Leprotto di Albrecht Dürer

Leprotto di Albrecht Dürer ritrae in realtà una lepre matura che l’artista catturò e forse studiò al chiuso del suo studio.

Albrecht Dürer, Leprotto, 1502, acquerello e guazzo a calce su carta, 25 x 22,5 cm. Vienna, Graphische Sammlung Albertina

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Indice

Descrizione di Leprotto di Albrecht Dürer

L’acquerello dipinto da Albrecht Dürer ritrae una lepre accucciata al suolo e rivolta a destra dell’opera. L’animale appare calmo e rilassato ma con lo sguardo vigile. Le orecchie rigidamente rivolte una in alto e l’altra inclinata e leggermente ruotata, segnalano quindi la tensione e la prontezza della fuga. L’occhio destro della lepre presenta il riflesso della luce che filtra da una finestra. Dürer ha riprodotti i lunghi peli del naso e il manto di varia lunghezza nelle diverse zone del corpo.

Interpretazioni e simbologia la di Leprotto di Albrecht Dürer

Feldhase è il titolo in tedesco del piccolo dipinto di Albrecht Dürer che in inglese è conosciuto come Young Hare. L’artista tedesco nutrì una grande passione per la rappresentazione degli animali come testimonia l’attenzione applicata nella riproduzione del leprotto. Durer infatti realizzò diversi studi naturalistici, un granchio, un enorme scarafaggio con corna fantasiose, dal colore iridescente, un tricheco e un rinoceronte, la testa di un cervo e una civetta.

Secondo i curatori dell’Albertina di Vienna, il leprotto mostra i segni della paura nelle orecchie rigide e rivolte verso l’alto. Questo particolare testimonia così che Dürer potrebbe aver ritratto dal vero una lepre tenuta in cattività nel proprio studio. Il Leprotto rappresenta una novità artistica. Infatti è rappresentato isolato, senza un contesto narrativo o religioso intorno. Infatti ancira nel Cinquecento, gli animali comparivano nelle opere religiose in forma di attributi iconografici.

Alcuni critici d’arte sono convinti che il riflesso nell’occhio del coniglio non indichi la presenza di una finestra ma sia una convenzione estetica utilizzata dagli artisti olandesi. Si ritrova infatti in molti dipinti all’interno di uno specchio convesso, di un bicchiere o in un brillante elmetto militare.

Il coniglio, o la lepre, nell’iconologia

La figura della lepre, o del coniglio, è presente in molti dipinti religiosi o profani. Infatti l’animale, nel tempo, ha rappresentato diversi significati iconografici come cautela e vigliaccheria, fertilità e voluttà e nel caso del pelo bianco, castità.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Il Leprotto di Dürer si trova a Vienna custodito presso la Graphische Sammlung dell’Albertina. Una copia dell’acquerello conservato a Vienna faceva parte della collezione Gay, e si trova attualmente al Museo del Louvre a Parigi. A causa della fragilità del dipinto, presso l’Albertina di Vienna è esposta una copia dell’opera che invece è mostrata al pubblico solo due volte ogni cinque anni. L’opera, infatti è estremamente delicata la luce e il contatto con il pubblico deteriorano i colori e la carta.

Nel 1519 il collezionista di Norimberga Willibald Imhof acquistò il dipinto e probabilmente fu lui a metterlo a disposizione a coloro che ne fecero delle copie. Infatti ad oggi si contano tredici varianti del Leprotto. Alcune di queste riportano la falsa firma di Dürer e risalgono principalmente al Quattrocento. Nel 1588, il Leprotto di Dürer fu proprietà della collezione dell’imperatore Rodolfo II. Nel 1783 è poi documentato presso la biblioteca di corte. Passò quindi al duca Alberto di Sassonia-Teschensky e, infine, giunse nel museo Albertina dove è custodito in un caveau.

L’artista e la società. La storia dell’opera Leprotto di Albrecht Dürer

Questo acquerello raffigurante una lepre rulisale al 1502. Albrecht Dürer autografò il piccolo dipinto con il suo monogramma e scrisse anche la data nella quale realizzò l’immagine dell’animale. Gli studiosi considerano autentica la firma del maestro di Norimberga.

Gli storici nel tempo si sono chiesti come fece Dürer a ritrarre così fedelmente e con precisione la lepre. Gli studiosi hanno escluso che il modello sia stato un animale impagliato perché all’epoca non era uso la tassidermia. Forse l’artista, per poter studiare il modello, catturò una lepre e probabilmente la tenne in vita chiusa nel suo studio. Secondo alcuni studiosi, Dürer realizzò diversi studi su conigli selvatici e forse studiò anche una lepre morta per osservare con calma e attenzione i particolari.

Proprio il particolare del riflesso sull’occhio della lepre fa pensare che l’artista abbia tenuto l’animale vivo in un ambiente chiuso per poterlo studiare e riprodurre.

L’opinione della critica

Grazie all’attenta riproduzione dei minuti particolari e l’utilizzo fedele dei colori, gli storici considerano il Leprotto di Albrecht Dürer uno dei suoi migliori acquerelli. Inoltre gli esperti apprezzano la capacità di Dürer di rappresentare la posizione statica dell’animale nell’attesa dello scatto di fuga tipico della preda.

Gli esperti sottolineano poi che il Leprotto fu anche apprezzato dalla gente comune. Infatti sembra che ispirò i primi modelli per realizzare gli stampi di coniglietti di cioccolato. Probabilmente anche il grande realismo con il quale l’animale è riprodotto portò al grande pubblico questa immagine.

La fortuna del Leprotto di Albrecht Dürer

Il Leprotto di Dürer attirò subito l’interesse di collezionisti dell’epoca e di altri artisti che lo riprodussero all’interno di spazi naturali. La stessa cisa fecero allievi del maestro di Norimberga, città di nascita di Dürer. Hans Hoffmann dipinse Una lepre nella foresta intorno al 1585.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile del Leprotto di Albrecht Dürer

Il maestro fiammingo si dimostrò particolarmente abile nel disegnare i particolari delle figure. Anche il leprotto, soggetto di questo piccolo dipinto, è rappresentato con forte naturalismo in ogni sua parte. Dürer studiò attentamente la direzione del pelo della pelliccia che risulta diverso rispetto al muso, ai fianchi e in altre parti del corpo. Secondo gli storici, la particolarità di questa immagine, come altre di animali riprodotti da Dürer, è il suo naturalismo. Infatti Dürer non creò un modello di lepre, un archetipo idealizzato, ma studiò e riprodusse i dettagli di una lepre in particolare. Nonostante i numerosi studi che probabilmente l’artista tedesco realizzò dal vero, le caratteristiche fisiche dell’animale sono uniche. Questa modalità è diversa da quella adottata dagli artisti del Rinascimento italiano che studiavano il soggetto per astrarne un’immagine idealizzata e filtrata dalle convenzioni estetiche del momento e del luogo.

L’artista di Norimberga per realizzare la pelliccia morbida del leprotto tracciò una fitta trama di segni sottilissimi di diverse lunghezze. In questo modo riprodusse con naturalismo i peli grigi, marroni, rossicci-beige e sbiancati di ogni parte dell’animale. Infatti le pennellate grafiche riproducono il pelo corto sulle orecchie, lungo sui lati e leggermente arricciato sul collo e sul muso.

La tecnica del Leprotto di Albrecht Dürer

Albrecht Dürer dipinse Leprotto utilizzando la tecnica ad acquerello e guazzo a calce su un cartoncino di 21,5 e 22,6 cm. Per convenzione gli storici indicano questa piccola opera come un acquerello anche se si tratta di pittura a tempera di calce stesa a più strati.

Secondo gli studi, Dürer fu tra i primi artisti ad usare l’acquerello sperimentando però una tecnica diversa dagli altri pittori. Infatti l’artista stendeva il colore attraverso molti strati sovrapposti. Inoltre utilizzò pennelli molto sottili che gli hanno permesso di ottenere una grande definizione. I segni delle pennellate sono così sottili e precisi da sembrare linee tracciate con matite colorate. Per questo la pittura ad acquerello di Dürer è stata definita grafica ed elegante.

Il colore e l’illuminazione

Il leprotto è isolato, circondato dal pavimento di colore ocra molto chiaro. Il colore del pelo è caldo e dorato, risultato di pennellate di diverse sfumature di marroni e grigi. La figura dell’animale è messa in evidenza dall’ombra scura che si proietta verso destra. La luce che filtra da una finestra si riflette nell’occhio destro del leprotto. La direzione dell’illuminazione applicata da Dürer si comprende quindi dall’ombra che si proietta sul pavimento rialzato.

Lo spazio

L’animale, isolato sul pavimento di un ambiente chiuso, si trova più in basso rispetto all’osservatore. Però il punto di vista non corrisponde all’altezza di un individuo perché il leprotto mostrerebbe la parte superiore del corpo. Dürer ha quindi ritratto la lepre da vicino e da un’altezza adeguata a mostrare la maggior parte del soggetto. L’ombra che si proietta a destra permette di cogliere lo stacco tra la lepre e il pavimento. Questo è così l’unico indicatore spaziale insieme alla plasticità del chiaroscuro.

La composizione e l’inquadratura

Il piccolo dipinto di Albrecht Dürer è di forma rettangolare e il soggetto è dipinto al centro dell’inquadratura. Il leprotto è disposto in obliquo lungo la diagonale che sale dall’angolo inferiore destro. Questa disposizione permette di osservare il corpo di lato e quasi interamente la testa dell’animale.

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Bibliografia

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  • Chiara Casarin (a cura di), Albrecht Dürer. La collezione Remondini, Marsilio, Cataloghi, 1° ed. 2019, 978-88-297-0213-8

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 29 marzo 2023.

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