Le teorie sul fenomeno ottico del colore

Le teorie sul fenomeno ottico del colore sono state alla base di alcune sperimentazioni artistiche di fine Ottocento in Francia.

Pagina aggiornata il: 7 maggio 2023. Torna a visitarci e troverai nuovi contenuti.

Alcuni artisti di metà Ottocento, impressionisti e neoimpressionisti, si avvicinarono alle idee scientifiche per trovare ispirazione alle loro ricerche artistiche che si basarono sulle teorie di scienziati quali Michel Eugène Chevreul, Nicholas Ogden Rood e David Sutter. Questi autori pubblicarono trattati sul fenomeno ottico dei colori e della percezione delineando alcune teorie che si prestavano alle applicazioni pratiche in pittura. Inoltre con i loro testi compirono un’importante operazione divulgativa permettendo la comprensione di tali teorie anche ai non addetti ai lavori quali appunto gli artisti. A loro volta questi scienziati si basarono sulle precedenti teorie di Newton e Helmholtz.

Le teorie di Charles Blanc

Charles Blanc era il fondatore della Gazette des Beaux-Arts e membro dell’Académie française. Lo studioso nel suo saggio definì i rapporti tra colori complementari che nei loro accostamenti permettono di ottenere contrasti di grande efficacia. Blanc inoltre approfondì lo studio della struttura compositiva di un’opera attraverso l’uso delle linee soprattutto nella sua componente ritmica. Nel 1827, il pittore e incisore olandese David Pierre Giottino Humbert de Superville aveva già teorizzato l’uso delle linee in pittura nell’Essai sur les signes inconditionnels de l’art. Secondo tali riflessioni se la composizione è sviluppata e progettata efficacemente diminuisce l’importanza del colore a favore quindi del disegno.

Le teorie di Michel Eugène Chevreul

Seurat ha modo di apprendere le teorie di Michel Eugène Chevreul frequentando la biblioteca dell’Accademia. Michel Eugène Chevreul era un chimico e pubblicò nel 1839 il saggio intitolato Loi du contraste simultané des couleurs (Legge del contrasto simultaneo dei colori). Nel testo l’autore si esprime rispetto al contrasto simultaneo generato dai diversi colori.

Chevreul si soffermò sull’effetto di che un colore provoca sulla retina umana. Le cellule circostanti a quelle colpite da un colore evocano il suo complementare. Da questo deriva che quando un artista applica un colore sulla tela, intorno ad esso viene generato, nella nostra visione, il complementare. Così due complementari accostati si enfatizzano vicendevolmente. Georges Seurat partì quindi da queste considerazioni teoriche per esplorare le potenzialità di un nuovo linguaggio cromatico.

Le opere

Una domenica pomeriggio all’isola della Grande-Jatte

Una domenica pomeriggio all'isola della Grande-Jatte di Georges Seurat
Una domenica pomeriggio all’isola della Grande-Jatte di Georges Seurat

Georges Seurat, Una domenica pomeriggio all’isola della Grande-Jatte, 1884-1886, olio su tela, 207 x 308 cm. Chicago, Art Institute

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Bagnanti ad Asnières

Une baignade à Asnières di Georges Seurat
Une baignade à Asnières di Georges Seurat

Georges Seurat, Bagnanti ad Asnières (Une baignade à Asnières), 1884, olio su tela, 201 x 301,5 cm. Londra, National Gallery

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Il porto al tramonto. Saint Tropez. Opus 236 di Paul Signac

Il porto al tramonto. Saint Tropez. Opus 236 di Paul Signac
Il porto al tramonto. Saint Tropez. Opus 236 di Paul Signac

Paul Signac, Il porto al tramonto. Saint Tropez. Opus 236, 1892, olio su tela, 65,5 x 81,5 cm. Collezione privata

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Il pino Bonaventura di Paul Signac

Il Pino Bonaventura di Paul Signac
Il Pino Bonaventura di Paul Signac

Paul Signac, Il Pino Bonaventura, 1893, olio su tela, 65,7 x 81 cm. Houston, Museum of Fine Arts

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