L’isola dei morti di Arnold Böcklin

L’Isola dei morti è un celebre dipinto di Arnold Böcklin, realizzato in cinque versioni, considerato una icona della pittura simbolista.

Arnold Böcklin, L’isola dei morti (Die Toteninsel), maggio 1880, olio su tela, 111 x 155 cm. Basilea, Kunstmuseum

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Indice

Descrizione de L’isola dei morti di Arnold Böcklin

L’isola dei morti emerge al centro di uno specchio d’acqua scura e immobile. Dalle sponde si alzano alte pareti di roccia nelle quali sono scavati i sepolcri verso l’interno. Compaiono, inoltre, dei templi e delle statue di leoni. Le strutture rocciose sono aperte ad anfiteatro verso il fronte del dipinto. Al centro, un gruppo di cipressi alti e molto scuri si alza verso il cielo. Una barca si appresta ad attraccare sull’isola. Su di essa, oltre al conducente, una sagoma umana bianca è in piedi. Sembra avvolta da un sudario o da bende che ricoprono interamente il corpo. Ai suoi piedi, una bara chiara è posata di traverso sulla prua dell’imbarcazione. Il cielo è scuro, solo leggermente meno profondo dello specchio d’acqua. Un bagliore mette in risalto l’isola a sinistra.

Interpretazioni e simbologia de L’isola dei morti di Arnold Böcklin

Nel dipinto di Arnold Böcklin è raffigurata un’isola fantastica. Böcklin immagina un luogo isolato nel quale i sepolcri sono scavati nella roccia. Gli alti cipressi sono tipici dei luoghi di sepoltura e rimandano al lutto. La barca accompagna il defunto nel suo ultimo viaggio. Infatti, la figura umana è in piedi e avvolta da una tunica bianca. Di fronte ad essa una bara è poggiata di traverso sulla prua dell’imbarcazione.

Un uomo conduce la barca a remi. La sua figura evoca il personaggio di Caronte, il traghettatore delle anime dell’Inferno di Dante Alighieri. Le interpretazioni dell’Isola dei morti di Böcklin sono molte. Infatti, ogni intellettuale che si cimentò nella lettura dell’opera diede una propria versione dell’immagine. L’isola immaginaria fu modellata, forse, sul cimitero degli inglesi di Firenze mentre altri indicarono come fonte alcune isole del mediterraneo. Infine, Böcklin dipinse, forse, un’opera che simboleggia il suo dolore per la morte di sei figli.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Alexander Günther, un mecenate molto misterioso commissionò la prima versione dell’Isola dei morti di Arnold Böcklin. L’artista elaborò a lungo l’idea creativa alla base del dipinto e lo realizzò nel suo studio di Firenze. Il 19 maggio del 1880 l’opera fu terminata ma Böcklin, intanto, si era legato emotivamente al dipinto. Nonostante questa sua affezione gli storici non conoscono la fonte della sua ispirazione. Comunque, l’opera fu molto apprezzata per il suo fascino misterioso.

Marie Berna, contessa di Oriola, commissionò all’artista una variante dell’Isola dei morti nell’aprile del 1880. Il mercante d’arte Fritz Gurlitt, nel 1883, commissionò una terza edizione del dipinto che prese il titolo di Isola dei morti (Die Toteninsel). Böcklin dipinse, poi, una quarta versione che fu di proprietà del barone Heinrich Thyssen e fu distrutta da un bombardamento durante la seconda Guerra Mondiale. Infine, nel 1886, il museo di Belle Arti di Lipsia commissionò la quinta versione del dipinto.

L’artista e la società. La storia dell’opera

Arnold Böcklin realizzò L’isola dei morti in cinque versioni, tra il 1880 e il 1886. Il titolo, delle due prime versioni, fu Un luogo tranquillo. Il dipinto di Böcklin ispirò molti intellettuali, letterati e artisti. Tra gli altri, Giorgio De Chirico e Salvador Dalì riproposero il dipinto. Il fascino misterioso e mistico dell’opera colpì anche Adolf Hitler che acquistò la terza versione esponendola al Berghof e, in seguito, presso la cancelleria del Reich. Ora si trova presso l’Alte Nationalgalerie di Berlino. Arnold Böcklin, nel 1888, dipinse un dipinto intitolato L’Isola del vivi custodito presso il Kunstmuseum di Basilea.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile de L’isola dei morti di Arnold Böcklin

Arnold Böcklin è considerato un artista simbolista. Il paesaggio è dipinto con definizione dei particolari ma è favorita la resa ambientale d’insieme. Infatti, una delle caratteristiche della pittura simbolista fu quella di creare atmosfere sospese e sognanti. Inoltre, Böcklin fu impegnato nel superare i limiti del Realismo e dell’Impressionismo proponendo una interpretazione spirituale dell’opera. Le atmosfere create da Böcklin intendono evocare la realtà ultraterrena che si percepisce oltre quella quotidiana.

Il colore e l’illuminazione

Arnold Böcklin nel dipinto L’Isola dei morti rivela la tendenza a subordinare il disegno al colore. Infatti i toni dell’opera sono fortemente contrastati e accesi. Volontariamente, l’artista non utilizzò lo sfumato leonardesco che prevede la perdita di saturazione dei toni. Infatti, i colori usati da Böcklin sono brillanti grazie ad una tecnica adatta ad accentuare la luminosità delle tinte pure.

Lo spazio

La luce e i contrasti di luminosità permettono di chiarire le distanze e i rapporti tra le figure. Le aperture scavate nella roccia sono regolari e permettono di valutare le relazioni di grandezza con la figura umana che giunge sulla barca. Inoltre, il loro allineamento, a destra, crea una fuga prospettica che chiarisce il punto di vista dell’osservatore. Gli alti cipressi che si inerpicano sul pendio, creano una necessaria sovrapposizione di quinte che suggerisce la profondità centrale dell’isola.

La composizione e l’inquadratura

L’Isola dei morti di Arnold Böcklin è un dipinto dal formato orizzontale. L’isola è esattamente al centro del dipinto e occupa gran parte della sua superficie. Fu progettato con una rigorosa simmetria centrale che contribuisce a creare il fascino del dipinto. La disposizione scalare delle rupi è allineata sulla diagonale che sale da destra in basso. I cipressi, invece, sono disposti, in altezza, a partire da sinistra, verso destra in alto. La scena è vista da un punto di vista alto che corrisponde a circa metà dell’altezza delle rocce.

Confronti. Le cinque versioni de l’Isola dei morti di Arnold Böcklin


L’isola dei morti del Metropolitan Museum di New York

Arnold Böcklin, L'isola dei morti (Die Toteninsel), giugno 1880, olio su tavola, 73,7 x 121,9 cm. New York, The Metropolitan Museum of Art
Arnold Böcklin, L’isola dei morti (Die Toteninsel), giugno 1880, olio su tavola, 73,7 x 121,9 cm. New York, The Metropolitan Museum of Art

La versione dell’Isola dei morti conservata a New York è vicina a quella di Basilea. Cambia, leggermente, la disposizione dei cipressi e i colori sono più vivi. Il formato è più panoramico.

Consulta la pagina dedicata al dipinto di Arnold Böcklin, L’isola dei morti (Die Toteninsel), sul sito del The Metropolitan Museum of Art di New York.

L’isola dei morti dell’Alte Nationalgalerie di Berlino.

Arnold Böcklin, L'isola dei morti (Die Toteninsel), giugno 1883, olio su tavola, 80 x 150. Berlino, Alte Nationalgalerie
Arnold Böcklin, L’isola dei morti (Die Toteninsel), giugno 1883, olio su tavola, 80 x 150. Berlino, Alte Nationalgalerie

Secondo alcuni storici fu proprio questa versione a determinare la fama dell’opera sul finire dell’Ottocento. Fu commissionata nel 1883 dal mercante d’arte Fritz Gurlitt. Ne fece una celebre incisione Max Klinger. Inoltre, fu ripresa in molte altre opere d’arte e si può considerare come l’icona di un’intera epoca. Fritz Gurlitt, di Berlino, vendette l’opera a Cornelius Julius Schön di Worms nel 1884. Fu poi parte della collezione di Tina Schön-Renz, a Worms, fino al 1887, quindi, passò a Margarethe von Franz, Zürich/Rheineck nei pressi di St. Gallen, nel 1921.

Nel 1923 l’opera passò alle Kunsthandlung Galerie Heinemann di Monaco, e Kunsthandlung Gerstenberger, di Chemnitz. Nel 1924 fu, poi proprietà di Alfred Escher, di Chemnitz, nei primi anni Trenta del Novecento della Galerie Fleischmann, di Monaco e dal 1931 al 1936 della collezione Sturzenegger, di San Gallo. Poi, nel 1936 ne divenne proprietaria la Kunsthandlung Ludwigsgalerie (Fritz Nathan), di Monaco di Baviera, quindi la gallerista Maria Almas, b. Dietrich, di Monaco di Baviera. Durante il Nazismo, dal 1936 al 1945 fu esposta presso l’Amministrazione della Cancelleria del Reich a Berlino. Fino al 1980 si trovò presso Wolfgang Böttger, Console Generale a. h., di Berlino. infine grazie a fondi speciali venne acquisita dall’Alte Nationalgalerie di Berlino.

Consulta la pagina dedicata al dipinto di Arnold Böcklin, L’isola dei morti (Die Toteninsel), sul sito dell’Alte Nationalgalerie di Berlino.

L’isola dei morti distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale

Arnold Böcklin, L'isola dei morti (Die Toteninsel), 1884, olio su rame, 81 x 151. Distrutta.
Arnold Böcklin, L’isola dei morti (Die Toteninsel), 1884, olio su rame, 81 x 151. Distrutta.

Dell’opera perduta di Arnold Böcklin rimane solo una immagine fotografica. Sembra ricalcare la versione conservata presso il Museo di Berlino.

L’isola dei morti
del Museum der bildenden Künste di Lipsia

L'isola dei morti (Die Toteninsel) di Arnold Böcklin di Lipsia
L’isola dei morti (Die Toteninsel) di Arnold Böcklin di Lipsia

Il dipinto presenta un cielo più chiaro e burrascoso. Anche la superficie liquida risulta più illuminata. Diventa uno specchio d’acqua che riflette i colori del cielo. Di conseguenza, i contrasti di luminosità sono accentuati.

Consulta la pagina dedicata al dipinto di Arnold Böcklin, L’isola dei morti (Die Toteninsel), sul sito del Museum der bildenden Künste di Lipsia.

Approfondimenti

Il Simbolismo nacque in Europa intorno al 1880. Caratteristiche di questa corrente artistica fu la trasfigurazione della realtà. Le opere simboliste, infatti, utilizzarono paesaggi e figure per rappresentare aspetti della vita emotiva e personale dell’artista. Le immagini illustrano, così, la volontà di fuggire da una visione del mondo razionale. Le scene rappresentano visioni interiori, sogni e aspettative degli autori. Inoltre, utilizzarono riferimenti all’antichità classica trasfigurata da una interpretazione contemporanea.

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