Medardo Rosso la vita e le opere

Medardo Rosso fu uno scultore italiano attivo nella seconda metà dell’Ottocento e nel primo Novecento, autore di opere di influenza impressionista.

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Nascita di Medardo Rosso

Medardo Rosso nasce a Torino il 21 giugno 1858 e muore a Milano il 31 marzo 1928.

Il contesto familiare di Medardo Rosso

Il padre di Medardo Rosso è un funzionario delle ferrovie e nel 1870 si trasferisce con la famiglia da Torino a Milano.

La formazione di Medardo Rosso

Il giovane Medardo, intorno all’età di 24 anni, dal 1882 inizia a frequentare l’Accademia di belle arti di Brera. Un anno dopo però, a causa delle sue idee antiaccademiche, pretende di copiare modelli viventi e non calchi di gesso, viene espulso e frequenta l’ambiente della scapigliatura milanese.

Medardo Rosso a Parigi

Medardo Rosso nel 1885 sposa Giuditta Pozzi. Nasce nello stesso stesso anno il piccolo Francesco. La coppia si separa nel 1889 e Medardo si trasferisce definitivamente a Parigi.

In seguito al suo trasferimento a Parigi Medardo Rosso frequenta gli ambienti artistici e partecipa al Salon des artistes français e al Salon des Indépendants di Parigi. Inoltre espone le proprie opere presso importanti mercanti d’arte la galleria Thomas e quella di Georges Petit. Nel 1885 espone i suoi dipinti a Vienna. Alcune opere di Medardo Rosso si trovano al cimitero monumentale di Milano. Nel 1886 partecipa ad esposizioni a Londra e a Venezia.

Medardo Rosso, nel 1889 partecipa all’Esposizione Universale di Parigi con cinque bronzi intitolati El Locch, Gavroche, Ruffiana, Carne altrui e Aetas aurea. Questa mostra porta un certo successo allo scultore e il consenso dei critici. Medardo Rosso entra così in contatto con il gruppo degli impressionisti.

Il successo a Parigi

La notorietà di Medardo Rosso è coronata dalla mostra personale del 1893. Lo scultore Auguste Rodin mostra il suo apprezzamento e stringe amicizia con lo scultore italiano. I rapporti tra Medardo Rosso e Auguste Rodin si logorano a causa di una questione sulla paternità della scultura impressionista. L’impatto della polemica che vede opposti i due scultori spinge Edmond Claris a pubblicare nel giugno del 1901 il saggio intitolato L’Impressionnisme en sculpture: Auguste Rodin et Medardo Rosso.

Le grandi mostre

Nel 1895 Medardo Rosso investe maggiori energie nel suo lavoro e allestisce nello studio di rue Caulaincourt i forni adatti per fondere il bronzo. Inoltre sperimenta la modellazione della cera. Invece per accogliere i collezionisti aprì uno spazio sul boulevard des Batignolles. Lo scultore ottiene la cittadinanza francese nel 1902. La fama di Medardo Rosso cresce e grazie alla cittadinanza alcune prestigiose collezioni pubbliche francesi acquistano le sue sculture. Il primo ministro francese Clemenceau acquista il gesso di Ecce puer e la cera di Femme à la voilette per il Musée du Luxembourg nel 1907. La città di Parigi acquista la cera di Aetas aurea per 2500 franchi. Questa scultura si trova oggi oggi al Musée du Petit Palais. Lo scultore negli anni Dieci del Novecento espone in diverse capitali europee, Amsterdam, Utrecht, L’Aia e Rotterdam, in Germania alle Albertinum di Dresda, a Berlino e a Lipsia, nel 1907 a Bruxelles nel 1908 a Mosca.

Il ritorno in Italia e la partecipazione a Novecento

La notorietà e la fama acquisita dallo scultore gli permettono di essere indicato come il rappresentante della scultura moderna nel Manifesto dei pittori futuristi firmato il 11 febbraio 1910. Medardo Rosso torna a Milano nel 1914. La sua attività continua a raccogliere riconoscimenti nell’ambiente dell’arte e con l’avvento del regime fascista viene incluso tra gli artisti più rappresentativi dell’epoca. Così, Margherita Sarfatti, giornalista e critica d’arte vicina a Benito Mussolini, inserisce lo scultore nella prima grande manifestazione artistica del Regime. La prima Mostra del Novecento italiano si apre alla Permanente di Milano nel 1926 con la presenza degli artisti più noti del tempo. La Sarfatti dedica a Medardo Rosso una sala personale con undici sculture.

Dopo il ritorno da Parigi, Medardo Rosso rimase comunque in contatto con la realtà artistica di Parigi.

Medardo Rosso muore la sera del 31 marzo 1928 a causa di un’infezione al sangue e viene sepolto al cimitero monumentale di Milano.

Lo stile di Medardo Rosso

Solitamente gli storici dell’arte indicano Medardo Rosso come uno scultore impressionista. Infatti la luce ambientale, che colpisce le sculture di Medardo Rosso, è determinante nel determinare la lettura delle opere. Medardo Rosso concepì uno spazio fluido, privo di punti di riferimento e prospettive geometriche. Di conseguenza lo scultore non concepiva le sue sculture come statue di tradizione classica, ma strutture che si compenetrano con lo spazio circostante attraverso la luce. Medardo Rosso progettava attentamente le sue opere che dovevano essere viste da un preciso punto di vista pensato da lui.

L’evoluzione dello stile

La scultura di Medardo Rosso, negli anni, subì un’evoluzione che la portò dal realismo all’astrattismo. Lo scultore, nel corso della sua carriera artistica partì della scapigliatura lombarda giungendo ad una forma di scultura quasi astratta. Nelle sculture di Medardo Rosso si colgono poi influenze della pittura di Edgar Degas e frutto della sua relazione contrastata con lo scultore Auguste Rodin. Nelle sculture che gli storici attribuiscono alla fase astratta, le figure presentano solo il volto dai tratti fisionomici appena accennati.

La ricerca artistica di Medardo Rosso

Lo scultore cercò la sua ispirazione per strada percorrendo i Navigli. Secondo gli storici è proprio durante queste ricognizioni che Medardo Rosso iniziò ad osservare l’effetto della nebbia atmosferica sulle figure che trasporrà in seguito nella materia delle sue sculture. Medardo Rosso era noto per il suo carattere provocatorio e ribelle che si riflette nella sua ricerca artistica inquieta e mai ferma. Medardo Rosso non dichiarò mai di voler imitare la pittura. Questo concetto di scultura pittorica o impressionista fu opera degli storici che elaborarono questa lettura interpretativa e parlarono di impressionismo plastico.

Lo strumento espressivo principale di Medardo Rosso è la luce. Infatti allo scultore non interessava il realismo e la descrizione dei particolari del volto. Trovò così il suo linguaggio raggiungendo una sintesi formale definita impressionismo plastico. Invece nelle prime opere come Bookmaker, l’allibratore, la posizione del corpo inclinata rivela il suo interesse per la struttura corporea del soggetto. In questo caso si coglie l’influenza reciproca con Degas che fece riferimento per le sue opere plastiche proprio alla scultura di Medardo Rosso.

La poetica di Medardo Rosso

La poetica antimonumentale di Medardo Rosso è evidente nell’uso di materiali poveri come la cera o il gesso che sono sensibili al minimo tocco dell’artista. Il gesso dalla resa opaca ammorbidisce le forme mentre la cera ambrata assume un aspetto organico e ricorda la pelle umana. Lo scultore si allontanò dalla scultura monumentale per creare opere sensibili e organiche. Infatti le opere di Medardo Rosso riguardano il quotidiano e la poeticità del momento invece che l’eternità di una scultura classica e celebrativa.

I temi delle opere

Le sue prime opere sono figure di tipi sociali, come il Birichino che viene ispirato da un ragazzino osservato nella zona industriale di Milano. Di questo periodo sono la Ruffiana, la Portinaia e il Sacrestano. I temi più comuni che affrontò Medardo Rosso derivano spesso dalla sua storia personale e riprendono la condizione umana delle metropoli. Sono rappresentate la malattia, il trascorrere del tempo, la memoria, e soprattutto l’infanzia e la figura femminile.

La tecnica di Medardo Rosso

Medardo Rosso realizzò sculture di modeste dimensioni usando diversi materiali quali la cera, la terracotta, il gesso e fusioni in bronzo. Nella progettazione, oltre a materiali di veloce modellazione utilizzò disegni a matita e a colori. Inoltre, lo scultore era solito arricchire gli impasti di base con altri materiali. Lo scultore era solito replicare le stesse sculture con diversi materiali, cera, argilla, gesso e bronzo e a volte colori diversi.

Lo scultore utilizzò la fotografia come strumento creativo non solo per documentare il suo lavoro. Secondo gli storici dell’arte Medardo Rosso anticipò la figura dell’artista contemporaneo per via della sua attenzione al processo creativo. Infatti lo scultore lasciava le tracce del suo intervento sulla materia della scultura, cera o argilla. Questi segni, a volte anche le sue impronte, oltre a costruire le forme sono elementi stilistici del suo linguaggio scultore.

La pratica espositiva come strumento creativo

Un esempio della pratica espositiva di Medardo Rosso sono le opere intitolate Bambino malato, il Bambino ebreo, La Portinaia e l’Ecce Puer, che lo scultore espose alla Mostra d’arte Sacra di Venezia, del 1920 con il titolo San Giovannino, San Luigi, Sant’Orsola ed Enfant de Nazareth. A giustificazione di questa abitudine, Medardo dichiarò che la sua intenzione artistica era quella di far dimenticare la materia e far emergere l’impressione visiva. Per questo motivo lo scultore curava personalmente i vari allestimenti in occasione delle diverse mostre. Oltre a ri-datare le opere Medardo Rosso era solito dare titoli diversi in occasione di mostre ed eventi espositivi. In questo modo lo scultore adattava il soggetto al titolo della mostra.

Le influenze stilistiche provenienti da altri artisti

La scultura di Medardo Rosso si è evoluta nel tempo grazie anche alle influenze provenienti da altri artisti. Nell’ambito della Scapigliatura milanese già le sculture dello scapigliato Giuseppe Grandi presentavano effetti pittorici. Nelle opere impressioniste poi la luce crea una fusione tra figura e sfondo in una visione istantanea. I volti e i titoli delle sculture di Medardo Rosso si possono riferire al Simbolismo.

Eredità artistica

Le opere di Medardo Rosso ebbero una grande influenza sul lavoro di artisti del primo Novecento come Boccioni, Carrà e Manzù. Medardo Rosso, in vita, raccolse la stima di artisti a lui contemporanei come Edgar Degas e Auguste Rodin.

L’importanza di Medardo Rosso nella Storia dell’arte

Le opere di Medardo Rosso, secondo gli storici dell’arte, rappresentano un momento di svolta nella storia dell’arte europea e apre le porte alle sperimentazioni successive.

Le opere di Medardo Rosso

La portinaia di Medardo Rosso

La portinaia di Medardo Rosso
La portinaia di Medardo Rosso

Medardo Rosso, La portinaia, 1883, cera, 38.5 x 34.5 x 21 cm. Milano, Galleria d’Arte Moderna

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Sagrestano (Scaccino) di Medardo Rosso

Sagrestano di Medardo Rosso
Sagrestano di Medardo Rosso

Medardo Rosso, Sagrestano (Scaccino), 1883, bronzo, 36.5 x 25.5 x 15 cm. Milano, Galleria d’Arte Moderna

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Madame X di Medardo Rosso

Madame X di Medardo Rosso
Madame X di Medardo Rosso

Medardo Rosso, Volto femminile – Madame X, 1896, cera / gesso, 30 x 19 x 24 cm. Venezia, Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna

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Aetas Aurea di Medardo Rosso

Aetas Aurea di Medardo Rosso
Aetas Aurea di Medardo Rosso

Medardo Rosso, Aetas Aurea (L’età dell’oro – Madre e figlio – Il bacio), 1886 ca., cera, 43,5 x 40,5 x 32 cm. Città del Vaticano, Musei vaticani, Collezione d’Arte Contemporanea

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La petite rieuse

La petite rieuse di Medardo Rosso
La petite rieuse di Medardo Rosso

Medardo Rosso, La petite rieuse, 1889, cera su gesso, altezza 28 cm. Milano, Pinacoteca di Brera


L’enfant juif

L’enfant juif di Medardo Rosso
L’enfant juif di Medardo Rosso

Medardo Rosso, L’enfant juif, 1892-1893, cera su gesso, altezza 25 cm. Milano, Pinacoteca di Brera


Bimbo al sole

Bimbo al sole Medardo Rosso
Bimbo al sole di Medardo Rosso

Medardo Rosso, Bimbo al sole, 1890-1892, bronzo, 23 x 34.2 x 21.5 cm. Torino, Galleria d’Arte Moderna


Dame à la voilette

Dame à la voilette di Medardo Rosso
Dame à la voilette di Medardo Rosso

Medardo Rosso, Dame à la voilette, 1893, Gesso, Cera su gesso, 61.5 x 52 cm. Milano, Pinacoteca di Brera


Enfant malade (Il ragazzo malato) di Medardo Rosso

Enfade malade di Medardo Rosso
Enfade malade di Medardo Rosso

Medardo Rosso, Enfant malade (Il ragazzo malato), 1895, bronzo, 25.5 x 14.5 x 16,5 cm. Milano, Galleria d’Arte Moderna

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Birichino (Gavroche) di Medardo Rosso

Birichino di Medardo Rosso
Birichino di Medardo Rosso

Medardo Rosso, Birichino (Gavroche). 1895, bronzo, 27 x 20 x 26 cm. Milano, Galleria d’Arte Moderna

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Ecce puer

Ecce Puer di Medardo Rosso
Ecce Puer di Medardo Rosso

Medardo Rosso, Ecce Puer, 1906, gesso, 42 x 32 x 52 cm. Milano, Galleria d’Arte Moderna


Effetto d’uomo che legge di Medardo Rosso

Effetto d'uomo che legge di Medardo Rosso
Effetto d’uomo che legge di Medardo Rosso

Medardo Rosso, Effetto d’uomo che legge, 1923, cera su gesso, 36 x 31.5 x 31,5 cm. Milano, Galleria d’Arte Moderna

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Bibliografia

  • Medardo Rosso e L. Giudici, Scritti sulla scultura, Abscondita (15 luglio 2003) Collana: Carte d’artisti, ISBN-10: 8884160596 ISBN-13: 978-8884160591
  • Francesco Stocchi, Medardo Rosso, Giunti Editore Collana: Dossier d’art In commercio dal: 1 aprile 2015, EAN: 9788809993617
  • Sharon Hecker, Un monumento al momento. Medardo Rosso e le origini della scultura contemporanea, Johan & Levi (12 dicembre 2017) Collana: Saggistica d’arte, ISBN-10: 8860102014 ISBN-13: 978-8860102010

Link esterni

Consulta la pagina dedicata alla scultura di Medardo RossoEcce Puer, sul sito dei Beni Culturali della Lombardia.

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