Monumento a Giovanni acuto di Paolo Uccello

Il Monumento a Giovanni acuto di Paolo Uccello si trova sulle pareti interne della cattedrale di Santa Maria del Fiore di Firenze.

Paolo Uccello, Monumento equestre a Giovanni Acuto, 1436, affresco trasportato su tela, 820 x 515 cm. Firenze, cattedrale di Santa Maria del Fiore

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Indice

Descrizione del Monumento a Giovanni acuto di Paolo Uccello

Giovanni Acuto è seduto in sella al suo cavallo che procede verso destra. Il condottiero tiene in mano un bastone che simboleggia il comando. Giovanni Acuto indossa un’armatura riservata alle uscite ufficiali.  L’animale inoltre è bardato con finimenti da parata, briglie e sella di epoca rinascimentale.

Il Sarcofago che fa da base al monumento equestre presenta una scritta sulla parte superiore: «IOANNES ACVTVS EQVES BRITANNICVS DVX AETATIS SVAE CAVTISSIMUS ET REI MILITARIS PERITISSIMVS HABITVS EST». Sotto invece si legge la firma dell’artista: «PAVLI VGIELLI OPVS».

Interpretazioni e simbologia del Monumento a Giovanni acuto di Paolo Uccello

Il capitano di ventura era nato a Sible Hedingham, in Inghilterra, nel 1320 circa e il suo vero nome era John Hawkwood. Filippo Villani, un cronista di Firenze che visse tra il 1325 e il 1407, diede al condottiero il soprannome italiano di Giovanni Acuto con il quale anche oggi viene indicato. Giovanni Acuto si distinse nella vittoria nella battaglia di Cascina del 28 luglio 1364. Il condottiero dominò su diversi possedimenti e combattè per la Repubblica di Firenze. Infatti fu signore di Bagnacavallo, Bertinoro, Caraglio, Castrocaro Terme, Conselice, Cotignola, Faenza, Gazzuolo, Massa Lombarda, Montecchio Vesponi e Santarcangelo di Romagna.

Giovanni Acuto morì il 14 marzo 1394 a Firenze. La sua salma trovò posto inizialmente nella cattedrale di Santa Maria del Fiore. Il figlio del condottiero, in seguito, fece traslare le spoglie del padre a Sible Hedingham la città nella quale era nato.

La figura di Giovanni Acuto è ispirata alla statua di epoca romana che ritrae l’imperatore Marco Aurelio a Roma. Questo monumento fu infatti la principale fonte iconografica delle statue equestri del Rinascimento. In seguito Donatello con il Monumento al Gattamelata e Andrea del Verrocchio grazie all’utilizzo di tecniche appropriate stabilirono nuovi canoni rappresentativi.

Il cavallo dipinto da Paolo Uccello avanza con un passo che in ambito sportivo si indica ambio. Questo tipo di andatura prevede il sollevamento degli arti dello stesso lato del corpo. Diversamente, nel trotto l’animale solleva gli zoccolo diagonalmente, quindi alternando gli arti dei due lati del corpo.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Il sovrano inglese Riccardo II commissionò il ritratto equestre del condottiero a Paolo Uccello da realizzarsi sul luogo della tumulazione. La grande opera di Paolo Uccello si trova nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze in Italia. Il Monumento è ospitato nella parete interna sinistra accanto al Monumento equestre a Niccolò da Tolentino di Andrea del Castagno.

In un documento dell’epoca si trovano informazioni circa la commissione dell’opera insieme al Monumento per Piero Farnese. Il 2 dicembre 1395 le autorità affidarono la realizzazione del monumento ai pittori Giuliano d’Arrigo detto il Pesello e Agnolo Gaddi. Dopo molti anni, nel 1433, gli Operai del Duomo presero in affido la manutenzione del dipinto e il il 30 maggio 1436 chiesero a Paolo Uccello di ridipingere la figura del condottiero in stato di cattiva conservazione. La richiesta includeva inoltre l’esplicita condizione di utilizzare la terra verde.

Il 28 giugno però i committenti chiesero all’artista di ridipingere la sua proposta perché considerata non adeguata. Su un documento datato 6 luglio l’artista ottenne un nuovo incarico e a fine agosto gli Operai accettarono il risultato finale. Paolo Uccello ottenne un compenso generoso per la prima versione e per l’immagine rivista in un secondo momento. Secondo le cronache infine il 17 dicembre del 1436 i committenti chiesero di sostituire la scritta dipinta sul sarcofago da Bartolomeo di ser Benedetto Fortini.

La storia dell’opera Monumento a Giovanni acuto di Paolo Uccello

Paolo Uccello dipinse il Monumento equestre a Giovanni Acuto nel 1436. Paolo Uccello, al momento della commissione, era tornato a Firenze da Prato. Il Monumento equestre di Giovanni Acuto fu così la prima opera che l’artista realizzò per la cattedrale di Firenze. In seguito Paolo Uccello disegnò i cartoni per due vetrate, la Resurrezione e la Natività e l’Orologio con 24 ore della controfacciata.

Paolo Uccello terminò il dipinto in tre mesi. Secondo le cronache contemporanee, gli operai della fabbrica della cattedrale non apprezzarono il dipinto. Così il 28 giugno del 1436 chiesero a Paolo Uccello di sostituirlo. Probabilmente l’artista intervenne per modificare qualche dettaglio e il 31 agosto le autorità annunciarono il termine l’opera.

Dopo circa 10 anni il pittore Andrea del Castagno dipinse il Monumento equestre di Niccolò da Tolentino. Secondo le ricerche dello storico dell’arte Roberto Longhi, nell’occasione Paolo Uccello applico delle modifiche al cavallo e rinfrescato alcune aree del dipinto. Lorenzo di Credi procedette poi con il restauro del 1524. Un altro restauro fu condotto nel 1688. Infine nel 1842 i tecnici staccarono l’intonaco dipinto e lo trasferirono su tela affiggendolo poi sulla parete interna corrispondente alla facciata del duomo. Solo nel 1947 l’affresco intelato trovò posto nella parete ovest.

Un disegno di preparazione accettato dagli storici come opera di Paolo Uccello si trova nel Gabinetto dei disegni e delle stampe della Galleria degli Uffizi.

Lorenzo di Credi intervenne nel 1524 sull’affresco con un intervento di restauro e l’integrazione della cornice a grottesche.

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Lo stile del Monumento a Giovanni acuto di Paolo Uccello

Le figure dipinte presentano un chiaroscuro scultoreo che valorizza le masse muscolari. Infatti il contrasto tra le zone d’ombra e le parti illuminate mette in evidenza l’anatomia con taglio descrittivo. Questa tendenza è definita dagli storici realismo analitico e consiste nel descrivere nel dettaglio. La figura risulta così dalla somma delle diverse parti dipinte con attenzione e assemblate nell’immagine.

Diversamente nel caso di una costruzione dell’immagine sintetica le figure si colgono dalla lettura del contesto ambientale e presentano particolari appena accennati. Il realismo analitico generalmente trasmette un’impressione astratta e ideale perché non tiene conto dell’effetto atmosferico. La figura del condottiero assume così un valore simbolico e atemporale.

La tecnica

Il Monumento a Giovanni Acuto è dipinto con la tecnica dell’affresco e misura 820 centimetri di altezza e 515 cm di larghezza.

Il colore e l’illuminazione

Il dipinto si può considerare un monocromo in terra verde e suggerisce la superficie di una statua in bronzo. Invece i finimenti del cavallo sono di colore rosso-arancio. Infine il fondo di colore caldo, ocra rossa mette in evidenza per contrasto di complementarietà le figure del condottiero e del cavallo.

L’illuminazione della scena è coerente con la luce naturale che proviene dalle finestre della cattedrale.

Lo spazio

L’altare e la cassa superiore sono disegnate con una prospettiva dal basso che non è coerente con quella delle figure. Infatti il cavallo e il condottiero sono rappresentati con prospettiva frontale all’altezza dell’osservatore.

La composizione e l’inquadratura

Nella parte architettonica sono prevalenti linee verticali e orizzontali che creano una schematizzazione ortogonale dello spazio. Nella parte superiore invece i contorni delle figure creano delle linearità curve che sottolineano il profilo delle forme.

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Bibliografia

  • Stefano Borsi, Paolo Uccello, Giunti Editore, Collana: Dossier d’art, 1998; 2006, EAN: 9788809761650

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 20 maggio 2021.

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