Testa di donna o Gabbrigiana di Silvestro Lega

Quando il maestro Silvestro Lega si trasferì nell’entroterra livornese chiamato Gabbro si dedicò a dipingere figure femminili. Una delle prime opere è intitolata Testa di donna o Gabbrigiana.

Silvestro Lega, Testa di donna o Gabbrigiana, 1885, olio su tela, 51 x 37 cm. Milano, Pinacoteca di Brera

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Indice

Descrizione di Testa di donna o Gabbrigiana di Silvestro Lega

La giovane ritratta di profilo nel dipinto intitolato Testa di donna o Gabbrigiana di Silvestro Lega è probabilmente una contadina dell’entroterra di Livorno. Il maestro infatti negli ultimi anni di vita si stabilì nella zona del Gabbro dove dedicò una serie di dipinti alle figure delle contadine locali. La giovane donna è rappresentata di profilo con uno sguardo fiero e intenso. I lunghi e mossi capelli ricadono dietro la schiena e in avanti oltre il braccio. L’unico riferimento all’abbigliamento è visibile nella spalla lasciata libera dalla folta capigliatura. La giovane indossa infatti un abito semplice e confezionato con un tessuto a quadri blu e ocra. Il fondo non riporta alcun arredo ed è completamente in ombra.

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Lo stile del dipinto Testa di donna o Gabbrigiana di Silvestro Lega

Il ritratto della giovane contadina è posto di profilo contro uno sfondo nero e quasi monocromatico. Infatti nella parte sinistra, di fronte allo sguardo della giovane, il colore è profondo e scuro. Nella parte destra invece è presente un minimo accenno di luce che mette in risalto i lunghi capelli mossi. L’intonazione in generale è calda. Prevalgono infatti i bruni, chiari e scuri, non eccessivamente saturi e chiari. Un unico particolare rosso emerge tra i capelli di fronte e ravviva il volto. L’incarnato è chiaro e il volto pare essere colpito direttamente dalla luce. La fonte luminosa crea un intenso riflesso nella pupilla della ragazza.

I critici fanno riferimento ad un possibile ricordo preraffaellita nell’impostazione del ritratto, di profilo. Anche la fisionomia fiera, dal naso importante e dai lunghi capelli ricorda lo stesso periodo. L’uso della macchia però rende il dipinto più vicino alle sperimentazioni francesi e al realismo. Silvestro Lega insieme a Giovanni Fattori e a Telemaco Signorini fu un esponente della corrente Macchiaiola teorizzata da Diego Martelli e Adriano Cecioni.  Di Silvestro Lega presso la Pinacoteca di Brera sono conservati Il Pergolato (Un dopo pranzo) e Il Ritratto di Ettore Lega.

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