La Gazza di Claude Monet

La Gazza di Claude Monet è un dipinto giovanile del pittore francese che anticipa la rappresentazione impressionista del paesaggio.

Claude Monet, La Gazza, Etretat, 1868-1869, olio su tela, 89 x 130 cm. Parigi, museé d’Orsay

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Indice

Descrizione de La Gazza di Claude Monet

Il dipinto intitolato La Gazza di Claude Monet ritrae un paesaggio di campagna coperto dalla neve. Sull’ampia distesa bianca, in primo piano, si proiettano le ombre lunghe e pallide della steccionata oltre la quale, a destra, si intravedono due case coloniche con il tetto completamente innevato. Gli alberi spogli sono ricoperti di neve illuminata dai deboli raggi argentei del sole, filtrati dalla cortina di nuvole che vela il cielo invernale.

Interpretazioni e simbologia de La Gazza di Claude Monet

La Pie è il titolo originale in francese del dipinti di Claude Monet che in italiano è tradotto come La Gazza. Il pittore, con questo dipinto riprese il tema del paesaggio innevato che già altri pittori avevano trattato con grande interesse. I curatori del Musée d’Orsay di Parigi ricordano che Gustave Courbet aveva da poco trattato ul tema della neve con ottica realista nei suoi quadri che ritraggono scene di caccia e l’ambuente della foresta. Anche i realisti della scuola di Fontainebleau rappresentarono paesaggi innevati come La Neve di Jean-François Daubigny. Invece, Monet, preferì una immagine fugace e più ordinaria ritraendo una piccola gazza appollaiata sulle aste di una steccionata. Sempre secondo i curatori del Musée d’Orsay, lo steccato sul quale si trova la gazza ricorda un pentagramma musicale.

In Italia molti artisti di fine Ottocento si dedicarono alla rappresentazione della neve. Molto importanti sono i dipinti divisionisti e simbolisti di Giovanni Segantini come Il ritorno dal bosco, nel quale la neve è connotata al tema della morte. Il pittore italiano Cesare Maggi (1881-1961), allievo di Vittorio Corcos, è considerato uno tra i più apprezzati pittori di nevi. Il giovane Maggi fu colpito proprio dalla mostra postuma di Giovanni Segantini, che visitò presso la Società di Belle Arti di Milano nel 1899, in seguito alla prematura e tragica morte del maestro divisionista.

Monet dipinse questo paesaggio innevato a Étretat, un comune della Normandia che si affaccia sul Canale della Manica. Étretat è oggi una delle più note località turistica della Costa d’Alabastro per via dei suoi curiose falesie di calcare che creano interessanti strutture rocciose sul mare. Sul finire dell’Ottocento, Étretat era un piccolo centro di pescatori ma attirò l’attenzione di alcuni artisti tra i quali Eugène Boudin, Gustave Courbet e Claude Monet che ritrasse più volte il famoso arco naturale.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

La Gazza di Claude Monet è custodito al Musée d’Orsay di Parigi con numero d’inventario RF 1984 164. La giuria del Salon del 1869 rifiutò l’opera a causa della mancanza di descrizione e della gamma cromatica ristretta. La Gazza di Claude Monet fu in origine proprietà della Collection Thor Carlander di Paris. Passò poi alla Collection Durand-Ruel sempre di Paris e, intorno al 1957, nella Collection Guerlain di Paris. Nel 1984 Les musées nationaux della Francia acquistarono il dipinto attraverso il musée d’Orsay (comité du 08/11/1984, conseil du 14/11/1984, arrêté du 14/12/1984). Nello stesso anno fu quindi assegnato al musée du Louvre di Parigi e quindi al musée d’Orsay, nel 1986.

L’artista e la società. La storia dell’opera La Gazza di Claude Monet

La Gazza di Claude Monet risale all’inverno 1868-1869 quando il pittore aveva circa 28 o 28 anni e si trovava a Etretat. Monet Claude nacque a Parigi, in Francia, nel 1840 e morì a Giverny, nell’Eure nel 1926. Monet firmò il dipinto in basso a destra con la scritta: claude Monet.

Verso la fine degli anni Sessanta dell’Ottocento, Claude Monet iniziò la sperimentazione impressionista coinvolgendo anche i giovani colleghi Pissarro, Renoir e Sisley.

L’opinione della critica

Si può comprendere il rifiuto della giuria del Salon del 1869 e delle critiche mosse dal pubblico artistico, leggendo il commento del critico Félix Fénéon: “Il pubblico che aveva fatto la bocca ai pastelli dai colori bituminosi preparati dai capocuochi delle scuole e delle accademie, era disgustato da questo tipo di pittura chiara“.

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Lo stile de La Gazza di Claude Monet

Negli anni Sessanta dell’Ottocento, il giovane Monet iniziò a dipingere paesaggi e marine sotto la guida del pittore Eugène Boudin. Il realismo di queste opere iniziò lentamente a trasformarsi in impressione visiva, verso la fine del decennio, in opere come La Gazza dipinta nell’inverno 1868-1869. L’interesse di Monet si concentrò così nella rappresentazione di aspetti transitori della realtà, osservati soprattutto in natura per cogliere l’effetto del momento e trasmettere la sensazione visiva sulla tela.

La tecnica de La Gazza di Claude Monet

La Gazza di Claude Monet è un dipinto realizzato con impasto di colori ad olio applicati tela. L’opera misura 89 centimetri di altezza e 130 cm di larghezza

Il colore e l’illuminazione

Monet utilizzò una gamma cromatica molto limitata nel dipingere La Gazza. Infatti la natura quiescente e le strutture in legno sono rese con tonalità di ocra e di bruno. La gazza è l’unico punto di colore scuro, molto evidente grazie al forte contrasto di luminosità creato con il manto nevoso. Il tono chiaro e azzurrino della neve è diffuso su tutto il dipinto e mette in evidenza gli elementi del paesaggio. L’illuminazione fredda è debole e diffusa a causa del cielo velato. In primo piano si colgono però lunghe e deboli ombre, di colore azzurro, che lo steccato e gli arbusti proiettano sulla neve. Le parti illuminate dal sole invernale brillano di un colore argenteo prodotto da pennellate accostate di ocra chiaro e grigio-azzurro. Monet ha saputo rendere la consistenza della neve giocando con tenui toni di colore freddo e di colore caldo che restituiscono l’impressione di luci e ombre illuminate e riflesse dalla superficie candida.

Lo spazio

Il dipinto di Claude Monet intitolato La Gazza raffigura un paesaggio di campagna coperto dalla neve. Il primo piano è rappresentato da un ampio tratto di terreno inclinato. Le ombre lunghe e chiare che si proiettano in avanti sono dipinte in modo tale da suggerire il declivio del terreno e, quindi, la distanza che si pone tra l’osservatore e la steccionata sulla quale si trova la gazza. Il recinto che chiude l’intera larghezza della scena crea poi una quinta oltre la quale si trova il piano degli alberi e quindi quello della casa colonica. Lo spazio, in profondità è così organizzato in piani frontali e paralleli che si succedono verso l’orizzonte, che si intravede a sinistra, coperto da lontane file di alberi evanescenti.

La composizione e l’inquadratura

La Gazza di Claude Monet è un dipinto di forma rettangolare e inquadratura orizzontale che racchiude la campagna innevata e gli edifici colonici. La struttura compositiva dell’opera è caratterizzata dalla netta separazione tra il terreno innevato, che occupa la metà inferiore del piano dipinto, e il cielo, contro il quale si ritagliano gli alberi e le abitazioni, nella metà superiore. Prevalgono le linee orizzontali del paesaggio equilibrate da quelle oblique degli alberi e della steccionata.

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Bibliografia

  • Claudio Pescio, Claude Monet. La poesia della luce, Giunti, 1999, ISBN 8809013255
  • Maria Teresa Benedetti, Monet: i luoghi, n. 151, Giunti, 2001, ISBN 880902057X
  • Vanessa Gavioli, Monet, in I Classici dell’Arte, vol. 4, Rizzoli, 2003
  • Marco Goldin, Monet, la Senna, le ninfee. Il grande fiume e il nuovo secolo, Linea d’Ombra Libri, 2004, Collana: Grandi mostre, ISBN-10: 8887582831 ISBN-13: 978-8887582833
  • Gérard-Georges Lemaire, Monet, Giunti Editore, Collana: Dossier d’art, ISBN-10: 8809994167, ISBN-13: 978-8809994164

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 8 giugno 2023.

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