Allegoria del lavoro di Adolfo Tommasi

Allegoria del lavoro di Adolfo Tommasi è un dipinto che propone una scena simbolica rappresentata da un giovane operaio.

Adolfo Tommasi, Allegoria del lavoro, 1905, olio e tempera su tela, 100 x 148 cm. Livorno, Museo Civico Giovanni Fattori

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Indice

Descrizione de Allegoria del lavoro di Adolfo Tommasi

Nel dipinto di Adolfo Tommasi, è rappresentato un giovane dal torso nudo di profilo. Il protagonista è seduto su un muretto e solleva un martello che stringe nella mano sinistra. Con la destra invece blocca un’asta di metallo incandescente contro una incudine. Un paio di braghe blu coprono le gambe fin sotto le ginocchia mentre gambe e piedi sono nudi. Sullo sfondo, un profilo industriale corre parallelo al muretto e dalle ciminiere si alzano pennacchi di fumo grigio.

Interpretazioni e simbologia de Allegoria del lavoro di Adolfo Tommasi

Il dipinto di Adolfo Tommasi è una allegoria dedicata al lavoro industriale. Quindi, in quanto immagine simbolica, il viso del protagonista non è in vista perché diventa l’operaio in senso universale. Il suo fisico è nudo e richiama la classicità con un riferimento al dio Vulcano, che secondo il mito classico governava il fuoco. Inoltre, la nudità del busto mette in evidenza la forza fisica del giovane operaio, esaltandola e celebrandola come una qualità eroica.

L’immagine creata da Tommasi trasforma così il lavoratore dell’industria in un eroe moderno, dotato di forza tale da poter piegare il metallo. Il meccanismo propagandistico, vicino alla tecnica dei media pubblicitari, celebra l’impegno e la dedizione del proletariato urbano alla causa del lavoro nella fabbrica. Infatti, l’operaio è rappresentato in primo piano, come assoluto protagonista, mentre la fabbrica è relegata nello sfondo. Come altre opere che si realizzeranno più avanti nel tempo, durante i regimi totalitari, questo dipinto contribuì a creare il mito del lavoro moderno e del progresso tecnologico. La stessa retorica del lavoro operaio fu utilizzata dal Realismo eroico nato durante il regime fascista, il regime nazista e l’Unione Sovietica.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

L’Allegoria del lavoro di Adolfo Tommasi, si trova a Livorno custodita presso il Museo Civico Giovanni Fattori con numero di inventario: 1991/1066. Il Museo acquisì il dipinto nel 1992. L’opera si trovava presso Ricovero di Mendicità che nel 1924 divenne l’Istituto Professionale e Casa di Riposo Giovanni Pascoli. Il dipinto di Adolfo Tommasi, insieme ad altri tre opere allegoriche, faceva parte della decorazione superiore delle pareti della Sala dei Benefattori. Nel 1992 l’edificio divenne proprietà comunale e le opere entrarono nelle raccolte civiche.

L’artista e la società. La storia dell’opera Allegoria del lavoro di Adolfo Tommasi

Adolfo Tommasi dipinse Allegoria del lavoro nel 1905, anno nel quale l’artista aveva circa 54 anni. In seguito a un debito non saldato, il Tribunale, intorno al 1903, aveva imposto al pittore di risarcire il Ricovero di Mendicità di Livorno. Tommasi si propose di realizzare una decorazione in cambio del denaro dovuto. Così Tommasi decorò la Sala dei Benefattori con due ritratti di filantropi e quattro allegorie dei principi fondanti della società quali La beneficenza, L’educazione, L’industria e Il lavoro.

La firma e la data si trovano in basso a destra: “AT 1905″. Adolfo Tommasi si formò da autodidatta insieme ai cugini Angiolo e Ludovico. Dopo una breve formazione presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze frequentò, insieme ai cugini, la villa di famiglia di Bellariva , quartiere fiorentino, dove incontrò Silvestro Lega.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile de Allegoria del lavoro di Adolfo Tommasi

Le prime opere di Adolfo Tommasi presentano un taglio naturalistico che subì una trasformazione in seguito all’incontro con il pittore macchiaiolo Silvestro Lega. I dipinti di figura e paesaggio più maturi si avvicinarono così alla tecnica impressionista. Il ciclo allegorico custodito presso il Museo Civico di Livorno mostra una concezione più decorativa che si ispira alla grafica Art Nouveau e al Simbolismo.

La tecnica

Allegoria del lavoro di Adolfo Tommasi è il risultato di una pittura magra e poco coprente. Infatti sotto il sottile velo di colore si intravedono i segni a matita della “quadrettatura” che l’artista tracciò per riportare il disegno sulla tela di 100 centimetri di altezza e 148 cm. di larghezza.

Il colore e l’illuminazione

La tempera allegorica di Adolfo Tommasi presenta colori caldi che suggeriscono l’atmosfera torrida dell’ambiente di lavoro. Infatti tra gli ocra anancioni del primo piano, spicca il colore acceso del metallo rovente. Le sagome industriali dello sfondo, sono brune e grigio caldo è il fumo che si innalza nel cielo turchese. Insieme al colore del cielo infine solo le braghe blu dell’operaio contrastano il tono caldo dell’intero dipinto.

Lo spazio

La figura del lavoratore, seduta in primo piano, si articola contro la linea di fabbriche dipinte sullo sfondo. La profondità della scena è quindi limitata a questi due unici piani di rappresentazione. La figura del giovane diventa, per contrasto di grandezza, fortemente monumentale.

La composizione e l’inquadratura

Il dipinto di Adolfo Tommasi presenta i bordi laterali di forma curva che racchiude come due parentesi la scena raffigurata. Le linee orizzontali del muretto e le architetture delle fabbriche creano la base strutturale dell’immagine sulla quale si articola la figura del lavoratore. Il braccio alzato infine imprime dinamismo alla scena grazie alla obliquità della sua posizione.

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Bibliografia

  • R. Monti, Museo Civico Giovanni Fattori, Sillabe, 1994

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 28 febbraio 2022.

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Consulta la pagina dedicata al dipinto di Adolfo Tommasi, Allegoria del lavoro, sul sito del Museo Civico Giovanni Fattori di Livorno.

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