Realismo socialista

Il Realismo socialista caratterizzò la cultura e l’arte dell’Unione Sovietica per quasi tutto il Novecento a partire dagli anni Trenta.

Pagina aggiornata il: 23 agosto 2021. Torna a visitarci e troverai nuovi contenuti.

Con Realismo socialista gli storici dell’arte indicano l’insieme delle opere realizzate in Unione Sovietica a partire dai primi decenni dal 1934. Il Realismo Socialista si diffuse poi in tutti i paesi del blocco comunista in Europa.

La storia del Realismo socialista

Maksim Gor’kij in occasione del Congresso degli Scrittori e degli Artisti Sovietici a Mosca nel 1934 formulò per la prima volta ufficialmente le sue linee guida. Le opere prodotte in ogni campo della cultura dovevano esprimere un contenuto realista. Anatolij Lunačarskij e Aleksandr Voronskij furono i primi teorici della tendenza che si diffuse poi a tutte le forme di espressione detta anche social-realismo.

Il social-realismo in campo culturale non presentò immediatamente caratteristiche omogenee e programmatiche. Infatti alcuni elementi erano propri del realismo dell’Ottocento filtrati attraverso sperimentazioni accademiche. I vari progetti erano poi ulteriormente elaborati e confezionati da artisti e grafici sovietici. Il progetto comunicativo propagandistico si delineò nel tempo e in seguito all’integrazione di diverse influenze.

Gli inizi della Rivoluzione

Inizialmente l’arte della Rivoluzione ebbe le forme delle sperimentazioni delle principali Avanguardie russe. Boris Kustodiev dipinse Bolscevico in forme simboliste. Pavel Filonov invece con semplificazione astratta dipinse Formula del proletariato di Pietrogrado. Aleksandr Samochvalov realizzò Donna-controllore che ricorda la sperimentazione cubista. Aleksandr Dejneka invece contaminò realismo con l’avanguardia dipingendo La difesa di Pietrogrado.

L’Associazione degli artisti della Russia rivoluzionaria

Nel 1922 alcuni accademici si costituirono in un gruppo definito AChRR  cioè Associazione degli artisti della Russia rivoluzionaria. In questo contesto fu stabilito di adottare una forma di Realismo eroico che costituisce le premesse per il Realismo socialista. Una delle opere più rappresentative di questa prima fase è Cerimonia di apertura del II congresso della Terza Internazionale di Isaak Brodskij.

Stalin e l’arte della Rivoluzione

Stalin iniziò a guidare il Congresso nel 1927 e con lui venne meno il pluralismo espressivo in arte. I principi guida ai quali dovevano sottostare gli artisti erano Fedeltà al partito e Contenuto ideologico delle opere. Il termine di Realismo socialista nacque nel 1932 e lo stile delle opere entro la fine degli anni Trenta del Novecento si formalizzò con un’estetica neoclassica e contenuti propagandistici.

Il Realismo socialista durante la Seconda Guerra Mondiale

Con l’entrata nella Seconda Guerra Mondiale i soggetti furono dettati dal conflitto. Sergej Vasil’evič Gerasimov dipinse La madre del partigiano. Vasilij Efanov invece ritrasse la città di Stalingrado. Aleksandr Ivanovič Laktionov raccontò la vita dei soldati con Lettera dal fronte. Altri poi celebrarono le vittorie come Pavel Filippovič Jakovlev che dipinse il Ritratto a cavallo del maresciallo Georgij Konstantinovič Žukov trionfante sui nazisti. Michail Chmel’ko realizzò invece Il trionfo del popolo vittorioso.

Il Realismo Socialista nel secondo dopoguerra

Nel secondo dopoguerra le opere si concentrarono sul progredire del progetto socialista raccontando scene di pace e prosperità.

Nella seconda metà nel Novecento gli artisti ebbero la libertà di raccontare anche lati oscuri della società sovietica. Cambiarono anche le forme e dal Neoclassicismo passarono allo stile dei murales messicani e della pittura en plein-air.

Gli ultimi anni prima del crollo dell’Unione Sovietica sono rappresentati da Ginnasti dell’URSS di Dmitrij Žilinskij considerato un importante documento del Realismo sul finire del Novecento. L’opera riprende i canoni del Rinascimento italiano.

Infine negli anni Ottanta del Novecento il Realismo socialista venne sostituito dal Surrealismo anarchico.

Realismo socialista. Gli ideali del Regime comunista

Le opere create nell’ambito del Realismo Socialista avevano la finalità di propagandare le idee del Regime comunista per favorire la sua diffusione. Inoltre le forme semplificate delle figure permettevano la loro comprensione per classi proletarie e contadini.

I contenuti della dottrina socialista erano in primo luogo la lotta di classe quindi il rifiuto della cultura borghese europea del XIX secolo.

Realismo socialista. Le caratteristiche dell’arte di Stato

Le opere d’arte dovevano così illustrare i principi della dottrina marxista-leninista attraverso immagini comprensibili direttamente.

In campo artistico veniva quindi rifiutata l’arte di tipo romantico e qualsiasi tendenza ad esprimere contenuti individualistici. Rientravano quindi in tale rifiuto anche le sperimentazioni degli artisti appartenenti alle Avanguardie storiche.

Il Realismo socialista rientra quindi nel fenomeno del Ritorno all’ordine che prese avvio nel Primo dopoguerra e caratterizzò anche i regimi di destra. Le sperimentazioni delle Avanguardie artistiche diventarono inopportune perché esaltavano le istanze del singolo artista. Invece i regimi autoritari come quello socialista avevano bisogno di rivolgersi al popolo e valorizzare intere classi sociali. In generale le opere d’arte dovevano creare una narrazione collettiva a scapito dell’egocentrismo del singolo individuo.

Altra caratteristica fondamentale era la necessità di mettere in luce i nemici del socialismo sconfitti dalla Rivoluzione del popolo. I nemici del Regime comunista erano interni, nostalgici dell’impero dello Zar, oppure esteri, di altre nazioni avverse.

Lo stile del Realismo socialista

Le caratteristiche delle opere di Realismo socialista derivano dalla necessità di renderle fruibili al grande pubblico e quindi esponibili in ampi spazi pubblici. Intanto il grande formato e le forme nitide e facilmente leggibili senza difficoltà o ambiguità di interpretazione.

Aleksandr Ivanovič Laktionov dipinse un’opera considerata emblematica del Realismo socialista intitolata Il capitano Judin in visita ai carristi del Komsomol. Accanto alle rappresentazioni belliche e di successi militari si diffusero i ritratti degli statisti come quello da titolo Stalin, guida, maestro ed amico di Grigorij Michajlovič Šegal’.

I temi del Realismo socialista

I temi del programma di propaganda erano quelli dettati dalla Rivoluzione socialista. In primo luogo la lotta di classe, la collaborazione tra contadini e operai. Quindi le narrazioni che avevano come scopo di creare l’identità del regime quali la storia del movimento operaio e la vita quotidiana del proletariato. La Rivoluzione del popolo doveva essere narrata come un processo rivolto al la conquista dell’uguaglianza sociale.

Il più importante esempio di scultura celebrativa è L’operaio e la kolchoziana di Vera Muchina che diventò un’icona del Regime comunista.

Le opere del Realismo socialista

L’operaio e la kolchoziana di Vera Mukhina

L'operaio e la kolchoziana di Vera Mukhina
L’operaio e la kolchoziana di Vera Mukhina

Vera Mukhina, L’operaio e la kolchoziana (Рабо́чий и колхо́зница), 1937, acciaio inossidabile, 24,50 m. Mosca, Centro Panrusso delle Esposizioni

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Bibliografia

  • L. Gavioli (a cura di),Verità e bellezza. Realismo russo. Catalogo della mostra (Potenza, 21 settembre 2007-10 febbraio 2008), Marsilio, Collana: Cataloghi Anno edizione: 2007, EAN: 9788831793605
  • Tzvetan Todorov, L’arte nella tempesta. L’avventura di poeti, scrittori e pittori nella rivoluzione russa, Garzanti, 2017, ISBN-10 : 8811673747 ISBN-13 : 978-8811673743

Link esterni

Consulta la pagina dedicata al dipinto di Vera Mukhina, L’operaio e la kolchoziana (Рабо́чий и колхо́зница), sul sito del Wikipedia.ru.

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