Reminiscenze archeologiche dell’Angelus di Millet di Salvador Dalí

Reminiscenze archeologiche dell’Angelus di Millet di Salvador Dalí fa riferimento a un celebre dipinto realista francese.

Salvador Dalí, Reminiscenze archeologiche dell’Angelus di Millet, 1933 – 1935, olio su tavola, 31,7 x 30,3 cm. St. Petersburg, The Salvador Dali Museum

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Indice

Descrizione di Reminiscenze archeologiche dell’Angelus di Millet di Salvador Dalí

Due sagome di pietra di forma umana svettano all’interno di un paesaggio che raffigura una pianura deserta illuminata dalla luna. Sul terreno, proprio al centro delle due lunghe ombre, un uomo indica in alto tenendo la mano di un bambino.

Interpretazioni e simbologia di Reminiscenze archeologiche dell’Angelus di Millet di Salvador Dalí

Salvador Dalí in questo dipinto reinterpretò il celebre quadro di Jean-François Millet conosciuto come l’Angelus. Il maestro del Surrealismo trasformò le figure dei due contadini in sagome di pietra che assumono l’aspetto di due torri che svettano nella pianura. La luna di Ampurdan illumina in controluce le forme e crea un’atmosfera surreale e dal carattere preistorico.

La lettura preistorica

Lo stesso Dalí, nel testo che descrive l’opera di Millet, paragonò i contadini dipinti dal maestro realista a dei menhir, da lui visti in alcune zone della Catalogna. L’interpretazione di Dalí deriva quindi dai suoi ricordi e dall’associazione prodotta dalla sua mente tra i protagonisti dell’opera di Millet e i ricordi personali. Questo dipinto di Millet suscitò l’interesse di molti artisti che lo reinterpretarono nel corso dell’Ottocento e del Novecento. Una fra le tante è opera del pittore olandese Vincent van Gogh.

Il mito tragico dell’Angelus di Millet

Anche gli impressionisti citarono l’Angelus interpretandolo come l’immagine della pace spirituale. Invece Dalí lo interpretò come un’aggressione sessuale repressa, come scrisse nel saggio dedicato a questo dipinto e intitolato Il mito tragico dell’Angelus of Millet. Inoltre, il pittore era convinto che la preghiera dei due contadini non fosse rivolta all’Angelus ma al figlio bambino morto e sepolto.

Il mito della mantide religiosa

Dalí, come ossessionato dalle due figure di contadini, cercò una spiegazione a questo profondo e inconscio fascino nei loro contronti. L’artista propose così una ulteriore interpretazione in chiave sessuale dell’opera legata al potere sessuale femminile. Infatti Dalì paragonò le figure dei contadini a due mantidi. La femmina di questi insetti solitamente, dopo l’accoppiamento divora il maschio. Nel tempo la mantide è quindi diventata simbolo di famme fatale che seduce il maschio e poi lo divora. Quindi, la figura femminile a destra è pronta a balzare sul maschio che cerca di proteggere le sue parti intime con il capello. Gli studiosi di Dalì fanno notare inoltre che la paura di impotenza e di castrazione dell’artista condizionarono, probabilmente, la sua interpretazione figurativa critico-paranoica. La dimensione monumentale delle due figure le colloca in un dimensione universale quali simboli della sensualità umana.

La presenza della morte

Ai piedi delle due monumentali figure di pietra sono dipinti gruppi di cipressi. Queste macchie di vegetazione ricordano il dipinto intitolato L’isola dei morti di Arnold Böcklin. La citazione rimanda probabilmente alla finitezza della vita e in qualche modo a questa allude l’adulto che indica in direzione degli alberi al bambino che gli stringe la mano.

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Reminiscenze archeologiche dell’Angelus di Millet di Salvador Dalí è conservato a St. Petersburg presso il The Salvador Dali Museum.

L’artista e la società. La storia dell’opera Reminiscenze archeologiche dell’Angelus di Millet di Salvador Dalí

Salvador Dalí dipinse Reminiscenze archeologiche dell’Angelus di Millet intorno al 1933 – 1935. I curatori del Museo sottolineano come le opere di Jean Francois Millet furono una importante fonte di ispirazione per Salvador Dalí, soprattutto durante il suo periodo giovanile.

Dalí, nello studio dedicato all’opera di Millet, interpretò i due contadini come genitori che pregano sulla tomba del piccolo figlio morto. L’artista nel tempo ribadì con convinzione la propria idea e così i tecnici sottoposero il dipinto di Millet a una indagine radiografica. Il risultato sorprendente fu che in prossimità del terreno tra i due contadini, sotto la superficie dipinta, compare una forma rettangolare che si può interpretare come una bara.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile di Reminiscenze archeologiche dell’Angelus di Millet di Salvador Dalí

La pittura surrealista di Salvador Dalí presenta un linguaggio criptico fatto di simboli, allusioni e citazioni da altre opere. Lo stile iperreale delle figure inoltre contribuisce a creare il senso di smarrimento perché spesso lo spazio presenta tranelli ottici e prospettici.

La tecnica

Il dipinto di Salvador Dalí, Reminiscenze archeologiche dell’Angelus di Millet, è in olio su tavola di 31,7 centimetri per 30,3 cm.

Il colore e l’illuminazione

Il dipinto di Dalí presenta una composizione cromatica costruita sul contrasto tra la coppia di complementari arancione e blu. Si crea così anche un contrasto di temperatura cromatica, tra il suolo più caldo e saturo e il cielo più grigio e freddo. Al centro del dipinto, in corrispondenza dellla sommità delle figure, il cielo si apre con un bagliore giallo.

La scena e il paesaggio sono illuminati da una luce fredda che proviene dallo sfondo del dipinto e crea lunghe ombre che si proiettano in direzione dell’osservatore. Le figure umane e quelle rocciose sono quindi molto scure perché si trovano in controluce.

Lo spazio

La linea dell’orizzonte è bassa e presuppone che l’osservatore si trovi in posizione inferiore rispetto alla scena. Questo punto di vista favorisce l’aspetto monumentale delle figure che assumono l’aspetto di due grandi sculture naturali. In basso sono però presenti piccole figure umane che contraddicono l’osservazione dall’alto e generano così un senso di disorientamento nello sguardo dell’osservatore.

La composizione e l’inquadratura

Reminiscenze archeologiche dell’Angelus di Millet è un dipinto di forma rettangolare sviluppata in orizzontale. La sua inquadratura riprende quella del noto dipinto dell’artista francese, maestro del Realismo.

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Bibliografia

  • Carolina Brook, Dalì, Giunti Editore, Collana: Dossier d’art Anno edizione: 2000;2002, EAN: 9788809016071
  • Fiorella Nicosia, Dalì, Giunti Editore, Collana: Vita d’artista, 2010, EAN: 9788809052956
  • Salvador Dalì, Les dîners de Gala. Cene di Gala. Il ricettario surrealista di Salvador Dalí, Taschen, Collana: Varia, 2016, EAN: 9783836539753
  • Salvador Dalì, I cornuti della vecchia arte moderna, Abscondita, Collana: Miniature, 2008; 2017, EAN: 9788884166166
  • Salvador Dalì, 50 segreti magici per dipingere, Abscondita, Collana: Carte d’artisti, 2018, EAN: 9788884167279
  • Salvador Dalì, Il mito tragico dell’Angelus di Millet, Abscondita, Collana: Carte d’artisti, 2019, EAN: 9788884167903
  • Salvador Dalì, La mia vita segreta, Abscondita, Collana: Carte d’artisti, 2020, EAN: 9788884168580

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 12 marzo 2022.

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