L’enigma dell’ora di Giorgio de Chirico

L’enigma dell’ora di Giorgio de Chirico è una delle prime Piazze d’Italia che reinventano le località italiane con atmosfere metafisiche e misteriose.

Giorgio de Chirico, L’enigma dell’ora, 1911, olio su tela, 55 x 71 cm. Milano, Collezione Mattioli

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Indice

Descrizione de L’enigma dell’ora di Giorgio de Chirico

Nella scena dipinta da Giorgio de Chirico sono raffigurate cinque arcate di un porticato sovrastato da una loggia che continua ai lati del dipinto. Al centro dell’opera, sulla parete del porticato, è fissato un orologio che segna pochi minuti alle 15. Uno zampillo d’acqua sgorga da una vasca di forma rettangolare che si trova sulla pavimentazione di fronte all’arcata centrale del porticato.

Nella scena si scorgono tre figure umane. Quella più evidente si trova a sinistra, in posizione stante, coperta da una lunga tunica bianca. Un’altra figura è seminascosta nell’ombra del secondo arco a partire da destra. Una terza poi si intravede appena nel loggiato, a sinistra, mentre si affaccia in controluce. Sulla parete posteriore del porticato si aprono due finestre quadrangolari parzialmente coperte dagli archi. Infine, le lunghe ombre dell’edificio e della figura umana bianca si proiettano verso destra. Dalle aperture dell’architettura e oltre la copertura si intravede un cielo azzurro.

Interpretazioni e simbologia de L’enigma dell’ora di Giorgio de Chirico

L’enigme de l’heure e il titolo originale in lingua francese del dipinto di Giorgio de Chirico che in italiano è tradotto come L’enigma dell’ora. Grazie a questo titolo e ad altri ricorrenti nella serie delle Piazze d’Italia, la pittura Metafisica di Giorgio de Chirico è definita misteriosa e a volte magica. Le statue immerse nella luce solare che si trovano in quasi tutte le piazze ricostruite da De Chirico producono il senso di smarrimento tipico di queste atmosfere senza tempo.

Nel dipinto intitolato L’enigma dell’ora però non si trovano statue ma tre persone immobili collocate nei tre spazi architettonici principali. Secondo gli esperti, de Chirico, per questo dipinto prese ispirazione dal Corridoio Vasariano e dallo Spedale degli Innocenti di Firenze. La sensazione di immobilità sembra condizionare anche l’orologio. Il titolo rimanda proprio a questa immobile attesa suggerita dai dettagli della scena, quali l’orologio, lo zampillo, le figure immobili e l’illuminazione.

La struttura dipinta da De Chirico non ha funzione abitativa ma sembra un segno architettonico di ispirazione classica. Infatti si colgono riferimenti rinascimentali e del mondo della classicità nella ripetizione modulare, nella regolarità, nella simmetria e negli archi. Queste caratteristiche diventano però citazioni storicheggianti svuotate dall’uso umano.

Secondo l’interpretazione dello psicanalista Carl Jung, il dipinto di De Chirico rappresenta il tempo delle visioni dell’inconscio. Infatti il pittore ha creato una rappresentazione asincrona rispetto all’ora segnata dall’orologio e alle ombre rappresentate che sono tipiche di un’ora più tarda del pomeriggio.

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L’enigma dell’ora di Giorgio de Chirico si trova a Milano, e fa parte della Collezione Mattioli, custodita presso il Museo del Novecento.

L’artista e la società. La storia dell’opera L’enigma dell’ora di Giorgio de Chirico

Giorgio de Chirico dipinse L’enigma dell’ora nel 1911 intorno all’età di 23 anni. Il pittore nacque a Volo, in Grecia, il 10 luglio 1888 e morì a Roma il 20 novembre 1978. De Chirico, nell’estate del 1909 raggiunse a Milano la madre e il fratello. L’anno successivo, il 1910, si recò insieme alla madre a Firenze dove, ebbe la prima intuizione che lo portò a dipingere le piazze metafisiche. Infatti, secondo i ricordi dell’artista, ebbe l’idea di dipingere una piazza metafisica seduto convalescente in Piazza Santa Croce. Il ricordo si legge in un testo in francese scritto da de Chirico intorno al 1912-1913.

Dal 1911 al 1915 il pittore si trasferì a Parigi abitando insieme al fratello Alberto Savinio. De Chirico partecipò in questi anni al Salon d’Automne e al Salon des Indépendants. Nel ciclo Le Piazze d’Italia gli storici dell’arte rintracciano influenze del poeta francese surrealista Guillaume Apollinaire e della pittura di Paul Gauguin.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile de L’enigma dell’ora di Giorgio de Chirico

La pittura di Giorgio De Chirico, già all’inizio degli anni Dieci del Novecento era molto distante dalle Avanguardie dell’epoca. Infatti, le sue opere utilizzavano un linguaggio figurativo che si ispirava alla tecnica della tradizione pittorica italiana rinascimentale. Nelle scene dipinte da De Chirico si colgono inoltre molti riferimenti al passato classico soprattutto nei contenuti e nei riferimenti architettonici. La sua figurazione però è distante dal realismo già a partire dalla ricostruzione spaziale che spesso utilizza diversi punti di vista all’interno della stessa scena rappresentata.

Nelle sue opere definite di pittura Metafisica il tempo sembra sospeso e le atmosfere sono cristallizzate dalla totale assenza di movimento. Le figure sono ridotte all’essenziale grazie a un procedimento di sintesi formale che le avvicina al sintetismo di Paul Gauguin e di alcuni Nabis. I volumi delle figure sono invece minimizzati dall’utilizzo di campiture bidimensionali che non sempre sono coerenti con l’illuminazione della scena.

La tecnica de L’enigma dell’ora di Giorgio de Chirico

L’enigma dell’ora di Giorgio de Chirico è un dipinto realizzato con impasto di colori ad olio applicato su tela. Le dimensioni dell’opera sono 55 centimetri di altezza e 71 cm di larghezza.

Il colore e l’illuminazione

I colori del dipinto sono prevalentemente caldi e terrosi tranne il cielo che traspare dalle aperture e oltre la copertura superiore. Sono presenti poi forti contrasti di luminosità tra la facciata esposta al sole e l’interno ombroso del porticato. Questi contrasti si ripetono anche sulla pavimentazione della piazza dove la luce lascia spazio alle ombre proiettate sul terreno. La luce proviene da sinistra e crea lunghe ombre dense sul terreno ma produce un effetto artificioso e privo di naturalismo.

Lo spazio

L’architettura del porticato è osservata frontalmente con una prospettiva geometrica non coerente. Infatti, il terreno è rappresentato con prospettiva centrale come si nota dalla fuga dei lati della vasca. Invece, il portico sembra osservato da sinistra come è evidente dallo spessore degli archi. Questo sfasamento spaziale crea un senso di disorientamento e, concettualmente, contraddice l’esattezza della rappresentazione rinascimentale riportando l’immagine ai precedenti medievali. In questi dipinti infatti gli ambienti architettonici sono rappresentati con prospettive intuitive che convivono all’interno della stessa scena.

La composizione e l’inquadratura

L’enigma dell’ora di Giorgio de Chirico è un dipinto di forma rettangolare e inquadratura orizzontale che racchiude una parte del portico che la occupa interamente. La struttura compositiva è centrale e simmetrica, scandita ritmicamente dagli archi del porticato e dalle aperture della struttura superiore. La stabilità e l’immobilità della composizione sopo poi ulteriormente consolidate dall’incrocio delle diagonali che coincide con il centro dell’arco poggiato sulla verticale centrale. La scansione ritmica degli archi e delle aperture superiori non produce un effetto dinamico ma rimane bloccata nell’atmosfera cristallizzata della scena.

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Bibliografia

  • Maurizio Calvesi, Gioia Mori, De Chirico, Giunti, Collana: Dossier d’art, ISBN: 9788809760806

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 31 maggio 2023.

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Consulta la pagina dedicata all’opera di Giorgio de Chirico, L’enigma dell’ora, sul sito del Museo del Novecento di Milano.

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