Il Decadentismo fu un movimento culturale sviluppato a partire dalla fine dell’Ottocento in Europa con lo scopo di superare l’influenza del positivismo.
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Riassunto e sintesi su: Decadentismo
Il Decadentismo fu un movimento letterario e artistico diffuso in Europa della seconda metà dell’Ottocento.
Il fenomeno culturale del Decadentismo si sviluppò in Francia e si diffuse in seguito nei principali centri culturali d’Europa.
Gli autori decadenti elaborarono le loro opere adottando una filosofia estetica che si opponeva al razionalismo del positivismo scientifico e al conseguente naturalismo.
La diffusione del Decadentismo e la sua fortuna culturale in Europa sta nell’aver offerto una forte alternativa spirituale al Positivismo tardo-ottocentesco. Fu in Francia, infatti, che negli anni Ottanta e Novanta del Novecento si determinò, tra alcuni intellettuali, la sensazione di crisi dei valori nati in seguito alla Rivoluzione industriale.
Origine e significato del termine Decadentismo
In lingua italiana il movimento è indicato come Decadentismo, traduzione del termine francese décadent. Il poeta francese Paul Verlaine usò questo aggettivo nella sua poesia intitolata Langueur che comparve sulle pagine della rivista francese Le Chat Noir. Il poeta Verlaine con décadent descrisse il suo stato d’animo rispetto alle pressioni della società a lui contemporanea. Le premesse culturali del Decadentismo si possono rintracciare in alcuni tratti del Romanticismo e del Simbolismo.
L’estetica del Decadentismo
Solitamente si indica con Decadentismo l’atteggiamento culturale che deriva da una concezione esistenziale ricercata e tendente all’estetismo.
Più precisamente si possono identificare almeno due valenze del concetto di Decadentismo nel mondo della cultura. I poeti e i letterati rivendicarono la posizione di decadenti che rappresenta la loro avversione al mondo borghese. Invece la critica ufficiale indicò come decadenti i poeti detti maledetti che conducevano una vita sregolata e in contrasto con la morale borghese.
Il declino della fede positivista
Gli ideali del Decadentismo si opposero così alla fiducia incondizionata nei confronti della scienza e del progresso tecnologico. Infatti l’arte positivista non riusciva a soddisfare le necessità interiori e spirituali dell’individuo. Per questo gli autori decadentisti sperimentano un senso di declino della fiducia nella scienza e dichiarano di essere alla ricerca del senso dell’esistenza e del proprio rapporto con il mondo. Così, nella convinzione che ogni tentativo di ottenere tali risposte è vano, il decadente si estranea e si abbandona alle proprie sensazioni interiori.
Quindi, l’artista decadentista non possiede la carica sociale di quello realista e si rivolge essenzialmente al proprio mondo interiore. I soggetti delle opere derivano da opere letterarie, sono soggetti religiosi reinterpretati in chiave profana e personaggi del mito. I dipinti e le sculture quindi, perdono la capacità di descrivere oggettivamente il reale del tempo che, tra l’altro, non interessa all’artista decadente. Gli autori si rifugiano così in un mondo soggettivo misterioso, esotico e magico.
L’eroe decadente
Nel Decadentismo ebbe un’importanza fondamentale il protagonista della narrazione definito eroe decadente. Nel contesto dell’arte, il protagonista dell’opera, personaggio ritratto o soggetto della rappresentazione, incarna le caratteristiche dell’eroe decadente che si riflettono anche sulla personalità dell’artista. La psicologia del soggetto decadente è quindi definita in modo abbastanza preciso da un carattere introverso e rivolto alla propria interiorità. Questa chiusura indica la tendenza del decadente a trarre ispirazione dal proprio mondo interiore dove trova le correspondances, le corrispondenze che mettono in relazione le parti della realtà.
L’atteggiamento antiscientifico dell’autore decadentista
L’artista decadente, quindi, è convinto che la scienza non può spiegare interamente i fenomeni del reale che sono invece comprensibili attraverso l’empatia e la sensibilità interiore. La poetica del Decadentismo si definì soprattutto in ambito letterario e uno dei primi intellettuali indicato come precursore del Decadentismo è il poeta francese Charles Baudelaire. Nelle sue opere si definisce quindi il carattere dell’autore decadente che nutre esclusivamente le proprie istanze interiori. In particolare, è ispirato dallo Spleen che si può intendere come noia esistenziale e disgusto della vita ordinaria, che determina un atteggiamento snobistico nei confronti della classe borghese. L’Ideal è un’altra aspirazione del decadente, che si orienta verso mondi esotici, incontaminati o universi interiori, spesso evocati attraverso l’uso di sostanze.
La storia del Decadentismo
Un gruppo di scrittori francesi, nel 1886, fondò la rivista dal titolo Le Décadent che pubblicava scritti sul tema. Gli autori si confrontarono proprio sulle due accezioni di Decadentismo, quella di corruzione sociale e quella di opposizione alla falsa morale borghese.
Il poeta francese Paul Verlaine, nel 1894, due anni prima della fondazione di Le Décadent pubblicò l’opera intitolata Poètes maudits, traducibile in italiano come Poeti maledetti. Verlaine dedicò il suo scritto agli amici Tristan Corbière, Stéphane Mallarmé e al suo giovane amante il poeta Arthur Rimbaud. Poeti maledetti, oltre a definire i tre intellettuali diventò così un appellativo riferito a molti autori decadenti. Questi autori contribuirono così a creare il mito di creativo fuori dalle regole e protagonista di una vita dissoluta e autodistruttiva.
Le fonti letterarie del Decadentismo
Alcuni autori decadenti indicarono la psicoanalisi di Sigmund Freud come la giustificazione scientifica a supporto delle loro tesi creative. Questo perché la teoria dell’inconscio con i suoi impulsi irrazionali offriva una spiegazione al comportamento umano e creativo dell’autore decadente. Inoltre il suo profilo psicologico ripiegato al proprio interno costituiva proprio una strategia creativa. Il decadente infatti cercava nella propria psiche le intuizioni che favorivano le pratiche creative definite correspondances.
Gli artisti decadentisti
Gli autori decadentisti amavano dare scandalo e provocare i benpensanti. Infatti i poeti, gli intellettuali e coloro che condividevano l’atteggiamento decadente amavano spettacolarizzare la loro vita che si identificava con la loro arte. Il Decadentismo fu un fenomeno culturale più rappresentato nella letteratura. Infatti per rintracciare autori di opere figurative decadentiste occorre considerare tipiche correnti artistiche fine Ottocento.
In generale, queste opere esprimono il culto dell’individualismo creativo e una snobistica distanza dalla realtà del quotidiano. Emergono, quindi, gli stati d’animo dell’artista, il suo mondo interiore e le sue nevrosi. Si possono così ritrovare atteggiamenti decadenti nelle opere di artisti dell’Art Nouveau e nelle sue declinazioni europee. A metà dell’Ottocento si costituì la Confraternita dei Preraffaelliti i cui artisti manifestarono alcuni aspetti del Decadentismo.
Nelle diverse nazioni europee l’Art Nouveau prese il nome di Liberty o Stile Floreale in Italia, Art Nouveau in Francia, Jugendstil in Germania, Secessione viennese in Austria, Modern Style in Gran Bretagna e Modernismo catalano in Spagna.
Alcuni nomi
Atteggiamenti decadenti si ritrovano nelle opere dei Preraffaelliti, Dante Gabriel Rossetti, William Hunt, Ford Madox Brown, John Everett Millais, William Morris, Frederic George Stephens, Thomas Woolner, James Collinson, Edward Burne-Jones e nelle ultime di John William Waterhouse. Un caso isolato, non appartenente a una precisa corrente artistica fu l’incisore Aubrey Beardsley.
In Italia si possono considerare decadentisti Giulio Aristide Sartorio, Cesare Saccaggi e Francesco Longo Mancini che fu influenzato dal Romanticismo, dalla Scapigliatura, dal Simbolismo, dall’Orientalismo, dalla pittura pastorale e dal Liberty. Il belga simbolista Jan Frans De Boever. Gli espressionisti e James Ensor, Alfred Kubin (anche simbolista), Edvard Munch. Il pittore viennese Gustav Klimt. Il pittore francese Albert Marquet allievo del simbolista Gustave Moreau come Odilon Redon e Félicien Rops Il pittore simbolista svizzero Charles Ricketts. Lo spagnolo Santiago Rusiñol. I simbolisti tedeschi Carlos Schwabe, precursore dell’Art Nouveau e Franz von Stuck. Il simbolista e membro dell’Ordine esoterico dei Rosacroce, Alexandre Séon. Lo statunitense James Abbott McNeill Whistler.
Le opere del Decadentismo
La Ruota della Fortuna di Edward Burne-Jones
Edward Burne-Jones, La Ruota della Fortuna, 1883, olio su tela, 200 x 100 cm. Parigi, museé d’Orsay
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Giuditta I di Gustav Klimt
Gustav Klimt, Giuditta, 1901, olio su tela, 84 x 42 cm. Vienna, Belvedere e Museum
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Abbraccio o il compimento di Gustav Klimt
Gustav Klimt, Abbraccio o il compimento (Die Umarmung), 1905 – 1909, tecnica mista su carta, 194 x 121 cm. Vienna, Museum Für Angewandte Kunst
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Ofelia di Sir John Everett Millais
Sir John Everett Millais, Ofelia (Ophelia), 1851–1852, olio su tela, 76,2 x 111,8 cm. Londra, Tate Britain
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Edipo e la Sfinge di Gustave Moreau
Gustave Moreau, Edipo e la Sfinge, 1864, olio su tela, 206.4 x 104.8 cm, New York, Metropolitan Museum of Art
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Orfeo di Gustave Moreau
Gustave Moreau, Orfeo, 1865, olio su legno, 154 x 99,5 cm. Parigi, Musée d’Orsay
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L’apparizione (L’Apparition) di Gustave Moreau
Gustave Moreau, L’apparizione (L’Apparition), 1875, acquerello, 106 x 72,2 cm, Parigi, Musée d’Orsay
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La fanciulla malata di Edvard Munch
Edvard Munch, La fanciulla malata, 1885-1886, olio su tela, 119,5 x 118,5 cm. Oslo, Nasjonalmuseet
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Autoritratto con sigaretta di Edvard Munch
Edvard Munch, Autoritratto con sigaretta (Selvportrett med sigarett), 1895, olio su tela, 85.5 x 110.5 cm. Oslo, Nasjonalgalleriet
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Gli occhi chiusi di Odilon Redon
1890. Gli occhi chiusi, 1890, olio su cartone, 44 x 36 cm. Parigi, museé d’Orsay
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Ecce ancilla Domini di Dante Gabriel Rossetti
Dante Gabriel Rossetti, Ecce ancilla Domini, 1850, olio su tela, 72,4 x 41,9 cm. Londra, Tate Britain
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Il Precursore di Giulio Aristide Sartorio
Giulio Aristide Sartorio, Il Precursore, 1927-1928, olio su tela, 200 x 103 cm. Città del Vaticano, Musei vaticani, Collezione d’Arte Contemporanea
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Il peccato (Die Sünde) di Franz von Stuck
Franz von Stuck, Il peccato (Die Sünde), 1893, olio su tela, 94,5 x 59,5 cm. Monaco. Neue Pinakothek
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Bibliografia
- Walter Binni, La poetica del decadentismo, 1968, EAN: 2560040959051
- Enrico Ghidetti, Il decadentismo : materiali e testimonianze critiche, Editori Riuniti, 1984, EAN: 2570150142144
- Enrico Ghidetti, Malattia, coscienza e destino. Per una mitografia del decadentismo, Storia e Letteratura, Collana: Letture di pensiero e d’arte, 2007, EAN: 9788884983800
- Silvestra Bietoletti, Roberto Longi, Dalla macchia al decadentismo, Silvana, Collana: Cataloghi di mostre, 2015 EAN: 9788836631056
- Paolo Giovannetti, Decadentismo, Editrice Bibliografica, Collana: I movimenti e le idee, 2016, EAN: 9788870759068
Link esterni
Consulta la pagina dedicata alla Confraternita dei Preraffaelliti sul sito della Tate Gallery di Londra
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