Arianna dà a Teseo il filo per uscire dal labirinto di Pelagio Palagi

Arianna dà a Teseo il filo per uscire dal labirinto di Pelagio Palagi

Pelagio Palagi, Arianna dà a Teseo il filo per uscire dal labirinto, 1814, olio su tela, 271 x 175. Bologna, Musei Civici d’Arte Antica: Collezioni Comunali d’Arte

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Approfondimento. D’amore, tradimenti ed amori felici

di Anna Maria Nosotti

Arianna di Guido Reni
Arianna di Guido Reni

Spesso i fratelli non si somigliano per nulla, ma quelli di cui stiamo per parlare sono veramente l’uno l’opposto dell’altra. Si tratta di Arianna e del Minotauro: la prima, Arianna, ereditò dalla madre Pasifae la bellezza e dal padre, il re Minosse, l’intelligenza fulgida , il senso della giustizia e l’equilibrio. Il Minotauro, invece, era violento e feroce, poiché nato da un rapporto inimmaginabile tra Pasifae ed un toro, di cui la regina di Creta si era invaghita al punto di farsi costruire una vacca di legno, in cui poter entrare per congiungersi con la bestia (e di questo fatto parla anche Dante, nel Purgatorio, “Nella vacca entra Pasife, perché l torello a sua lussuria corra” XXVI, vv.41/42).

Teseo e il Minotauro di Antonio Canova del Museo Antonio Canova di Possagno
Teseo e il Minotauro di Antonio Canova del Museo Antonio Canova di Possagno

Ma ahimè anche Arianna venne colpita dalla freccia di Eros e a nulla valsero intelletto e saggezza : infatti, come lo vide, si innamorò immediatamente del principe Teseo. Costui era figlio di Egeo, re di Atene, e di Etra, ma anche qui le leggende si sprecano, per cui per alcuni sua madre in realtà aveva passato la prima notte di nozze con Poseidon, rimanendo subito incinta di Teseo: così si spiegherebbero le incredibili doti del principe…

Il mito

A quel tempo Minosse aveva vinto la guerra contro Atene e aveva ordinato che ogni nove anni (secondo alcune versioni ogni anno) sette fanciulli e sette fanciulle ateniesi venissero inviati a Creta per essere divorati dal Minotauro (che, come se non bastasse, si nutriva di carne umana). Dopo alcuni anni, Teseo si offrì subito volontario per andare a uccidere il mostro.

Bagnante al sole (Arianna abbandonata) di Giorgio De Chirico
Bagnante al sole (Arianna abbandonata) di Giorgio De Chirico

E proprio quando arrivò a Creta, Arianna si innamorò di lui e lo aiutò a ritrovare la via d’uscita dal labirinto, regalandogli una matassa di filo che, srotolata, gli avrebbe permesso di seguire a ritroso le proprie tracce, e una spada avvelenata. Trovato il Minotauro, Teseo lo uccise e guidò gli altri ragazzi ateniesi fuori dal labirinto. Teseo finse di ricambiare l’amore della fanciulla e portò Arianna via da Creta , ma poi l’abbandonò sull’isola di Nasso e la ragazza, quando si accorse di quell’orribile tradimento, fatto per amore di un uomo che aveva persino ucciso suo fratello, lo maledisse e pianse disperatamente.

Bacco e Arianna

Bacco e Arianna di Tiziano Vecellio
Bacco e Arianna di Tiziano Vecellio

Ma anche se alcuni miti suggeriscono un finale tragico, secondo Ovidio questa storia ebbe un happy end: arrivò sull’isola Dioniso, col suo corteo di Satiri e Menadi, vide la fanciulla disperata e la pregò di raccontargli il motivo della sua disperazione. Il dio rimase colpito non solo dalla bellezza di Arianna e dal suo dolore, ma anche dall’intelligenza che traspariva dalle sue parole e le chiese immediatamente di sposarlo. Zeus acconsentì a quelle nozze e trasformò una corona di pietre preziose che Dioniso aveva posto sul capo della ragazza, in segno di amore, in una corona di stelle, che ancor oggi illumina il cielo: si tratta infatti della corona boreale.

Trionfo di Bacco e Arianna di Annibale Carracci
Trionfo di Bacco e Arianna di Annibale Carracci

E questo, nonostante i pianti e i tradimenti passati, fu uno dei rari matrimoni felici dell’Olimpo, come ci testimonia anche Lorenzo de’ Medici nel famoso canto carnascialesco che tutti conosciamo, detto appunto “Trionfo di Bacco ed Arianna” (“ Quanto è bella giovinezza…”).

Quest’è Bacco e Arïanna,
belli, e l’un dell’altro ardenti:
perché ’l tempo fugge e inganna,
sempre insieme stan contenti.
Queste ninfe ed altre genti
sono allegre tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.

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Bibliografia

  • AA.VV., Pelagio palagi, artista e collezionista, Catalogo della mostra di Bologna, Museo Civico, 1976

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