Circe e i suoi amanti in un paesaggio di Dosso Dossi

Circe e i suoi amanti in un paesaggio di Dosso Dossi è un dipinto che raffigura la terribile maga descritta da Omero nell’Odissea.

1525. Circe e i suoi amanti in un paesaggio, 1525 circa, 100,8 x 136 cm, olio su tela, Washington, National Gallery of Art

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Indice

Descrizione di Circe e i suoi amanti in un paesaggio di Dosso Dossi

La giovane donna rappresentata nel dipinto di Dosso Dossi è adagiata nei pressi di un bosco, sulla riva di uno specchio d’acqua. Un telo di colore verde copre interamente la gamba sinistra della maga. Un libro è posato a terra accanto a lei.

Intorno alla maga Circe sono disposti alcuni animali. In basso sulla riva si vede una spatola, quindi verso destra un cerbiatto, poi tra i rami un barbagianni e un rapace. A destra tra i tronchi spunta un cervo, quindi in primo piano si vedono un levriero e un mastino accucciato. A sinistra si intravede un paesaggio di campagna pianeggiante. Si notano infatti alcune piccole abitazioni e gruppi di alberelli.

Interpretazioni e simbologia di Circe e i suoi amanti in un paesaggio di Dosso Dossi

La figura femminile che compare nell’opera è Circe, la maga descritta nell’Odissea di Omero.

Circe si trova in un bosco e prepara un incantesimo come testimonia il libro aperto e posato a terra. Inoltre la maga regge una tabella che riporta le formule magiche da recitare e tracciare durante l’incantesimo. Intorno a Circe sono in attesa alcuni animali che prima della trasformazione erano stati i suoi amanti umani.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

L’opera di Dosso Dossi si trova alla National Gallery of Art di Washington. Qualche storico dell’arte ha ipotizzato che in origine il dipinto fosse collocato nella parte decorativa dei Camerini d’Alabastro di Alfonso d’Este a Ferrara. Altri invece sono in disaccordo perché l’opera presenta dimensioni differenti. In ogni caso, la Circe potrebbe essere stata commissionata da qualche personaggio della corte ferrarese.

Gli storici per ricostruire le proprietà dell’opera possono fare riferimento solo a documenti dell’Ottocento. Infatti a quell’epoca la Circe di Dosso Dossi si trovava custodita presso le collezioni londinesi di William Graham. In seguito fu di proprietà di Colnaghi. Un privato acquistò quindi il dipinto e infine, nel 1927 i Duveen Brothers acquisirono la Circe trasferendola negli Stati Uniti. Samuel H. Kress la acquistò poi nel 1942 e nel 1943 lo donò alla National Gallery of Art di Washington.

L’artista e la società. La storia dell’opera Circe e i suoi amanti in un paesaggio di Dosso Dossi

Il dipinto che raffigura la maga Circe dipinto da Dosso Dossi risale a circa il 1525. Gli storici dell’arte fanno notare che quando Dosso Dossi dipinse la Circe era presente presso la corte di Ferrara anche lo scrittore Ludovico Ariosto.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile di Circe e i suoi amanti in un paesaggio di Dosso Dossi

Dosso Dossi si formò studiando le opere dei pittori veneti, soprattutto di Giorgione. In seguito maturò il suo stile prendendo spunto dal lavoro di Raffaello Sanzio.

La tecnica di Circe e i suoi amanti in un paesaggio di Dosso Dossi

Circe e i suoi amanti in un paesaggio è un’opera realizzata con velature di colori  a olio su una tela di 100,8 centimetri di larghezza e 136,1 cm di altezza.

Approfondimento. Circe dai riccioli belli

di Anna Maria Nosotti

Così ce la presenta Omero nel libro X dell’ ”Odissea”: “Circe dai riccioli belli, dea tremenda con voce umana” . Sicuramente bella, ma certamente anche tremenda: secondo Virgilio, viveva in un palazzo nel bosco, circondata da bestie selvatiche, che un tempo erano stati uomini, trasformati in animali grazie alle sue doti di maga.

Tornando ad Omero, Ulisse, giunto all’isola di Eea, manda in avanscoperta i suoi uomini, guidati da Euriloco : questi entrano in un palazzo meraviglioso, dove Circe e le sue ancelle li invitano ad un banchetto, durante il quale al cibo vengono mescolati “veleni funesti” (pharmaka), che li trasformano subito in Porci.

Solo Euriloco non partecipa al banchetto, ma corre da Ulisse e gli racconta l’accaduto.

L’eroe, consigliato da Ermes, entra nella reggia e mescola alla bevanda offertagli da Circe il magico moly, che gli evita di venir trasformato in animale e gli permette di liberare i compagni dall’incantesimo. Maga? Dea? Sicuramente Circe rappresenta l’archetipo della donna dotata di conoscenza: secondo la scrittrice Madeline Miller, il mito può addirittura essere interpretato anche in chiave femminista, soprattutto per l’ indipendenza e la profonda autodeterminazione che questo personaggio dimostra.

La figura di Circe nell’arte

Anche l’arte figurativa è rimasta affascinata da questa creatura. Abbiamo qui, per esempio, due tele di Dosso Dossi.

La prima ci rimanda a un’immagine più consueta della dea: nuda, ammaliatrice, vera e propria “femme fatale”, circondata da animali, con un libro di incantesimi a tera e un foglio in mano (la maga sa leggere e scrivere…molto interessante!!). Sullo sfondo, la natura lussureggiante.

Melissa di Dosso Dossi
Melissa di Dosso Dossi

La seconda, invece, appare più originale: denominata per molto tempo “Circe”, oggi si è portati a pensare che si tratti invece dell’immagine di una maga buona, Melissa, personaggio de “L’Orlando Furioso “ di Ariosto, protettrice di Bradamante (antenata proprio degli Estensi, per la cui corte fu commissionata quest’opera). Accanto a lei, non i soliti porci, ma un bonario cagnone, simbolo di fedeltà. E i guerrieri appesi ad un albero come pupazzi? Se si tratta di Circe, sarebbero uomini perseguitati da un sortilegio; se fosse Melissa, si tratterebbe di vittime di Alcina, una delle fate cattive del poema, e la fata buona sarebbe semplicemente in procinto di sciogliere l’incantesimo. A voi l’ardua sentenza…

Consulta anche le pagine: Arte e teatro, Arte e femme fatale, Arte e eros, Arte e amore, Arte e letteratura, Le streghe nell’arte,

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Leggi gli altri contributi di Anna Maria Nosotti: Arte e femme fatale, Arte e teatro, La Divina Commedia nell’arte, Ritratti di Dante Alighieri, Il diavolo nell’arte

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Bibliografia

  • Maurizia Tazartes, Dosso Dossi, Giunti, Collana: Dossier d’art, 2013, ISBN: 9788809782532

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 15 agosto 2021.

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Consulta la pagina dedicata al dipinto di Dosso Dossi, Titolo, sul sito della National Gallery of Art di Washington.

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