Mario Sironi fu uno degli artisti che fondarono il gruppo Novecento negli anni Venti a Milano nell’ottica del recupero figurativo in seguito alle sperimentazioni delle Avanguardie artistiche.
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Nascita di Mario Sironi
1885. Mario Sironi nacque a Sassari il 12 maggio 1885. Nella sua famiglia erano presenti artisti, musicisti e architetti. Inoltre Ignazio Villa, Il nonno materno fu scultore e scienziato oltre che architetto.
Formazione di Mario Sironi
Mario di Sironi iniziò la sua carriera artistica a Roma. Infatti la sua famiglia si spostò in questa città subito dopo la sua nascita. Il piccolo Mario si dedicò quindi alla lettura dei classici, della filosofia e all’ascolto e all’interpretazione della musica sinfonica soprattutto di Wagner. Fin da piccolo dimostrò una certo interesse nei confronti del disegno.
1902. Nel 1902, all’età di 17 anni, si iscrisse alla facoltà di ingegneria ma una grave depressione lo costrinse a lasciare gli studi. Due artisti, scultore Ximenes e il pittore Discovolo, lo consigliarono di affrontare studi artistici. Sironi si scrisse così alla Scuola Libera del Nudo di via Ripetta. Conobbe quindi Boccioni, Severini e Balla. Frequentò l’ambiente artistico-culturale intorno a Primo futurismo. Ispirato dai lavori di Giacomo Balla, Sironi affrontò la sperimentazione divisionista.
1908. A ventitré anni si recò poi a Parigi dove incontrò Umberto Boccioni nell’estate 1908.
1910-1911. Lo scultore amico Felix Tannenbaum ospitò Sironi a Erfurt in Germania dal 1910-1911.
1913. Dal 1913 Sironi si avvicinò al Futurismo grazie alla sua amicizia con Umberto Boccioni. Sironi però interpretò la sperimentazione futurista in chiave maggiormente plastica e volumetrica.
Ballerina di Mario Sironi

1919. Ballerina, 1919, olio su tela, misure?. Milano, Museo del Novecento. Dal 1919 Sironi si trasferì stabilmente a Milano. In questo dipinto sono ancora presenti influenze futuriste e una personale interpretazione della Pittura Metafisica.
Paesaggio urbano
1924. Paesaggio urbano, 1924, olio su tela, misure. Venezia, Ca’ Pesaro Galleria Internazionale d’Arte Moderna. L’artista iniziò a frequentare Milano dal 1915 e nel 1919 si stabilì nella città lombarda. Ebbe così modo di frequentare le periferie urbane e di dedicare agli angoli cittadini molte vedute. Inoltre spesso ricorrono angoli di Porta Vittoria, quartiere nel quale Sironi viveva.
Consulta la pagina dedicata al dipinto di Mario Sironi, Paesaggio urbano, sul sito del Ca’ Pesaro Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Venezia.
Solitudine
1925–1926. Solitudine, 1925-1926, olio su tela, cm 98 x 82. Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna. Mario Sironi nel dicembre 1922 fondò il gruppo “Novecento” a Milano insieme a, Dudreville, Funi, Malerba, Marussig e Oppi. Partecipò così alla prima mostra presso la galleria Pesaro di Milano del marzo 1923. Margherita Sarfatti, critica e intellettuale, lo invitò alle due mostre di “Novecento italiano” del 1926 e del 1929 organizzate presso la Permanente di Milano.
La Giustizia
1936 – 1938. La Giustizia, 1936-38, Mosaico, dimensioni?. Milano, Palazzo di Giustizia. L’opera è un grande mosaico realizzato per il Palazzo di Giustizia di Milano. I riferimenti sono allegorici infatti le figure umane rappresentano La Giustizia, La Legge e La Forza. I riferimenti sono alla grande tradizione musiva del Romanico italiano.
Il lavoro
Mario Sironi, Il lavoro, data?, olio su tela, misure?. Forlì, Collezione Verzocchi. Il tema di questo dipinto fu richiesto dall’industriale Giuseppe Verzocchi. Il collezionista infatti tra il 1949 e il 1950 riuscì a convincere molti artisti italiani a partecipare al suo progetto. L’intera collezione divenne poi di proprietà del comune di Forlì il primo maggio del 1961 per volere del proprietario.
Cavallini

1950. Cavallini, 1950, olio, tempera, grafite su carta, 27.2 x 37.2 cm. Milano, Galleria d’Arte Moderna. Nel dopoguerra l’artista venne isolato da alcuni dei più influenti critici italiani. Le forme delle sue opere si sfaldano e si confondono inoltre chiari riferimenti figurativi.
Alto Silenzio

1951. Alto silenzio, 1951, olio su tela, 60 x 49 cm. Milano, Galleria d’Arte Moderna. Lo sfondo diventa materico e assume l’aspetto di un materiale pietroso. Inoltre le figure sembrano scolpite all’interno della superficie. Infatti nella parte alta le semplici forme risultano scavate. In basso invece sembrano rilievi appena accennati.
L’oracolo

1952. L’oracolo, 1952, olio su tela, 70 x 45.5 cm. Milano, Galleria d’Arte Moderna. Le figure umane dipinte da Sironi sono semplici e assumono un aspetto antico. Le forme infatti richiamano le statue romaniche con le loro proporzioni approssimate e i volumi abbozzati. Inoltre le figure sono compatte, legnose e monolitiche.
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