La Nascita di Venere di Sandro Botticelli

La Nascita di Venere di Sandro Botticelli esposta alla Galleria degli Uffizi di Firenze rappresenta un ideale di bellezza elegante e raffinato.

Sandro BotticelliNascita di Venere, tra il 1476 e il 1487, tempera su tela, 172,5 x 278,5 cm. Firenze, Galleria degli Uffizi

Indice

Descrizione della Nascita di Venere di Sandro Botticelli

Al centro del dipinto si trova Venere che sorge dalle acque, raffigurata in piedi, su di una conchiglia. La dea sembra avanzare levitando sulle onde con leggerezza verso al sua meta. Venere è nuda e Zefiro, a sinistra, soffia verso di lei mentre stringe in un abbraccio la ninfa Clori.

A destra, invece, una delle Ore o una delle Grazie, porge a Venere una veste ricamata con figure di mirti, primule e rose. La veste è un capolavoro di sapiente decorazione, realizzata con fiori dipinti in modo minuzioso. Intorno, il paesaggio è appena accennato come il mare che sembra una carta da parati. Infatti le onde sono rappresentate attraverso semplici segni lineari.

Interpretazioni e simbologia de La Nascita di Venere di Sandro Botticelli

Il soggetto di questo famoso dipinto è ispirato alle Metamorfosi di Ovidio. Lo stesso tema si trova infatti descritto ne le Stanze di Agnolo Poliziano anche in questo caso su ispirazione del racconto di Ovidio. La narrazione sulla nascita di Venere si trova anche nella Teogonia di Esiodo, nel De rerum natura di Lucrezio e in un inno omerico.

Il dipinto di Botticelli, come altri anche di epoca ottocentesca, è intitolato La nascita di Venere. Nonostante il titolo la scena rappresenta l’approdo della dea sull’isola di Cipro.

Il Neoplatonismo e Botticelli

Anche il dipinto di Botticelli, come La Primavera, nasce all’interno della cultura neoplatonica diffusa a Firenze. Infatti, presso la corte di Lorenzo il Magnifico, vi erano molti intellettuali seguaci di questa filosofia. Secondo i principi del Neoplatonismo l’amore rappresenta un principio vitale e forza del rinnovamento della natura.

Il tema sotteso dal dipinto è la celebrazione della nascita di una nuova umanità, rappresentato dalla figura di Venere. La dea viene rappresentata nuda ma la sua nudità ha un intento estetico e astratto. Questa figura idealizzata rappresenta il modello della bellezza secondo Sandro Botticelli.

Il classicismo della Nascita di Venere

Venere è nuda e con la mano copre il pube in un atteggiamento di timida riservatezza. Questo gesto si ritrova anche nelle figure scolpite delle statue classiche che prendono il nome di Venere pudica. Il termine che caratterizza questa tipologia di veneri deriva dal carattere riservato espresso nel gesto, appunto pudico. Inoltre i lunghi capelli incorniciano parzialmente il corpo come un telo naturale.

Le figure di Zefiro e Clori rimandano anch’esse a una fonte classica. Si tratta probabilmente della decorazione presente in una gemma di età ellenistica di proprietà di Lorenzo il Magnifico.

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La Nascita di Venere si trova a Firenze esposta alla Galleria degli Uffizi.

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Lo stile de La Nascita di Venere di Sandro Botticelli

Nel complesso il gruppo dipinto sembra una scena teatrale che si dispiega di fronte allo spettatore. I personaggi mitologici sono esili e allungati, con la pelle tendente ad un tono chiaro e eburneo. Come il paesaggio anche i corpi sono quasi bidimensionali e privi di un deciso chiaroscuro. Le forme sono definite attraverso un delicato contorno lineare che il maestro Botticelli utilizza in modo virtuoso.

Curve ritmiche e fluenti rendono i panneggi leggeri ed eleganti soprattutto nella veste mossa dal vento che Ora porge a Venere. Allo stesso modo fluiscono, verso il basso anche i capelli della dea mossi dal vento. Infine, il decorativismo stilistico si ritrova anche nei dettagli naturali come fiori ed erbe.

La tecnica

La Nascita di Venere è una tempera su tela di lino di 172,5 centimetri di altezza e 278,5 cm di larghezza.

Il colore e l’illuminazione

La luce illumina in modo diffuso la scena ma la fonte luminosa non è identificabile.

I riflessi dei lunghi capelli sono esaltati dall’applicazione di oro sulla tela.

Lo spazio

Lo spazio risulta contratto sul primo piano. Il senso di profondità viene infatti annullato dal linearismo delle figure e dal debole chiaroscuro che è assente anche nel paesaggio.

La composizione e l’inquadratura

Il dipinto è di forma rettangolare, sviluppata in orizzontale. Tale inquadratura permette la raffigurazione della scena con i tre gruppi di personaggi e un’ampia porzione di ambiente naturale.

La composizione è centrale e simmetrica. Venere, soggetto ideale del dipinto, si trova al centro in corrispondenza della verticale. Invece, i due gruppi di personaggi la affiancano, specularmente, a sinistra e a destra. La centralità della dea è sottolineata dal triangolo compositivo del quale Venere è il vertice. I due gruppi laterali, invece, rappresentano i lati del triangolo.

Questa configurazione suggerisce forse un significato simbolico. Venere, la dea dell’amore, media tra la passione fisica e la purezza spirituale. Il messaggio del dipinto diventa così la necessaria ricerca di un equilibrio tra passioni terrene ed elevazione spirituale. La contrapposizione tra le azioni dei due gruppi laterali, equilibrate però compositivamente, sottolinea quindi questo messaggio. Questi principi compositivi erano già espressi, al tempo di Botticelli, nel De pictura di Leon Battista Alberti.

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Bibliografia

  • Aby Warburg, Botticelli, 2003, 2016, Abscondita Collana: Miniature, EAN: 9788884165770
  • Carlo Bo, Botticelli, 2003, Rizzoli Skira Corriere della Sera Collana: I classici dell’arte, EAN: 5000000159960
  • Guido Cornini, Botticelli, 2016, Giunti Editore Collana: Dossier d’art, EAN: 9788809994249

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 29 dicembre 2021.

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