutto scene folcloristiche.
Ritorno a Parigi
1866. Tornato così a Parigi, Manet si dedicò esclusivamente alla rappresentazione della modernità metropolitana. I dipinti che il pittore realizzò al ritorno dalla Spagna non furono particolarmente provocatori. Tra questi vi sono Le Fifre (Il piffero) e L’attore tragico. La presentazione di queste opere al Salon fu però ostacolata dalla fama artista amorale e offensivo del buon gusto borghese. In sostegno del suo lavoro si spesero alcuni intellettuali tra i quali Baudelaire e lo scrittore suo amico Émile Zola. Lo scrittore era un appassionato d’arte e difese il pittore con un suo articolo, intitolato Manet al Salon, pubblicato sul giornale L’événement, in occasione del Salon del 1866.
Il Louvre personale di Manet
1867. Nel tentativo di promuovere la propria pittura, Manet non presento la propria candidatura al Salon del 1867. Sull’esempio del Padiglione del Realismo di Courbet del 1855, organizzò invece una mostra antologica intitolata Louvre personale. Nella retrospettiva Manet espose cinquanta dipinti, tre copie e tre incisioni e pubblicò un testo per spiegare il motivo di questa scelta. Inoltre l’artista dichiarò di essere stato frainteso poiché la sua intenzione non era mai stata quella di protestare contro la tradizione. Il pubblico borghese, guidato dalla critica più reazionaria, si recò a visitare la mostra proprio per deridere le opere di Manet. Il gruppo di Batignolles, i futuri impressionisti, apprezzarono però con entusiasmo i dipinti di Manet. Da questo momento il pittore iniziò a frequentare insieme ai giovani artisti il Café Guerbois, un locale parigino al n. 11 di rue des Batignolles. Alle riunioni partecipò anche la giovane pittrice Berthe Morisot che sposerà poi il fratello di Manet.
1868. Con la partecipazione alla giuria del Salon del pittore di Barbizon, Daubigny, Manet tentò nuovamente di accedere alla manifestazione.
La vita privata e affettiva
Negli anni Cinquanta dell’Ottocento, Èdouard Manet conobbe Suzanne Leenhoff (1830-1906), una giovane insegnante di pianoforte. Dalla relazione nacque, forse, il 29 gennaio 1852 Léon-Édouard Koëlla (1852-1927). Non esistono però prove certe sulla paternità di Manet del bambino che prese il cognome dalla madre, Leenhoff.
Sul finire degli anni Cinquanta dell’Ottocento il padre di Manet subì un tracollo fianziario. Inoltre minato dalla sifilide terziaria sprofondò in uno stato afasico senza cura.
La politica attiva
Édouard Manet pur condividendo gli ideali Realisti non si schierò a favore dei sostenitori delle lotte sociali a favore del proletariato urbano.
I viaggi
Éugene Manet, durante il periodo formativo presso Couture, compì diversi viaggi. Il 19 luglio 1852 si recò ad Amsterdam, per visitare il Rijksmuseum, dove eseguì diverse copie di opere del pittore fiammingo Rembrandt.
1853. Nel settembre del 1853 insieme al fratello Eugène si recò in Italia. I due fratelli visitarono Venezia, Firenze dove ammirò e riprodusse la Venere di Urbino di Tiziano e una testa di giovane di Filippo Lippi. Probabilmente arrivarono fino a Roma. Tornando in Francia Visitarono poi la Germania e l’Austria soggiornando nelle città di Cassel, Dresda, Monaco, Praga e Vienna.
1857. Manet si recò a Firenze insieme allo scultore Eugéne Brunet.
La carriera artistica
I maestri
1850. Il primo maestro di Édouard Manet, nel 1850, per sei anni, fu il pittore accademico Thomas Couture, importante pittore del Secondo Impero, apprezzato anche da Napoleone III. Couture fu noto per le grandi tele di soggerri storici e aveva avuto gran successo al Salon del 1847 con l’opera intitolata I romani della decadenza.
Amicizie d’artista e compagni di studi
1844. Presso il prestigioso collegio Rollin, frequentato dal 1844, dall’età di 12 anni, Édouard conobbe Antonin Proust col quale divenne molto amico. Insieme, i due compagni coltivarono la passione artistica visitando spesso il Museo del Louvre di Parigi. Fu lo zio materno di Édouard, Édouard Fournier, ad avvicinare il nipote all’arte.
1857. Con lo scultore Eugéne Brunet. Mnet si recò Firenze. Intorno a questa data inoltre strinse amicizia con il pittore Henri Fantin-Latour.
Luglio 1859. L’artista durante una visita al Museo del Louvre di Parigi, conobbe Edgar Degas.
La fortuna professionale e le commissioni
1861. Nel 1861, all’età di 29 anni, Manet dipinse un omaggio alla pittura di Velázquez intitolato Il chitarrista spagnolo. L’opera fu molto apprezzata e ottenne un riconoscimento ufficiale e la menzione d’onore. Un gruppo di artisti e intellettuali inoltre apprezzò pubblicamente il lavoro di Manet. Tra questi vi erano gli artisti Courbet, Fantin-Latour e Carolus-Duran. Con loro vi erano letterati quali Castagnary, Astruc, Desnoyers, Champfleury e Duranty.
Lo stile di Édouard Manet
Gli storici dell’arte considerano Édouard Manet l’artista che tra i primi rappresentò la vita quotidiana dei suoi contemporanei. Inoltre fu il più importante rappresentante della pittura pre-impressionista. L’opera di Manet è quindi considerata fondamentale per il passaggio dal Romanticismo al Realismo.
I soggetti
I soggetti che Manet decise di portare sulla tela suscitarono immediatamente grandi polemiche perché si allontanavano dai modelli accademici. Infatti al tempo i contenuti delle opere d’arte erano fortemente codificati e la figura umana doveva seguire precise regole rappresentative.
Soprattutto nella rappresentazione della figura femminile, i riferimenti al mondo classico erano obbligatori. Ad esempio un nudo di donna era ammesso purché in forma classica, somigliante alle statue greche o romane. Per questo con i dipinti del 1863 intitolati Le déjeuner sur l’herbe e l’Olympia Manet creò immagini scandalose di corpi femminili. Le protagoniste non sono giovani classiche in posa ma sembrano popolane o borghesi colte in momenti di quotidianità sconveniente. Inoltre la giovane de l’Olympia potrebbe essere interpretabile come una prostituta, colta nel suo ambiente di lavoro.
Influenze stilistiche da altri artisti
La pittura di Manet fu probabilmente favorita dalla nascita della fotografia che offriva una documentazione istantanea e spontanea del reale.
Eredità artistica
Édouard Manet fu un grande protagonista del Realismo francese. La pittura di Édouard Manet è considerata un punto di rottura con la tradizione accademica del Neoclassicismo e del Romanticismo. Le sue opere rappresentano quindi la nascita dell’arte moderna.
Allievi e seguaci
Le opere di rottura realizzate da Manet offrirono argomenti di ispirazione per altri artisti che diedero il via all’Impressionismo sul finire dell’Ottocento.
Le opere di Édouard Manet
La colazione sull’erba di Édouard Manet
1862-1863. Colazione sull’erba, 1862-1863, olio su tela, 208 x 264,5 cm. Parigi, Musée d’Orsay
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Olympia
1863. Olympia, 1863, olio su tela, 130,5 x 190 cm. Parigi, musée d’Orsay
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Il Piffero di Edouard Manet
1866. Il Piffero, 1866, olio su tela, 160 x 97 cm. Parigi, museé d’Orsay
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Ritratto di Émile Zola di Édouard Manet
1868. Ritratto di Émile Zola, 1868, olio su tela, 146 x 114 cm. Parigi, Musée d’Orsay
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Esecuzione dell’imperatore Massimiliano del Messico
1868. L’esecuzione dell’imperatore Massimiliano del Messico, 1868, olio su tela, 252 x 305 cm. Mannheim, Kunsthalle
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Il balcone di Edouard Manet
1868-1869. Il balcone, 1868-1869, olio su tela, 170 x 124,5 cm. Parigi, museé d’Orsay
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Berthe Morisot con un mazzo di violette di Edouard Manet
1872. Berthe Morisot con un mazzo di violette, 1872, olio su tela, 55 x 40 cm. Parigi, museé d’Orsay
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Sulla spiaggia di Édouard Manet
1873. Sulla spiaggia (Sur la plage), estate 1873, olio su tela, 60 x 73,5 cm. Parigi, Musée d’Orsay
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Il signor Arnaud a cavallo
1875. Il signor Arnaud a cavallo, 1875, olio su tela, 221 x 153 cm. Milano, Galleria d’Arte Moderna
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Stéphane Mallarmé di Edouard Manet
1876. Stéphane Mallarmé, 1876, olio su tela, 27,5 x 36 cm. Parigi, museé d’Orsay
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Ritratto di Clemenceau di Edouard Manet
1879-1880. Ritratto di Clemenceau, 1879-1880, olio su tela, 94,5 x 74 cm. Parigi, museé d’Orsay
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L’asparago di Edouard Manet
1880. L’asparago, 1880, olio su tela, 16,5 x 21,5 cm. Parigi, museé d’Orsay
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Fuga di Rochefort di Edouard Manet
1881. Fuga di Rochefort, 1881 circa, olio su tela, 80 x 73 cm. Parigi, museé d’Orsay
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Il bar delle Folies-Bergère

1882. Il bar delle Folies-Bergère, 1882, olio su tela, 96 x 130 cm. Londra, The Courtauld Gallery
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Link esterni
Consulta la pagina dedicata al dipinto di Edouard Manet, Il bar delle Folies-Bergère, sul sito di The Courtauld Gallery di Londra.
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