Pietà del Perugino

La Pietà del Perugino riprende un modello iconografico figurativo del nord Europa che sarà poi superata da Michelangelo con la sua Pietà.

Perugino, Pietà, 1493-1494, olio su tavola, 168 x 176 cm. Firenze, Galleria degli Uffizi

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Indice

Descrizione della Pietà del Perugino

Nel dipinto del Perugino, la Vergine è seduta con una posizione verticale e rigida mentre il corpo di Gesù è collocato orizzontalmente sulle sue gambe. A sinistra, Giovanni evangelista sostiene la parte superiore del corpo di Cristo mentre a destra Maria Maddalena regge i piedi. Sui lati dell’immagine si trovano un giovane santo con le mani giunte e raccolte verso il petto e un santo più anziano. Questa figura ha le mani intrecciate e lo sguardo puntato in basso.

Interpretazioni e simbologia della Pietà del Perugino

La Pietà del Perugino riprende il modello tedesco definito Vesperbild. Secondo questa tradizione iconografica, il corpo di Cristo giace rigido tra le braccia di Maria. La Madre è seduta con il busto teso e verticale mentre il Gesù morto è disposto in orizzontale. Questo modello troverà una moderna alternativa con la Pietà di Michelangelo. Il termine tedesco Vesperbild si può tradurre in italiano come immagine del Vespro. Tale modello di scultura devozionale nacque nel XIV secolo in Germania.

I due santi che si osservano sui lati della scena sono Nicodemo, il più giovane, e Giuseppe d’Arimatea, il più anziano. I due personaggi, secondo la  tradizione dei Vangeli, deposero il corpo di Cristo, rimuovendolo dalla croce, in seguito alla sua morte. Il modello che rappresenta questo evento è definito Deposizione.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

La Pietà del Perugino è esposta alla Galleria degli Uffizi di Firenze. Pietro Perugino dipinse la Pietà in seguito ad una commissione destinata alla chiesa del convento di San Giusto alle mura retta dai frati Ingesuati. Per la stessa destinazione l’artista realizzò l’Orazione nell’orto e una Crocifissione.

La testimonianza della presenza nella chiesa di queste tre opere del Perugino risale al pittore e biografo manierista Giorgio Vasari che ne diede conto ne Le vite. Nel 1529, a seguito l’assedio di Firenze i soldati distrussero la chiesa e quindi andarono perdute le testimonianze dirette della collocazione delle tre opere. Vasari, inoltre riscontrò alcuni danni sulla Pietà che imputò ad errori tecnici compiuti durante la realizzazione dell’opera. I frati, in seguito alla distruzione della chiesa, trasferirono i dipinti nella loro nuova sede, convento di San Giovanni Battista della Calza presso Porta Romana.

L’artista e la società. La storia della Pietà del Perugino

Gli storici hanno datato la Pietà di Pietro Perugino intorno agli anni 1483 – 1493 circa.

Gli storici non sono in grado di indicare una data di esecuzione sicura a causa della mancanza di datazione sulla tela e di documenti dell’epoca. Lo storico Scarpellini indicò come anno probabile il 1482, quando il Perugino tornò da Roma. Inoltre in questi anni i frati Ingesuati avviarono un processo di rinnovamento della chiesa. Per l’occasione infatti i frati chiesero al Ghirlandaio di dipingere la pala per l’altare maggiore intitolata Madonna e santi. Nonostante queste considerazioni valutate dallo storico, altri suoi colleghi datano il dipinto qualche anno più tardi, poco prima del 1500. Secondo gli studi sulla mescola delle opere del maestro. In questo periodo il Perugino iniziò a legare le polveri colorate con olio di lino seguendo le sperimentazioni che per tradizione furono compiute in Italia da Antonello da Messina.

Il pittore Ottavio Vannini realizzò una copia che si trova all’interno del convento della Calza. Una diversa copia con alcune varianti, dipinta sempre dal Perugino, realizzata intorno al 1493 – 1495, si trova alla National Gallery of Ireland di Dublino.

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Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile della Pietà del Perugino

A partire dagli ultimi due decenni del XV secolo, Pietro Perugino utilizzò frequentemente lo spazio porticato per ospitare le scene religiose. Tale scelta si ritrova in alcuni dipinti quali la Pala di Fano, il Polittico Albani-Torlonia, l’Apparizione della Vergine a san Bernardo e la Madonna col Bambino in trono tra i santi Giovanni Battista e Sebastiano.

Perugino creò delle figure disegnate in modo preciso che mostrano espressioni molto caratterizzate dalle loro fisionomie. Il pianto di Giovanni e il dolore di Maria Maddalena però non sono esasperati con forza drammatica ma si esprimono in modo pacato. Infatti, il clima emotivo del dipinto è rivolto ad una resa spiritualmente meditativa. Le figure della Maddalena, come le figure della Crocifissione si avvicinano allo stile di Luca Signorelli.

La tecnica

La Pietà di Pietro Perugino è un dipinto realizzato con velature di colori ad a olio su una tavola di legno di  168  centimetri di larghezza per 176 cm di altezza.

Il colore e l’illuminazione

L’incarnato del corpo di Gesù è molto chiaro e si staglia netto contro lo sfondo più scuro. Maria Maddalena è dipinta con colori bruni.

Lo spazio

Il portico decorato con archi a tutto sesto che si impostano su colonnine con capitelli sporgenti. La prospettiva che disegna lo spazio del portico contribuisce, con le linee di fuga, a dirigere lo sguardo dell’osservatore verso lo sfondo. In questo modo si crea l’impressione di profondità della scena grazie alla rappresentazione di un paesaggio collinare. Sulle colline compaiono esili alberi. Il paesaggio si sfuma con il cielo in corrispondenza dell’orizzonte. La scena si svolge in primo piano e la particolare disposizione del corpo di Gesù suggerisce l’impressione che i personaggi sospingano la salma in avanti, verso l’osservatore. La scena si svolge all’interno di uno spazio architettonico.

La composizione e l’inquadratura

La composizione della scena segue uno schema simmetrico. Il corpo di Gesù, rigidamente orizzontale, traversa l’intera larghezza della superficie dell’opera. Invece la figura della Vergine si alza ortogonalmente, in verticale. Le figure di Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea, creano masse verticali ai lati della scena e raccordano le figure con le masse architettoniche. La stessa struttura compositiva si ritrova nella Madonna col Bambino in trono tra i santi Giovanni Battista e Sebastiano del 1493.

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Bibliografia

  • Vittoria Garibaldi, Perugino, Giunti Editore, Collana: Dossier d’art, 2005, EAN: 9788809035447
  • Perugino mai visto. Catalogo della mostra (Perugia, 3 luglio-12 settembre 2010) Volumnia Editrice, 2010, EAN: 9788889024454

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 27 gennaio 2022.

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Consulta la pagina dedicata al dipinto di Perugino, Pietà, sul sito della Galleria degli Uffizi di Firenze.

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