Arte italiana del secondo dopoguerra, 1945 – 1950

L’arte italiana del secondo dopoguerra fu caratterizzata da due schieramenti opposti che proponevano arte realista e arte astratta.

Pagina aggiornata il: 30 giugno 2021. Torna a visitarci e troverai nuovi contenuti.

Nell’arte italiana dopo la Seconda Guerra Mondiale, si ritrovano alcune influenze dei linguaggi artistici del Ritorno all’Ordine degli anni Venti e Trenta e delle Avanguardie del primo Novecento. Inoltre nel considerare la sua evoluzione non si può fare a meno di valutare l’influenza della politica. A promuovere l’ambiente artistico anche con mostre pubbliche fu lo schieramento di sinistra, rappresentato dal Partito Comunista Italiano PCI.

Arte italiana del secondo dopoguerra. Realismo contro Astrattismo

Stilisticamente l’arte del secondo dopoguerra fu distinta da due fazioni, quella realista e quella astratta. Il confronto tra i due schieramenti prese così una forma militante, a causa del clima post-bellico caratterizzato da forti contrapposizioni. Inoltre la vita politica in quegli anni aveva una grande influenza nella cultura e anche gli artisti ne subirono la pressione. Infatti, il Partito Comunista Italiano, PCI, ebbe un ruolo fondamentale nella promozione di gruppi artistici quali il Fronte Nuovo delle Arti. Renato Guttuso per molti anni, nel corso della seconda metà del Novecento, creò immagini di propaganda anche interna al partito.

La componente realista, di matrice post-cubista ed espressionista fu quella promossa dal Partito Comunista Italiano PCI e supportata dai critici allineati. Gli artisti si riunirono in gruppi diffusi nelle diverse città italiane mentre il gruppo di respiro nazionale fu il Fronte Nuovo delle Arti. Il modello a cui guardarono molti degli artisti realisti fu Guernica di Pablo Picasso del 1937 considerata un modello di impegno civile e forza espressiva. 

La componente astratta invece fece riferimento alle esperienze dell’Astrattismo, dell’Informale e del Concretismo. Le realtà più note furono il MAC, Movimento Arte Concreta di Milano, il Gruppo Forma 1 di Roma, l’Astrattismo classico di Firenze e gli Gli ultimi naturalisti di Bologna.

I principali raggruppamenti artistici dell’arte italiana del secondo dopoguerra

I giovani artisti in Italia, sul finire della Seconda Guerra Mondiale presero le distanze dall’arte di regime. Inoltre tornarono a guardare alle esperienze dell’arte europea contrariamente all’arte autarchica del ventennio fascista che faceva quasi esclusivamente riferimento alla tradizione italiana. Si tornò quindi a considerare i linguaggi delle Avanguardie storiche, rifiutate dagli artisti della generazione precedente aderente al Ritorno all’Ordine degli anni Venti e Trenta del Novecento.

Corrente

Il giovane artista Ernesto Treccani nel corso degli anni Quaranta del Novecento fondò la rivista Corrente. Intorno alla rivista si riunirono poi alcuni artisti contrari al regime fascista. Le idee di Treccani e degli autori della rivista erano in netto contrasto con le esperienze di Novecento coordinate da Margherita Sarfatti negli anni Venti. Alcuni artisti di Corrente confluirono poi nel 1945 nel Fronte Nuovo delle Arti.

Il Fronte Nuovo delle Arti

Il Fronte Nuovo delle Arti fu un tentativo di organizzare una realtà nazionale di arte post-bellica. Nel Fronte confluirono artisti di Milano, Roma e Venezia. L’esperienza del gruppo si concluse nel 1950 a causa delle tensioni tra le due componenti del Fronte, quella realista e quella astratta. Renato Guttuso fu uno dei protagonisti più attivi del gruppo, schierato sul versante realista, supportato inizialmente dal Partito Comunista Italiano PCI. Il realismo del Fronte fu di matrice post-cubista e neoespressionista.

In occasione della Biennale d’Arte Internazionale di Venezia del 1948 trovarono spazio le tendenze artistiche del secondo dopoguerra. La mecenate e collezionista statunitense Peggy Guggenheim con base a Venezia in Italia, fu l’anima dell’edizione della Mostra. Peggy Guggenheim infatti espose la sua collezione all’interno del padiglione della Grecia. La mostra durò dal 6 giugno al 30 settembre e la partecipazione di Peggy Guggenheim è considerato un evento epocale. Infatti fu la prima esposizione di una collezione privata dopo vent’anni di dittatura. Inoltre rappresenta la prima esposizione della collezione in Europa dopo la chiusura della galleria Art of This Century (1942–47) a New York.

Alcuni artisti che parteciparono alle attività del Fronte Nuovo delle Arti si raggrupparono intorno alla Galleria del Cavallino di Carlo Cardazzo. Il Fronte Nuovo delle Arti fu presente con opere realiste e narrative di natura post-cubista di Guttuso e Birolli, Morlotti. Leoncillo, Franchina, Viani esposero le loro sculture. Invece Emilio Vedova e Turcato proposero opere più astratte ponendo le basi per la scissione futura del 1950. Proprio Turcato nel 1947 aderì al Gruppo Forma 1 di Roma, formalista e marxista, di Accardi, Consagra, Dorazio, Sanfilippo, Attardi e Perilli. Il gruppo era attivo con opere astratte, non apprezzate dal PCI e in contrasto con il neorealismo di Renato Guttuso.

Renato Guttuso fu un artista di grande impegno e ispirazione per i gruppi di militanza artistica antifascista e di rinnovamento artistico. Guttuso inoltre, in clandestinità  dipinse opere di denuncia durante il corso della Seconda Guerra Mondiale. L’artista utilizzò un linguaggio post-cubista ispirato al grande dipinto Guernica di Picasso del 1937. Inoltre accolse alcuni elementi del linguaggio espressionista che aiutavano a rendere più espressive le sue immagini di denuncia. Guttuso dalla tradizione italica riprese poi la composizione delle scene di derivazione manierista toscana.

Gruppo degli Otto

Il Gruppo degli Otto si formò in seguito allo scioglimento del Fronte Nuovo delle Arti. I suoi membri infatti internamente al Fronte manifestarono la necessità di utilizzare un linguaggio astratta seppure con un taglio figurativo. Così guidati dal critico Lionello Venturi, gli Otto artisti operarono dal 1952 al 1954 proponendo opere dal linguaggio astratto-concreto.

Astrattismo classico di Firenze

Inizialmente l’Astrattismo classico prese il nome di Arte d’Oggi con il quale il gruppo di artisti organizzò alcune mostre sul finire degli anni Quaranta del Novecento. 

Gruppo Forma 1 di Roma

Il Gruppo Forma 1 adottò un linguaggio di derivazione astratta. I suoi membri si dichiararono formaliste e marxisti, e tentarono un accordo tra le due ideologie. Fecero parte del Gruppo Forma 1 gli artisti Carla Accardi, Consagra, Dorazio, Sanfilippo, Attardi e  Achille Perilli. Proprio Perilli prese contatti con il MAC (Movimento arte concreta) di Milano.

MAC (Movimento arte concreta) di Milano

Bruno Munari, Gillo Dorfles, Atanasio Soldati e Gianni Monnet fondarono nel 1948 a Milano il MAC (Movimento arte concreta). La finalità degli artisti fu quella di proporre un’arte astratta slegata dal riferimento al reale e dai condizionamenti della politica. Gli artisti del MAC furono in contatto con il Gruppo Forma 1 di Roma e con lo Spazialismo di Lucio Fontana.

Spazialismo

L’artista Lucio Fontana tornò nel 1948 in Italia dall’Argentina e propose un suo linguaggio nel panorama dell’arte post bellica. Nel 1946 pubblicò in argentina il Manifesto bianco considerato l’atto fondativo dello Spazialismo. Lucio Fontana superò il suo linguaggio degli anni Trenta del Novecento, cubista e surrealista, redigendo in Argentina, nel 1946, il Manifiesto Blanco. L’artista pose così le basi per lo Spazialismo diventando un protagonista del rinnovamento dell’arte del secondo dopoguerra.

Lo Spazialismo di Lucio Fontana è considerato dagli storici una pittura di percezione, rivolta a suscitare l’esperienza dell’osservatore. Infatti Fontana con i suoi tagli che lacerano il diaframma della tela annulla lo spazio bidimensionale e crea un’esperienza tridimensionale scultorea. In questo modo inserendo la componente spaziale Fontana superò anche le esperienze astratte delle delle avanguardie storiche.

Pittori Moderni della Realtà

Antonio e Xavier Bueno ripresero il linguaggio della Metafisica e le loro opere furono apprezzate dallo stesso Giorgio De Chirico. I fratelli di origine spagnola si formarono a Parigi nel contesto del Ritorno all’Ordine rifiutando le esperienze delle Avanguardie. I due fratelli arrivarono in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale senza però trovare una giusta collocazione nell’ambiente artistico. A guerra conclusa si avvicinarono agli artisti Pietro Annigoni e Gregorio Sciltian entrando nel gruppo dei Pittori moderni della realtà. La loro militanza in questo contesto durò solamente due anni, dal 1947 al 1949. Al termine dell’esperienza collettiva i due fratelli presero strade diverse soprattutto a causa delle perplessità di Antonio nei confronti del gruppo.

La pittura Metafisica si ritrova anche nella pittura di Salvatore Fiume che ripropone il classicismo e il Quattrocento toscano. Le figure femminili di Fiume tornarono a mostrare il corpo che diventò morbido svelando nuovamente la sua sensualità.

La scultura

Arturo Martini nel 1945 scrisse un saggio diventato celebre, intitolato Scultura lingua morta. Nel testo lo scultore scrisse della scultura del dopoguerra realizzata da scultori quali Leoncillo, Viani, Consagra, Fazzini, Martini e altri autori. Nonostante il titolo del saggio la scultura dell’epoca fu vitale anche se perse il carattere monumentale e si spostò su posizioni sociali e intime e sospese.

Le opere dell’arte italiana del secondo dopoguerra

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