La Ruota della Fortuna di Edward Burne-Jones

La Ruota della Fortuna di Edward Burne-Jones rivela l’interesse dell’artista preraffaellita per i miti classici e le leggende medievali.

Edward Burne-Jones, The Wheel of Fortune (La Ruota della Fortuna), 1883, olio su tela, 200 x 100 cm. Parigi, museé d’Orsay

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Indice

Descrizione de La Ruota della Fortuna di Edward Burne-Jones

Nel dipinto di Edward Burne-Jones una figura femminile osserva una grande ruota che solleva verso l’alto tre uomini nudi. L’unico accessorio che i personaggi indossano è una corona metallica, uno scettro e una cinta di foglie di alloro. La donna invece indossa una lunga toga chiara che copre il suo corpo fino ai piedi e con la mano sinistra governa la ruota. Inoltre, non compare lo sfondo ma in alto a sinistra si intravedono frammenti di un muro e la chioma di un albero.

Interpretazioni e simbologia de La Ruota della Fortuna di Edward Burne-Jones

The Wheel of Fortune è il titolo originale in lingua inglese dell’opera di Edward Burne-Jones che presso il musée d’Orsay di Parigi è indicato come La Roue de la Fortune. Invece in italiano l’opera è nota come La Ruota della Fortuna. Il tono simbolicamente sinistro del dipinto è ben sottolineato da un commento del pittore: “La mia ruota della Fortuna è un’immagine vera; essa ci viene a cercare quando giunge il nostro momento, poi ci schiaccia”. La figura femminile infatti rappresenta allegoricamente la dea Fortuna mentre le tre figure maschili sono i mortali e secondo i loro copricapi sono, dall’alto, uno schiavo, un re ed un poeta.

Il soggetto del dipinto è la dea Fortuna rappresentata attraverso un’allegoria. Burne-Jones Burne-Jones era molto interessanto alla mitologia classica e il soggetto di quest’opera conferma questa inclinazione. Inoltre nella scena si coglie un’atmosfera medievalista che il pittore condivedeva con gli altri membri della Confraternita Preraffaellita. Il soggetto dell’opera mette insieme così le forme classicheggianti con le leggende del Medioevo e ne scaturisce un sottile erotismo e un sentimento di inquietudine che caratterizzano il simbolismo di Edward Burne-Jones. I colori metallici inoltre generano l’impressione di una sorte incombente e appesantiscono l’atmosfera della scena.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Edward Burne-Jones espose per la prima volta La ruota della Fortuna nel 1883 presso la Grosvenor Gallery di Londra. L’opera partecipò poi alla Royal Jubilee Exhibition a Manchester nel 1887, all’Esposizione internazionale di Bruxelles nel 1897 e ad una mostra di Burne-Jones alla New Gallery di Londra nel 1898. Infine il dipinto giunse presso il musée d’Orsay di Parigi dove è custodito con numero d’inventario RF 1980 3. Burne-Jones progettò il dipinto come predella per un trittico raffigurante la guerra di Troia che, però, non realizzò.

La ruota della fortuna di Edward Burne-Jones, dal 1883 al 1930, fu di proprietà del politico e primo ministro britannico, Arthur J. Balfour, diventato nel 1922 primo Conte di Balfour e Visconte di Traprain. In seguito, dal 1930 al 1932, passò alla Collezione di Gerald William, fratello cadetto di Arthur e secondo Conte di Balfour e Visconte di Traprain. Nel 1930 il Visconte Charles de Noailles acquistò l’opera da Gerald William, e la passò poi in eredità alla figlia naturale, Nathalie de Noailles. Infine, i Musées nationaux francesi acquistarono l’opera nel 1980 che fu infine assegnata alle collezioni del musée d’Orsay di Parigi.

L’artista e la società. La storia dell’opera La Ruota della Fortuna di Edward Burne-Jones

Burne-Jones Edwar nacque a Birmingham, in Inghilterra nel 1833 e morì a Londra, nel 1898. Il pittore preraffaellita dipinse La ruota della fortuna tra il 1875 e il 1883, quindi intorno all’età di circa 45 o 50 anni quando era ormai un artista affermato. L’opera di Edward Burne-Jones è firmata e datata con l’iscrizione: E.B.J. MDCCCLXXXIII.

Esistono diverse versioni del La ruota della Fortuna oltre quella definitiva custodita al musée d’Orsay di Parigi. Una seconda versione è esposta alla Gallery of Victoria a Melbourne. Presso il National Museum Cardiff si trova poi una versione incompiuta realizzata nel 1882 circa. Invece gli schizzi preparatori si trovano presso la Lady Lever Art Gallery.

L’opinione della critica

I curatori del Musée d’Orsay di Parigi giudicano La ruota della fortuna come una delle rappresentazioni più intense di Edward Burne-Jones. I critici, già dal 1883, anno in cui l’opera fu esposta per la prima volta a Londra, la considerarono un dipinto tra i più rappresentarivo del movimento dei Preraffaelliti.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile de La Ruota della Fortuna di Edward Burne-Jones

Edward Burne-Jones fu un pittore britannico considerato dagli storici dell’arte uno dei maggiori esponenti della Confraternita Preraffaellita. Questi pittori dipinsero opere di figura ispirate alle leggende e a temi medievali che attingono al Dolce Stil Novo. Icononograficamente, inoltre fecero riferimento al medioevo cavalleresco, a temi religiosi e ai miti classici.

Le figure femminili sono evanescenti e delicate e si riferiscono alla “donna angelicata” di Dante e Petrarca. Edward Burne-Jones, ne La ruota della Fortuna, raccolse molti stilemi della pittura preraffaellita. Infatti la figura della dea ricorda quelle del Botticelli mentre il tema si ricollega alla mitologia classica. Gli uomini fissati alla ruota invece ricordano gli ignudi dipinti da Michelangelo sulla volta della Cappella Sistina di Città del Vaticano. Il chiaroscuro metallico ricorda le figure del pittore manierista Angnolo Bronzino. Il tono delle opere di Burne-Jones è Tardo Romantico e Simbolista.

La tecnica de La Ruota della Fortuna di Edward Burne-Jones

Edward Burne-Jones dipinse La Ruota della Fortuna con velature di colore ad olio applicate su tela. Le dimensioni dell’opera sono 200 centimetri di altezza e 100 cm di larghezza.

Il colore e l’illuminazione

La ruota della Fortuna di Edward Burne-Jones presenta colori dai toni metallici, grigio-acciaio della tunica della dea e ramato della ruota. Anche gli incarnati dei corpi maachili sono resi con un colore aranciato e la loro superficie assume un aspetto lucido e patinato. In alto si intravede il verde delle foglie. Le figure sono evidenziate dall’uso di contrasti cromatici come il freddo della tunica e il colore caldo della ruota e dei mortali. La figura della dea è messa in evidenza anche dalla maggiore saturazione dei colori sulla destra.

La luce è intensa e proviene da sinistra e frontalmente. L’illuminazione radente crea inoltre ombre molto scure che segnano il panneggio di molte piccole pieghe e accentuano il modellato anatomico dei corpi. Questo tipo di illuminazione e i colori metallici generano una sensazione di fredda inquietudine accentuata dalle posture classiche delle figure.

Lo spazio

Lo spazio riprodotto nel dipinto di Edward Burne-Jones è ridotto al primo piano dove si trovano le figure della dea e degli umani. Non è quindi possibile osservare il paesaggio nel quale è ambientata la scena se non per un accenno in alto a sinistra.

La composizione e l’inquadratura

La Ruota della Fortuna di Edward Burne-Jones è di forma rettangolare. L’inquadratura verticale incornicia la ruota e i personaggi senza lasciare spazio all’ambiente. Infatti, la grande ruota occupa interamente la superficie del dipinto e la sua figura verticale condiziona l’intera composizione. A sinistra, la figura della dea Fortuna crea una massa verticale equilibrata dalle figure dei due umani ancorati alla ruota. Infine, la struttura compositiva è organizzata su tre fasce verticali occupate dalla dea a sinistra, dalla ruota al centro e dagli ignudi a destra.

La ruota della Fortuna di Edward Burne-Jones della Gallery of Victoria a Melbourne

Edward Burne-Jones, The Wheel of Fortune (La Ruota della Fortuna), tra il 1871 e il 1885, olio su tela, 151,4 x 72,5 cm. Melbourne, Gallery of Victoria

Una versione del dipinto di minori dimensioni risale agli anni tra 1871 e il 1885 ed è custodita presso la National Gallery of Victoria a Melbourne, in Australia. Il museo acquisì il dipinto come parte del lascito di Felton Bequest nel 1909. La tela è esposta all’interno di una pesante cornice dorata in stile tabernacolo. Si tratta, però, di una ricostruzione moderna basata su frammenti dell’originale che ricorda altre cornici scelte da Edward Burne-Jones come la sua Vespertina Quies del 1893 custodita alla Tate Britain di Lonfra. La cornice presenta un fregio decorativo ornato da un fregio a candelabro e il bordo esterno è decorato con uova e dardi.

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Bibliografia

  • La pittura al Museo d’Orsay. Testi di Michel Laclotte, Geneviève Lacambre, Anne Distel, Claire Frèches-Thory, Marc Bascou. Premessa di Françoise Cachin, Scala, 1995 EAN: 2560460022700
  • Simona Bartolena, Parigi Musèe d’Orsay, Il Sole 24 Ore, 2005, EAN: 2570140011214
  • Musee d’Orsay – La Guida delle Collezioni, RMN, 2006, EAN: 2570140229985
  • Heather Birchall, I preraffaelliti, Taschen, Collana: Basic Art, 2016 EAN: 9783836506274

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 17 febbraio 2023.

Approfondisci la lettura consultando le schede delle altre opere di Edward Burne-Jones intitolate:

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Consulta la pagina dedicata al dipinto di Edward Burne-Jones, La Ruota della Fortuna, sul sito del museé d’Orsay di Parigi.

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