Autoritratto sulla Bugatti di Tamara de Lempicka è un piccolo dipinto che è divenuto immagine iconica dell’emancipazione femminile nel Novecento.
Tamara de Lempicka, Autoritratto sulla Bugatti, 1929, olio su tavola, 35 x 26,6 cm. Svizzera, Collezione privata
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Indice
Descrizione dell’Autoritratto sulla Bugatti di Tamara de Lempicka
Tamara si ritrae al volante di una Bugatti, un modello di auto da corsa. L’artista indossa un caschetto da pilota e porta guanti di pelle di daino. Intorno al collo è stretta una sciarpa grigia. La protagonista si ritrae nell’atto di rivolgere un fuggevole sguardo all’osservatore mentre procede nella sua corsa in auto. Il volto è truccato in modo impeccabile. Le sopracciglia sono sottili e definite. Le labbra sono carnose e segnate dal rosso fuoco del trucco. Tamara mostra uno sguardo freddo e determinato che crea distanza e ribadisce la sua forza caratteriale.
Interpretazioni e simbologia dell’Autoritratto sulla Bugatti di Tamara de Lempicka
Autoritratto sulla Bugatti (Tamara in a Green Bugatti) è un autoritratto di Tamara de Lempicka. L’artista nel celebre autoritratto interpreta un ideale di femminilità fredda, indipendente e ricca. La pittrice propone un nuovo ideale di donna determinata e inaccessibile, lontano dal ruolo che la tradizione imponeva alla donna, madre e sposa fedele.
Tamara De Lempicka fu definita con molti appellativi e fra i più noti come “Venere moderna” e indicata come “Pittrice delle donne”. In molte delle sue opere in effetti le figure femminili assumono una totale autonomia estetica. Infatti si mostrano all’osservatore con intenzionalità e rifiutano il ruolo di oggetto estetico creato per il piacere del pubblico maschile.
L’autoritratto di Tamara non è una rappresentazione fedele della sua immagine. Intanto l’artista non possedeva una Bugatti. Poi la pittrice elabora i suoi tratti con forme moderne per creare una icona da spendere sulla copertina della rivista tedesca. Tamara compì quindi un’operazione mediatica di propaganda. Utilizzò il suo personaggio di artista libera e indipendente per offrirlo come modello femminile alle lettrici del magazine. L’emancipazione della donna è sottolineata anche dal trucco curato che sottolinea il fascino femminile.
La Bugatti
L’Autoritratto sulla Bugatti verde del 1929 è una immagine ormai iconica degli anni Venti del Novecento. Esprime infatti il successo e la ricchezza di Tamara de Lempicka e delle élite internazionali. L’automobile fu un oggetto di status già nei primi anni del Novecento. Filippo Tommaso Marinetti, il fondatore del Futurismo italiano, la celebrò nel 1908 come icona del dinamismo futurista. Dai primi anni venti poi l’automobile si affermò come strumento per l’affermazione dell’emancipazione femminile. Nel dipinto infine il volante dell’auto si trova a sinistra. In realtà la Bugatti rappresentata è di tipo tipo 43 e il volante era a destra.
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La rivista di moda tedesca Die Dame commissionò l’opera a Tamara de Lempicka per celebrare in copertina l’affermazione di una nuova immagine della donna. Nel 1929, la redazione della rivista chiese così a Tamara De Lempicka di progettare la copertina utilizzando un autoritratto.
L’artista e la società. La storia dell’Autoritratto sulla Bugatti di Tamara de Lempicka
Tamara de Lempicka dipinse il suo celebre Autoritratto sulla Bugatti a Parigi nel 1929. La direttrice di Die Dame incontrò Tamara De Lempicka a Monte Carlo. La baronessa in quel momento stava divorziando ed era in vacanza nella celebre località turistica europea.
La pittrice si ritrasse al volante di una Bugatti per sottolineare lo status di ricchezza del modello femminile interpretato. In realtà l’artista possedeva una piccola Renault gialla. L’auto però le fu rubata una notte mentre si trovava parcheggiata nei pressi del Café de la Rotonde a Montparnasse dove la pittrice si era recata con alcune amiche.
Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.
Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.
Lo stile dell’Autoritratto sulla Bugatti di Tamara de Lempicka
Autoritratto sulla Bugatti di Tamara de Lempicka è uno degli esempi più famosi di ritratto Art Déco. Le forme sono dure e spigolose ma nello stesso tempo eleganti e volumetriche. Tamara riconobbe di aver appreso una importante lezione dagli insegnamenti del suo maestro Maurice Denis. Così derivano dalla sua pittura il segno deciso, i colori brillanti e i volumi solidi e geometrici. Maurice Denis inoltre era promotore di una pittura maggiormente decorativa piuttosto che semplicemente naturalistica.
Tamara seppe usare i consigli del suo maestro e grazie alla sua abilità mondana diventò la ritrattista più ricercata dalla ricca borghesia e dall’aristocrazia europea. Nell’Autoritratto con la Bugatti verde come nelle altre sue opere si percepisce l’influenza del linguaggio cinematografico degli anni Venti del Novecento.
La tecnica dell’Autoritratto sulla Bugatti di Tamara de Lempicka
Autoritratto sulla Bugatti verde è uno dei ritratti più piccoli di Tamara de Lempicka. L’opera è un olio su tavola e misura 35 cm. di altezza per 26.6 cm. di larghezza .
Il colore e l’illuminazione
La composizione cromatica si limita a pochi colori sui quali domina il verde della carrozzeria. L’interno dell’abitacolo invece è caratterizzato da colori più chiari e caldi.
La scena è illuminata da una luce scenografica che ricorda i set dei film di Hollywood. I contrasti tra luce ed ombra infatti sono netti e contribuiscono a determinare la durezza dell’immagine.
Lo spazio
Lo spigolo del montante che regge il parabrezza dell’auto rappresenta il limite tra l’interno limitato e raccolto e lo spazio reale dell’osservatore. La portiera inoltre è rappresentata in fuga diagonale e determina la struttura geometrica dello spazio dipinto. Invece la figura della pittrice sembra incastonata tra i tessuti che riempiono la zona interna della Bugatti.
La composizione e l’inquadratura
Il dipinto di Tamara de Lempicka è di forma rettangolare e sviluppato in verticale. L’inquadratura è molto stretta e ricorda il primo piano di una ripresa cinematografica.
La composizione è progettata attentamente per catturare lo sguardo dell’osservatore o meglio del lettore della rivista. L’auto infatti è rappresentata parzialmente e sembra avvicinarsi a chi guarda. Inoltre la gran parte dello spazio superiore è occupato dalla figura della protagonista. Queste scelte compositive restituiscono una maggiore vicinanza tra soggetto e osservatore che si trova virtualmente a pochi centimetri dalla pittrice.
La struttura compositiva è infine fortemente obliqua e restituisce un gran dinamismo alla scena.
Approfondimento. Il bello dell’essere donna
La strada che ha portato (o che forse sta ancora portando…) all’emancipazione femminile passa anche per Tamara de Lempicka. Pittrice polacca (forse russa?…) dalla biografia a tratti misteriosa a tratti trasgressiva, cattiva ragazza dell’art Deco. Anticonformista e scandalosa, dichiaratamente bisessuale, ma perfettamente capace di resistere alle avances dell’immaginifico D’Annunzio. All’inizio del secolo scorso Tamara ha rappresentato la perfetta immagine della donna indipendente nella vita e libera dai pregiudizi. Tamara fu in grado di prendere autonomamente le proprie decisioni e di stravolgere i condizionamenti della sua epoca.
Eccola mentre, per la copertina delle rivista “Die Dame”, si autocelebra , elegante come una diva (come non pensare a Greta Garbo?), mentre guida una Bugatti verde, quasi ad inneggiare alla liberazione della donna. Se il Futurismo aveva celebrato la velocità, la smania di distruzione del passato, il desiderio assoluto di modernità, la De Lempicka riporta tutti questi concetti al femminile, in un modo completamente nuovo e rivoluzionario. Si narra che lo stesso Marinetti una sera, a Parigi, le propose di andare ad incendiare il Louvre, in perfetto stile futurista… E con lei la “Famme fatale” non smette di essere seduttrice diabolica e a tratti perversa, anzi, ma diviene consapevole del proprio potere, cimentandosi in azioni ritenute squisitamente maschili (lavorare, guidare, fumare) senza mai perdere il suo fascino.
Consulta anche le pagine: Arte e teatro, Arte e femme fatale, Arte e eros, Arte e amore, Arte e letteratura, Le streghe nell’arte,
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Bibliografia
- Gilles Neret, Tamara De Lempicka. 1898 – 1980, Taschen, 1992, EAN: 2560017100394
- Maurizio Calvesi, Tamara de Lempicka tra eleganza e trasgressione. Roma, Villa Medici, 10 febbraio – 1 maggio 1994, Leonardo Arte, 1994, EAN: 2560827018032
- Gioia Mori, Tamara de Lempicka (Parigi, 1920-1938), Giunti Editore, 1994, EAN: 2560028593093
- Tamara de Lempicka, Skira, Collana: Mini artbooks, 2011, EAN: 9788861307124
- Vanna Vinci, Tamara de Lempicka. Icona dell’art déco, 24 Ore Cultura, 2015, EAN: 9788866482451
- Gioia Mori, Tamara de Lempicka. Catalogo della mostra (Torino, 19 marzo-30 agosto 2015), 24 Ore Cultura, Collana: Cataloghi di mostra, 2015, EAN: 9788866482376
- Piero Chiara, Annamaria Andreoli (a cura di ), Tamara de Lempicka e Gabriele D’Annunzio. Nel diario di Aélis Mazoyer, SE, Collana: Testi e documenti, 2015; 2017 EAN: 9788867233342
- Giancarlo Marmori, Tamara de Lempicka, Abscondita, Collana: Miniature, 2006; 2016, EAN: 9788884165459
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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 19 agosto 2021.
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