Bovi al carro di Giovanni Fattori

Bovi al carro di Giovanni Fattori è un paesaggio che il pittore toscano realizzò dopo il soggiorno a Castiglioncello, ospite di Diego Martelli.

Giovanni Fattori, Bovi al carro, 1867, olio su tela, 46 x 108 cm. Firenze, Palazzo Pitti, Galleria d’Arte Moderna

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Indice

Descrizione di Bovi al carro di Giovanni Fattori

Nel dipinto di Giovanni Fattori è ritratto un vasto paesaggio della campagna maremmana che si affaccia sul mare. Due buoi bianchi aggiogati trainono un carro di legno sul quale un contadino in piedi guarda in avanti e riposa dalle fatiche del lavoro. Il sole intenso e accecante avvolge e illumina tutta la campagna. In primo piano, la terra arata e l’erba gialla arsa dal sole nascondono il mare che si intravede sul fondo, dietro i cespugli scuri. Solo le ombre, che si proiettano sotto il carro, indicano che la scena è raffigurata poco oltre il mezzogiorno. Infine, una bassa collina scura sulla destra movimenta il paesaggio deserto e assolato, coperto dal cielo azzurro ingombro di nubi bianche e leggere.

Interpretazioni e simbologia di Bovi al carro di Giovanni Fattori

Bovi al carro di Giovanni Fattori, in alcuni casi è indicato come Buoi al carro. La campagna ritratta è molto probabilmente quella nei pressi di Castiglioncello, località nella quale l’artista era stato invitato a dipingere dal critico Diego Martelli. Il paesaggio si caratterizza per un’atmosfera quieta e assolata.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Bovi al carro di Giovanni si trova a Firenze custodito presso la Galleria d’Arte Moderna che si trova nelle stanze di Palazzo Pitti con numero d’inventario [Cat. Generale] 204 (1936/ 1937) | [Comune] 147 (1912).

L’artista e la società. La storia dell’opera Bovi al carro di Giovanni Fattori

Giovanni Fattori dipinse Bovi al carro durante o in seguito al soggiorno a Castiglioncello, nell’estate 1867, ospite del critico Diego Martelli. Con Fattori si recarono in questa località altri Macchiaioli, Giuseppe Abbati e Odoardo Borrani. Il giovane Diego Martelli ereditò la residenza di Castiglioncello in seguito alla sofferta morte del padre. Il critico chiese ai suoi amici artisti di recarsi con lui nel ritrovo di campagna, vicino al mare, e si formò la Scuola di Castiglioncello. Fattori a Castiglioncello compì una fondamentale ricerca figurativa e ld elaborò il soggetto presente in questo dipinto che utilizzò anche in seguito in Maremma toscana, esposto presso la Galleria d’arte moderna, Palazzo Pitti a Firenze.

Fattori fu profondamente colpito dalla natura incontaminata e dalla gente della località nella quale Martelli possedeva una vasta proprietà. Per questo tornò molte nelle zone di Castiglioncello e diventò un interprete del suo paesaggio oltre che di quelli della Maremma.

L’opinione della critica

Il gruppo di buoi che trainano il carro e il contadino in piedi, secondo alcuni storici dell’arte assumono un valore monumentale. Sicuramente con un diverso valore rispetto ai contadini dipinti da Millet che, osservati dal basso, si propongono come una vera celebrazione dei lavoratori della terra. Nei lavori del pittore francese le figure di contadini e la natura che li circonda acquistano inoltre una connotazione religiosa e spirituale che nel caso di Fattori non avviene. La celebrazione di animali e contadini è del tutto laica e asciutta come la terra maremmana.

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Lo stile di Bovi al carro di Giovanni Fattori

Nelle opere di Giovanni Fattori, come in Bovi al carro, le figure umane e animali diventano parte del paesaggio e si confondono con esso. Questa integrazione rivela un aspetto del linguaggio del pittore che aspira a uniformare in una sintesi formale l’intera scena dipinta. Infatti, il prato, gli alberi, il mare e le colline lontane sono trattati con la macchia come le figure dei buoi e del contadino. Il formato panoramico, estremamente sviluppato in orizzontale, è poi una cifra stilistica tipica dei Macchiaioli. Il paesaggio trova così una posizione di privilegio grazie all’espensione consentita dall’inquadratura così allungata.

Prendono importanza le linee dell’orizzonte, le colline o il mare in lontananza e le figure umane diventano parte di questa vastità. Si coglie quindi nel dipinto Bovi al carro la necessità di dipingere secondo le regole del Realismo. Fattori, infatti era solito realizzare molti studi dal vero di paesaggi, animali e persone al fine di cogliere gli aspetti quotidiani e veri. La necessità di seguire la poetica del Verismo derivò dal rifiuto di Fattori e degli altri Macchiaioli della pittura accademica e ufficiale. Il pittore invece, nelle rappresentazioni di vita contadina e di vita militare cercò di cogliere i drammi e non di celebrare ipotetiche vittorie.

La tecnica

Bovi al carro di Giovanni Fattori è un dipinto realizzato con colori ad olio applicati su una tela di 46 centimetri di altezza e 108 cm di larghezza.

Il colore e l’illuminazione

I buoi bianchi sono macchie luminose nel paesaggio e il loro colore chiaro esalta i colori ambientali. La metà inferiore è potentemente calda segnata dal giallo del campo. Invece, la metà superiore è fredda per via dell’azzurro brillante del cielo. Le due zone cromatiche principali sono separate da una fascia fredda e più scura della collina e del mare.

Al centro del campo, una zona curva di colore marrone pare una ferita provocata da un graffio che ha esposto il terreno asportando l’erba. Questo intervento di colore più scuro interrompe la monotonia del giallo in primo piano e crea un dinamismo compositivo che anima la scena.

Lo spazio

La spazialità della scena è il risultato della sovrapposizione di quinte naturali. Il primo piano è occupato interamente dal campo giallo nel quale avanza il carro trainato dai buoi. I cespugli scuri creano il secondo piano e, quindi, la collina a sinistra e al centro e a destra il mare lontano. Infine, si trova il cielo che confina con l’orizzonte. Il carro con i buoi, raffigurato con uno scorcio di tre quarti, crea la dimensione tridimensionale e oggettuale mentre il resto del paesaggio è appiattito e anticipa la superficie di un dipinto informale.

La composizione e l’inquadratura

Bovi al carro è un dipinto di forma rettangolare. L’inquadratura, fortemente orizzontale e panoramica, è un elemento innovativo rispetto alla tradizione della pittura di paesaggio. La metà inferiore del dipinto è occupata dal terreno giallo, la metà superiore è invece destinata al mare e al cielo. Al centro si trova una sottile fascia più scura e densa rappresentata dalle colline e dal mare.

Nel paesaggio predominano le linee orizzontali assecondate dal formato dell’opera. A destra solo il carro rompe la lonearità della composizione mentre a sinistra la fascia curva della terra arata della strada di campagna sposta lo sguardo dell’osservatore verso il soggetto principale. La posizione fortemente decentrata del carro enfatizza la vastità del paesaggio. Al centro, la leggera linea ondulata del profilo delle colline ammorbidisce la durezza dell’insieme compositivo.

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Bibliografia

  • Giuliano Matteucci, Fernando Mazzocca, Carlo Sisi, Ettore Spalletti, (a cura di), Telemaco Signorini e la pittura in Europa, Fondazione Bano, Palazzo Zabarella, Padova, 19 settembre 2009 – 31 gennaio 2010
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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 27 novembre 2022.

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