Pagliai al sole di Silvestro Lega

Pagliai al sole di Silvestro Lega è un paesaggio realizzato dal pittore macchiaiolo negli anni della sua residenza a Gabbro.

Silvestro Lega, Pagliai al sole, ca 1890, olio su tavola, 27,7 x 37,7 cm. Piacenza, Galleria d’Arte Moderna Ricci-Oddi

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Indice

Descrizione di Pagliai al sole di Silvestro Lega

Al centro del paesaggio collinare dipinto da Silvestro Lega si vedono due grandi pagliai allestiti su un prato e affiancati da un esile alberello sulla destra. In primo piano si intravede un cumulo di terra e tra l’erba tagliata del prato si alzano alcune piante che creano cespi verdi. A sinistra, si alza una fila di alberi dalla chioma scura che coprono alcune case costruite sulla collina. Infine, a destra dietro i pagliai si scorgono due centri abitati lontani. Il cielo che copre il paesaggio dai colori accesi e caldi è chiaro e lattiginoso.

Interpretazioni e simbologia di Pagliai al sole di Silvestro Lega

Silvestro Lega come i suoi compagni Macchiaioli dipinse numerosi paesaggi di campagna nei quali compaiono brani di vita contadina. I Pagliai, o covoni, erano i cumuli di fieno, risultato dell’erba alta, falciata e lasciata seccare al sole estivo. Il fieno prima di essere trasportato e conservato nei fienili rimaneva sul prato raccolto appunto nei pagliai.

In realtà i pagliai raccoglievano la paglia, cioè gli steli e la pianta secca dei cereali rimasta al suolo in seguito alla mietitura. Queste strutture dalla tipica forma a cono furono ritratte più volte dai pittori di fine ottocento. Infatti, oltre a offrire un soggetto pittorico adatto ad arricchire la scena di un paesaggio, rappresetavano una testimonianza della vita contadina. Celebri dipinti con pagliai o covoni sono Covoni, fine dell’estate di Claude Monet.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Pagliai al sole di Silvestro Lega è custodito presso la Galleria d’Arte Moderna “Ricci Oddi” di Piacenza con numero d’inventario 30. Ricci Oddi acquistò il piccolo dipinto nel maggio del 1928 presso la Galleria Pesaro di Milano per 5.060 Lire. L’opera, in origine, fu proprietà della Collezione conti De Nobili di Firenze, in seguito della Collezione Mario Galli di Firenze, quindi della Collezione Enrico Checcucci di Firenze. Giunse infine alla Galleria Pesaro di Milano.

L’artista e la società. La storia dell’opera di Pagliai al sole di Silvestro Lega

Silvestro Lega nacque nel 1826 e morì nel 1895. Il dipinto intitolato Pagliai al sole non è datato e gli storici ipotizzano che risalga al 1890 circa, a pochi anni prima della morte del pittore macchiaiolo nel corso della sua residenza al Gabbro. In basso a sinistra si legge la firma del pittore: S Lega.

L’opinione della critica

Fu la storica dell’arte Gina Fraschini Pischel a datare l’opera nel periodo che Lega passò a Gabbro. Inoltre, secondo la Pischel, Lega condusse gli ultimi anni della sua vita in una solitudine dispersta, mitigata solamente dalla sua attività di pittore.

«… a tentoni, con fervore e insieme con timore, lasciandosi guidare il pennello da una specie di rabdomanzia pittorica» (Pischel).

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile di Pagliai al sole di Silvestro Lega

Silvestro Lega fu un noto esponente del gruppo dei Macchiaioli i pittori che sperimentarono l’uso della macchia. La loro pittura si basò quindi su limitate campiture di colore omogeneo e privo di chiaroscuro. I Macchiaioli elaborarono inoltre un linguaggio essenziale basato su forti contrasti di chiaroscuro prodotti dalla luce intesa del sole estivo e ombre nette e profonde. Utilizzarono poi una limitata gamma cromatica e una forte sintesi formale che favorisce una immediata comprensione della scena rappresentata. Infine, la ricerca dei Macchiaioli, e anche di Silvestro Lega, fu rivolta al comportamento dei riflessi luminosi sul paesaggio, soprattutto campi agricoli e vegetazione.

La tecnica di Pagliai al sole di Silvestro Lega

Pagliai al sole è un dipinto realizzato con impasto di colori ad olio applicati su una tavoletta di legno di 28 centimetri di altezza e 38 cm larghezza. Lega applicò direttamente le paste di colore ad olio sulla superficie della tavola di legno priva di preparazione. Questa scelta si coglie infatti tra gli spazi privi di colore e sulla punta del pagliaio in primo piano dove si nota una piccola zona di colore arancio. L’effetto di tale tecnica consiste nel determinare una dominante cromatica che corrisponde a quella del supporto dipinto.

Il colore e l’illuminazione

In Pagliai al sole il giallo ocra è presente su gran parte del dipinto in primo e in secondo piano. L’erba del prato è di colore verde chiaro e giallastro mentre le chiome degli alberi in controluce appaiono verde scuro. Il sole basso all’orizzonte produce ombre lunghe create dalla luce che proviene da destra e verso il fondo del paesaggio. Inoltre, le ombre dei pagliai si proiettano in obliquo verso il fronte della scena. Molto evidente è poi la zona d’ombra propria presente sulla parte sinistra dei pagliai. Il resto del paesaggio e la collina di sinistra sono immersi nella luce calda del sole.

Lo spazio

Il paesaggio di Silvestro Lega ritrae un ambiente naturale, un prato delimitato dalla fila di alberi in secondo piano. Il primo piano è il risultato dalla sovrapposizione in profondità del cumulo di erba a destra e dei due pagliai. La diversa grandezza e la parziale sovrapposizione sono quindi indicatori spaziali che aiutano a definire le distanze. La profondità è suggerita dal confronto visivo tra i pagliai e gli alberi più lontani. La collina chiude la vista a sinistra e fa da sfondo alla scena. A destra invece il paesaggio che si allontana rappresenta un’apertura visiva verso l’orizzonte. Anche le ombre che si allungano verso sinistra e le linee della collina scandiscono le distanze ponendosi verso l’alto del dipinto.

La composizione e l’inquadratura

La tavoletta rettangolare presenta una inquadratura orizzontale che incornicia un angolo di paesaggio con i pagliai al centro. La struttura compositiva si regge su un asse obliquo che muove dall’angolo inferiore destro. Parte dal cumulo d’erba, passa ai covoni, quindi agli alberi, alle abitazioni lontane e alla collina con il suo pendio che sale nella stessa direzione.

Esiste una direttrice visiva contraria che parte dal covone in primo piano dalle dimensioni maggiori, passa al secondo pagliaio, all’albero a destra e incontra il profilo che scende della collina. Inoltre, un altro punto di convergenza è rappresentato dal sole che si intuisce oltre il bordo destro e verso il quale tendono le lunghe ombre leggermente oblique. Anche le linee ai piedi della collina si allineano alle ombre del prato. Infine, i pagliai leggermente decentrati verso destra sono equilibrati a sinistra dalla fila di alberi allineati frontalmente che si richiamano alle forme ovali dei pagliai.

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Bibliografia

  • Silvestra Bietoletti, I Macchiaioli: la storia, gli artisti, le opere, Giunti Editore, Firenze – Milano, aprile 2001
  • Giuliano Matteucci, Lega, Giunti Editore, Collana: Dossier d’art, 2005; 200 EAN: 9788809040892

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 30 novembre 2022.

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Consulta la pagina dedicata all’opera di Silvestro Lega, Pagliai al sole, sul sito della Galleria d’Arte Moderna Ricci-Oddi di Piacenza.

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