Piazza d’Italia Metafisica di Giorgio de Chirico

Piazza d’Italia Metafisica di Giorgio de Chirico è un dipinto che appartiene alla serie più nota dell’artista che trasforma luoghi reali in località misteriose.

Giorgio de Chirico, Piazza d’Italia Metafisica, 1921, olio su tela, 65 x 81 cm. Mannheim, Städtische Kunsthalle

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Indice

Descrizione di Piazza d’Italia Metafisica di Giorgio de Chirico

Nel dipinto di Giorgio De Chirico si vede una piazza sulla quale si affacciano architetture con portici e una torre. Al centro dello spazio vuoto è dipinto un monumento che raffigura una figura femminile distesa. Sullo sfondo, invece, svetta un’alta torre cilindrica a due piani con le pareti circondate da sottili colonne. Alla sua sommità, sventolano due vessilli che, insieme allo sbuffo del treno, indicano un cenno di movimento. Quindi, sopra al muro di fondo, lungo una rotaia sopraelevata, corre un treno a vapore. Dalla ciminiera si produce uno sbuffo tondeggiante che assume l’aspetto di una massa solida. Infine, una linea di colline deserte chiude l’orizzonte e a sinistra un gruppo di abitazioni si raccoglie ai piedi dell’altura.

Interpretazioni e simbologia di Piazza d’Italia Metafisica di Giorgio de Chirico

Nella scena cittadina si coglie un’atmosfera inquietante e misteriosa come in tutte le versioni di questo soggetto dipinte da de Chirico. Il tempo infatti sembra sospeso e domina un silenzio assoluto. L’opera emana così un senso di solennità che evoca un realtà parallela, come appunto indica il termine di Pittura metafisica.

Il tema della piazza deserte o con figure inquietanti e spettrali che proiettano lunghe ombre sul terreno ricorre spesso nella carriera di Giorgio De Chirico. In ogni scena l’impostazione è più o meno la stessa ma sono presenti alcune varianti che in quest’opera sono tutte presenti. Inoltre l’evocazione di volti umani, che si possono rintracciare nelle architetture, aumenta il senso di inquietudine e mistero dell’opera.

La piazza metafisica

La serie di opere intitolate Le piazze d’Italia sono luoghi vedute di luoghi realmete esitenti che De Chirico frequentò a Milano, Torino, Roma, Firenze, Ferrara, Venezia. Ne Piazza d’Italia Metafisica si coglie innanzi tutto l’assenza di un’atmosfera reale. Infatti le figure e le architetture si presentano come artificiali, sintetizzate con un taglio elegante e raffinato che giustifica l’equilibrio compositivo dell’opera.

L’assenza di precisi riferimenti spazio-temporali, poi, connota il dipinto con una componente lirica e non narrativa. Gli elelmenti della scena sono infatti da intendersi come simboli della realtà personale dell’artista anche se ricordano edifici presenti nella città di riferimento. Queste piazze, infatti, sono frutto del ricordo di De Chirico e non della pittura dal vero, quindi la loro rappresentazione è filtrata dal suo universo interiore.

La statua di Arianna

Una statua di Arianna addormentata è dipinta al centro della piazza. Gli esperti della pittura di Giorgio de Chirico indicano questo soggetto Arianne del periodo neometafisico. La figura di Arianna, soggetto classico, mantiene un significato simolico ma la sua immagine è realizzata con una descrizione sommaria, meno definita. Questo dettaglio rivela che il pittore era più interessato ai valori formali della figura rispetto a quelli pittorici e descrittivi. Infine, secondo alcuni commentatori dell’opera, la figura di Arianna rappresenta la femminilità mentre quella della torre o delle ciminiere, contrappone quella maschile e falllica.

Le architetture metafisiche

Nel dipinto intitolato Enigma dell’ora, del 1911, De Chirico dipinse una struttura architettonica ad archi che si trova anche in Piazza d’Italia Metafisica. Per il pittore questo porticato assume il significato di eterno presente. Infatti, De Chirico, considerava l’istante, il momento di consapevolezza spazio temporale, come un enigma come il dipinto che realizzava in base al suo ricordo. Il fondo della piazza è chiuso da un muro che corre da un lato all’altro del dipinto.

Questo muro, sul quale procede il treno a vapore, rappresenta un limite oltre il quale si trovano i misteri e gli enigmi che la vita ci pone. Inoltre è uno spazio della mente che racchiude i misteri della persona, i suoi sogni e le sue paure. Oltre questo limite, infatti, De Chirico dipinge spesso linee di montagne deserte, fabbriche, ciminiere e abitazioni sparse. Nel dipinto in questione il treno rappresenta la metafora visiva del viaggio, fisico ed esistenziale. Le uniche figure umane presenti sono due uomini in abiti formali che forse discutono proprio sui misteri evocati dal dipinto.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Piazza d‘Italia Metafisica di Giorgio De Chirico si trova allo Städtische Kunsthalle di Mannheim conservata con numero di inventario 609. Il dipinto, in origine, apparteneva alla alla collezione Mercurio di Milano.

L’artista e la società. La storia dell’opera Piazza d’Italia Metafisica di Giorgio de Chirico

Giorgio de Chirico dipinse l’opera Piazza d’Italia, conservata a Mannheim al ritorno del suo soggiorno a Torino del 1912. L’opera esposta nel museo tedesco risale al 1921. Giorgio De Chirico nacque a Volo, in Grecia, il 10 Luglio 1888 e morì a Roma, il 20 Novembre 1978.

Giorgio de Chirico, nel 1925, si espresse sul dipinto con con un testo scritto: “avevo ancora in mente la capitale piemontese; la città monarchica con le sue piazze abitate da scienziati e re, da politici e da guerrieri, fermi in pose stanche e solenni sui loro piedistalli di pietra, avevo ancora in mente tutto lo strano lirismo della sua fatale costruzione geometrica” (in Robinson 2017, p. 72).

L’énigme d’un après-midi d’automne del 1910, rappresenta un tema correlato alla serie Le Piazze d’Italia.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile di Piazza d’Italia Metafisica di Giorgio de Chirico

La pittura fatta di spazi cittadini spogli e inquietanti di Giorgio De Chirico è definita Pittura Metafisica. Questo termine si può tradurre come oltre il reale e indica l’intenzione del pittore di evocare una realtà presente al di la delle apparenze quotidiane. De Chirico riusci ad ottenere questo effetto sull’osservatore accostando in modo inconsueto oggetti, architetture, monumenti ed elementi del paesaggio. Inoltre la loro semplificazione formale e la presenza di lunghe ombre al suolo determinano sono caratteristiche antinaturalistiche che avvicinano le figure al mondo dei simboli.

Le scene poi sono estremamente ordinate e ogni figura è dipinta in modo ben definito, seppur con tratti molto semplici. Si ha così, la sensazione di atmosfere cristalline e raggelate nello spazio-tempo. Per rendere verosimile la rappresentazione, il pittore progettò spazi geometrici leggibili in modo chiaro attraverso la fuga architettonica. Inoltre la profondità è scandita dalla evidente disposizione verso il fondo delle diverse componenti architettoniche o ambientali.

La tecnica

Piazza d‘Italia Metafisica di Giorgio de Chirico è un dipinto realizzato con colori ad olio, applicati su una tela di 65 centimetri di altezza e 81 cm di larghezza.

Il colore e l’illuminazione

Nell’intero dipinto, predominano colori caldi, ocra chiaro come nell’edificio di sinistra e ocra-arancio nel terreno e ocra-rosso nella torre. Sul paesaggio urbano spicca il cielo dai toni ambigui, blu-verdi scuri in alto che diventano progressivamente giallastri in basso confinando con le colline brune.

Il marrone chiaro caratterizza l’edificio di destra mentre le ombre sono marroni scure. Gli unici colori freddi sono il verde dell’interno dell’edificio di sinistra e il cielo verde-blu scuro.

La luce è diretta e proviene da destra, in profondità e proietta le ombre in avanti verso sinistra sul terreno. La scena è immersa così nella luce violenta che crea forti contrasti sul terreno, sugli edifici e sulla scultura della piazza. Le ombre lunghe, che si generano dalle architetture, dal monumento e dalle figure umane, contribuiscono a evocare il clima di mistero e inquitudine. Queste ombre contrastano nettamente con la luce intensa che illumina l’intera piazza.

Lo spazio

Mistero e attesa pervadono lo spazio metafisico della piazza. Lo spazio della scena è governato dalla prospettiva geometrica che si coglie chiaramente nella fuga delle architetture. Le linee convergono verso il cilindro inferiore della torre e la loro apparenza così netta irrigidisce le forme e l’intera immagine. Questa scelta determina un’atmosfera raggelata e tesa.

La composizione e l’inquadratura

Il celebre dipinto di Giorgio de Chirico è di forma rettangolare e come solito nelle vedute urbane e nei paesaggi è orientato in orizzontale. L’inquadratura è ampia e permette la vista delle due architetture laterali.

La composizione centrale e simmetrica crea un forte senso di staticità e mistero. In primo piano sono prevalenti le linee oblique delle architetture e delle ombre. Sullo sfondo, invece, il muro che confina con l’orizzonte rappresenta una stabile linea orizzontale. Infine, anche la torre contribuisce con la sua massa verticale, a dare un forte senso di immobilità.

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Bibliografia

  • Maurizio Calvesi, Gioia Mori, De Chirico, Giunti, Collana: Dossier d’art, ISBN: 9788809760806
  • M.T. Cattaneo, Il grande metafisico, 2004

La scheda è completa. Periodicamente troverai ulteriori approfondimenti, a presto!

La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 26 settembre 2022.

Approfondisci la lettura consultando le schede delle altre opere di Giorgio de Chirico intitolate:

Leggi La vita e tutte le opere di Giorgio de Chirico

Consulta la pagina dedicata al dipinto di Giorgio de Chirico, Piazza d’Italia Metafisica, sul sito della Städtische Kunsthalle di Mannheim.

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