L’Autoritratto con stampa giapponese di Vincent van Gogh documenta la passione che Van Gogh nutriva verso la cultura e l’arte giapponese.
Vincent van Gogh, Autoritratto con stampa giapponese, dicembre 1887, olio su tela, 43,2 x 33,9 cm. Basilea, Kunstmuseum (prestito della Fondazione Emily Dreyfus)
Indice
Descrizione dell’Autoritratto con stampa giapponese di Vincent van Gogh
Vincent si raffigura in posizione di tre quarti, rivolto a destra e con uno sguardo fisso di fronte a sé. Sullo sfondo, è poi visibile una stampa giapponese fissata sulla parete. Infine, il pittore ha evidenziato la folta barba rossa che incornicia il suo viso, i grandi occhi azzurri e l’ampia fronte.
Interpretazioni e simbologia dell’Autoritratto con stampa giapponese di Vincent van Gogh
Il dipinto di Vincent Van Gogh Autoritratto con stampa giapponese è anche conosciuto con il titolo di Autoritratto con incisione giapponese. Questo autoritratto infatti, fa parte di una serie di dipinti, con lo stesso soggetto, che Van Gogh realizzò nel corso del suo soggiorno a Parigi dal 1886 al 1888. In questi anni il pittore si interessò con passione all’arte giaponese e ne fù profondamente influenzato. Così gli storici dell’arte che hanno studiato la sua produzione di questi anni, hanno ritrovato nelle opere dell’artista elementi stilistici e soggetti presenti nelle stampe ukiyo-e. Proprio nell’autoritratto, come in altre sue opere, si può vedere sullo sfondo proprio una stampa giapponese.
La stampa che si trova sulla parete, alle spalle di Van Gogh è, probabilmente, una riproduzione di un’opera di Hiroshige o di un altro maestro dell’ukiyo-e. L’interesse di Van Gogh per il giapponismo, si riflette nella scelta di riprodurre una porzione di immagine dietro di lui e nell’uso di linee nitide e colori piatti, che ricordano proprio le stampe giapponesi. Inoltre, gli storici dell’arte hanno contato circa sessanta opere fra dipinti e disegni di Van Gogh, che documentano la sua passione verso l’arte giapponese del tempo.
Il giapponismo e Van Gogh
A differenza del successo che questa cultura suscitava nei pittori del resto d’Europa, nei Paesi Bassi erano pochi gli artisti che si erano interessati alle opere giapponesi. A Parigi Vincent poteva anche ammirare le opere di altri importanti maestri giapponesi quali Hiroshige, Eisen e Hokusai. Le loro illustrazioni si potevano vedere sulle riviste del tempo. Vincent presto iniziò ad applicare alcune caratteristiche di queste opere nella sua pittura e nel 1887 realizzò tre dipinti che testimoniano questo innamoramento: Frutteto in fiore, Cortigiana e Ponte sotto la pioggia.
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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione
L’Autoritratto con stampa giapponese di Vincent van Gogh si trova a Basilea, custodito al Kunstmuseum in prestito permanente dalla Dr. h.c. Emile Dreyfus Foundation, dal 1970.
L’artista e la società. La storia dell’Autoritratto con stampa giapponese di Vincent van Gogh
Vincent van Gogh dipinse l’Autoritratto con stampa giapponese nel periodo in cui visse a Parigi, precisamente nel dicembre 1887. Vincent van Gogh in una lettera al fratello Theo del settembre del 1888 esprimeva la sua passione verso le stampe giapponesi. Inoltre, gli storici sottolineano che già dal febbraio 1888 stabilitosi ad Arles, considerava il Sud della Francia “l’equivalente del Giappone”.
Amsterdam. “Non si può studiare l’arte giapponese, mi sembra, senza diventare molto più felice e più allegro, e ci fa ritornare alla natura, nonostante la nostra educazione e il nostro lavoro in un mondo di convenzioni”.
Van Gogh era entrato in contatto con l’arte e la cultura giapponesi soltanto attraverso le stampe che aveva potuto acquistare ad Anversa intorno al 1885. Qui, Vincent aveva acquistato il suo primo album di xilografie giapponesi. Il pittore le aveva poi fissate su una parete della sua stanza per poterle ammirare e scoprire i loro segreti.
Van Gogh scrisse al fratello Theo, “Il mio studio è abbastanza tollerabile, soprattutto perché ho attaccato una serie di stampe giapponesi sui muri che trovo molto divertenti. Sai, quelle piccole figure femminili nei giardini o sulla spiaggia, cavalieri, fiori, rami spinosi e nodosi”.
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Lo stile dell’Autoritratto con stampa giapponese di Vincent van Gogh
In questo autoritratto di Vang Gogh sono evidenti le influenze dell’arte giapponese, che il pittore ha potuto assimilare, attraverso le stampe presenti in Europa all’epoca. Sono anche presenti le pennellate vigorose e gestuali, che creano una matrice materica sopra la sua figura. Infine si può notare come l’artista abbia utilizzato tratti più piccoli e brevi per il viso e linee più marcate e lunghe per l’abito e la parete di fondo.
La tecnica
Autoritratto con stampa giapponese di Vincent van Gogh è un dipinto realizzato con impasto di colori ad olio, applicati su una tela di 44 centimetri di altezza e 35 cm di larghezza.
Il colore e l’illuminazione
L’Autoritratto di Van Gogh realizzato nel suo periodo parigino presenta colori meno intensi, rispetto alle opere successive, dipinte nel sud della Francia.
Lo spazio
Vincent in questo autoritratto si rappresenta di tre quarti, in primo piano, contro una parete di sfondo sulla quale è fissata la stampa giapponese. Una delle caratteristiche della figurazione giapponese che colpì Van Gogh fu la mancanza di prospettiva. Per questo i giapponesi erano considerati dalla critica del tempo “primitivi” ma per il pittore olandese si trattava di un’occasione di maggiore spontaneità espressiva. Nell’Autoritratto con stampa giapponese non si coglie pienamente questo aspetto se non nel limitato chiaroscuro del volto.
La composizione e l’inquadratura
L’Autoritratto con stampa giapponese di Vincent van Gogh è un dipinto di forma rettangolare, e come tipico nei ritratti, a sviluppo verticale. La figura del pittore è collocata al centro e l’incrocio delle diagonali del piano dipinto si colloca sullo zigomo destro di Van Gogh. La parete alle sue spalle crea un ritmo modulare generato dai quadrati realizzati con linee alternate, orizzontali e verticali.
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Bibliografia
- Ronald de Leeuw, Van Gogh, in Art dossier, nº 22, Giunti, 1998, ISBN 88-09-76052-2.
- Enrica Crispino, Van Gogh, Giunti, 2010, ISBN 978-88-09-05063-1
- Giordano Bruno Guerri, Follia? Vita di Vincent van Gogh, 23 marzo 2011, 2023, Bompiani, Collana: I grandi tascabili, EAN: 9788845266928
- Vincent Van Gogh, Lettere a Theo, Traduttore: M. Donvito B. Casavecchia, Curatore: M. Cescon, 25 agosto 2016, VII edizione, Guanda, Collana: Tascabili Guanda. Narrativa, EAN: 9788823516908
- I miei quadri raccontati da me di Vincent Van Gogh, a cura di Piergiorgio Dragone, 20 settembre 2017, Donzelli, Collana: Mele, EAN: 9788868436728
- Rainer Metzger, Ingo F. Walther, Van Gogh. Tutti i dipinti, 5 luglio 2018, Taschen, Collana: Bibliotheca Universalis, EAN: 9783836559591
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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 29 gennaio 2025.
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