La zattera della Medusa di Théodore Géricault

Ne La zattera della Medusa Théodore Géricault racconta il drammatico naufragio della fregata Medusa nel quale alcuni naufraghi furono costretti ad azioni terribili per sopravvivere.

Théodore Géricault, La zattera della Medusa, (Le Radeau de la Méduse), 1818 – 1819, olio su tela, 491 x 716 cm. Parigi, Museo del Louvre

Indice

Descrizione de la La zattera della Medusa di Théodore Géricault

La zattera della Medusa è un dipinto di Théodore Géricault molto conosciuto. Oltre che la testimonianza di un drammatico fatto storico, La zattera della Medusa è un noto dipinto romantico. Théodore Géricault raffigurò il momento in cui i naufraghi avvistano una nave che si sta avvicinando all’orizzonte, gli uomini sono stremati, alcuni sono morti, alcuni senza speranza. I naufraghi, avendo terminato cibo e acqua, furono costretti a cibarsi dei cadaveri dei loro compagni. Sulla sinistra possiamo vedere due figure isolate. Un padre anziano difende il corpo del figlio, ormai cadavere dagli altri naufraghi. Accanto a loro, sulla sinistra si vede il cadavere di un naufrago, del quale rimane il torace.

Interpretazioni e simbologia de La zattera della Medusa di Théodore Géricault

Il fatto storico

Per analizzare e comprendere La zattera della Medusa occorre, quindi, tenere presente il momento storico. La contestualizzazione è, quindi, molto importante trattandosi di un’opera che ha il compito di suscitare una forte risposta emotiva. La Méduse era una fregata francese a vela, varata il 1º luglio 1810. Il 2 luglio del 1816, si incagliò sulle secche del Banc d’Arguin, vicino Nouadhibou in Mauritania. L’incidente fu causato dall’inesperienza del comandante, capitano di fregata Hugues Duroy de Chaumareys. Dopo alcuni tentativi per disincagliare lo scafo, l’equipaggio abbandonò così la nave il 5 luglio 1816 sulle 6 imbarcazioni di salvataggio. I passeggeri eccedenti furono posti su una zattera che venne trascinata dalle barche.

Presto, però, affondò parzialmente causando la rottura della cima che la teneva legata al gruppo. L’equipaggio abbandonò così l’imbarcazione. Venti persone morirono o si suicidarono appena calata la notte. Dopo 9 giorni vi furono dei casi di cannibalismo. Il battello Argus salvò i pochi superstiti il 17 luglio 1816, ma, cinque di loro morirono nella notte. I giornali dell’epoca diedero molto spazio al racconto del naufragio. I giudici però condannarono il capitano a soli due anni di carcere e alla radiazione dal registro navale. La legge invece prevedeva l’esecuzione a morte per questo grave fatto.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Géricault espose il dipinto al Salon di Parigi del 1819. Il Museo del Louvre acquistò l’opera immediatamente dopo la morte di Géricault, all’età di 33 anni, il 26 gennaio 1824.

L’artista e la società. La storia de La zattera della Medusa di Théodore Géricault

Théodore Géricault, nato nel 1791, aveva 27 anni all’epoca dei fatti della Méduse. Colse l’occasione per tentare di farsi conoscere da un vasto pubblico, e diventare famoso, rappresentando una tragedia che aveva avuto risonanza internazionale. Fu molto scrupoloso nel raccogliere le informazioni e nella progettazione del dipinto. Intervistò due sopravvissuti, fece un modellino della zattera e realizzò molti bozzetti preparatori. I poveri naufraghi sopravvissuti sono circondati da corpi in decomposizione e vestono abiti laceri e sudici. I corpi nudi, scomposti e lividi dei cadaveri suscitarono orrore e riprovazione. Nonostante questo il dipinto divenne immediatamente famoso, anche a causa della diffusione mediatica dei racconti sul naufragio della Méduse.

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Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile de La zattera della Medusa di Théodore Géricault

La zattera della Medusa, è considerata il punto di rottura con la pittura neoclassica che si rivolgeva alla ragione dello spettatore. I dipinti neoclassici infatti presentavano composizioni equilibrate, atmosfere cromatiche serene e soggetti elevati. Il dipinto di Géricault invece suscita una intensa reazione emotiva. La scena mostra un grande senso di realtà e i corpi sono concepiti con una solida conoscenza dell’anatomia umana.

Le figure sono esaltate da una illuminazione che ricorda la pittura di Caravaggio. Le anatomie e alcune pose evocano poi la monumentalità dei personaggi dipinti da Michelangelo.

La tecnica

La zattera della Medusa è un dipinto ad olio su tela di grandi dimensioni 491 centimetri di altezza e 716 cm di larghezza.

Il colore e l’illuminazione

I toni sono scuri e drammatici. I colori tendono al grigio, i corpi sono lividi, per la morte e per il freddo. Solo all’orizzonte brilla il colore di un tramonto. Il rosso è l’unico colore vivace riservato al mantello che copre il padre. Il panno usato come bandiera è di un arancione vivo. Nel dipinto si notano toni cupi e forti contrasti perché siamo nel mezzo di una tempesta marina.

Lo spazio

Le imponenti dimensioni permettono inoltre una visione dal vero di grande effetto scenico. Infatti la fruizione del dipinto a dimensione reale, proietta lo spettatore all’interno dell’evento. Le figure sovradimensionate e la luce teatrale riescono a catturare l’osservatore contemporaneo. L’effetto sarà stato, probabilmente, enfatizzato ulteriormente per lo spettatore ottocentesco.

Il forte chiaroscuro e la prospettiva aerea rendono lo spazio tridimensionale. Contribuisce a questa resa anche la posizione della zattera, raffigurata in obliquo.

La composizione e l’inquadratura

La struttura compositiva de La zattera della Medusa è articolata. La struttura piramidale culmina sull’uomo che sventola il panno. Il triangolo che fa capo al naufrago sale lungo il corpo del ragazzo morto a sinistra. Discende poi per creare la base di questo triangolo compositivo. Questa direttrice ascensionale può essere letta come un espediente visivo e narrativo di Théodore Géricault. Lo sguardo sale verso il panno che sventola. Si tratta di una aspirazione alla salvezza, un crescendo emotivo verso il cielo. Altri due triangoli compositivi si possono individuare verso sinistra, con il vertice alla sommità dell’albero della vela. Il secondo, di orientamento inverso, con il vertice sul cadavere abbandonato in acqua sulla destra.

Nave di schiavi di William Turner

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Bibliografia

  • Gérard-Georges Lemaire, Géricault, Giunti Editore, Collana: Dossier d’art, 1998, EAN: 9788809762008

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 26 dicembre 2021.

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Consulta la pagina dedicata al dipinto di Théodore Géricault, La zattera della Medusa, sul sito del Museo del Louvre di Parigi.

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