Ciclo degli alienati di Théodore Géricault

Il Ciclo degli alienati di Théodore Géricault rappresenta una interpretazione pittorica delle teorie progressiste sul trattamento del malato mentale di fine Ottocento.

Théodore Géricault, Ciclo degli alienati, 1820-1823, olio su tela. Sedi sparse

Indice

Descrizione del Ciclo degli alienati di Théodore Géricault

Alienata con monomania del gioco di Théodore Géricault

Théodore Géricault, Alienata con la monomania del gioco, 1820-1824, olio su tela, 77 x 64,5 cm. Parigi, Museo del Louvre

Alienata con monomania del gioco di Théodore Géricault
Alienata con monomania del gioco di Théodore Géricault

L’Alienata con monomania del gioco è una anziana donna dagli occhi incavati, la bocca semiaperta e la testa coperta da un copricapo bianco dal quale spuntano alcuni capelli grigi e spettinati. L’espressione dell’anziana pare fissa e sembra priva di pensiero logico o intento comunicativo. Infatti lo sguardo è perso lontano e il viso sembra prolassato in basso come la posizione curva in avanti.

Il suo corpo è avvolto da un ampio cappotto che la copre interamente. Al di sotto si intravede un indumento chiaro indossato in modo trasandato. Dietro di lei non si colgono particolari architettonici o ambientali.

Alienata con monomania dell’invidia di Théodore Géricault

Théodore Géricault, Alienata con monomania dell’invidia (La iena della Salpetrière), 1819-1822, olio su tela, 72,1 x 58,5 cm. Musée des beaux arts de Lyon

Alienata con monomania dell’invidia di Théodore Géricault
Alienata con monomania dell’invidia di Théodore Géricault

Una donna anziana osserva verso destra con occhi piccoli e la fronte corrugata. Sul capo, l’alienata indossa una cuffia calata sui capelli grigi che spuntano spettinati e scomposti dal bordo anteriore. Il viso della protagonista di quest’opera è magro e rugoso e rivela la sua età anziana. Inoltre mostra un’espressione fissa difficilmente comprensibile un po’ diffidente e un po’ indagatrice. In realtà la sua fissazione la porta probabilmente a osservare con malignità coloro che invidia.

L’anziana è coperta da un pesante cappotto dall’ampio colletto rotondo. Sotto di esso spunta una sciarpa rossa e un brandello di abito chiaro. Infine le stringhe della cuffia pendono sul davanti libere e scomposte.

Alienato con la monomania del comando militare di Théodore Géricault

Théodore Géricault, Alienato con monomania del comando, 1821-1823, olio su tela, 81 x 65 cm. Winterthur, Sammlung Oskar Reinhart “am Römerholz”

Alienato con la monomania del comando militare di Théodore Géricault
Alienato con la monomania del comando militare di Théodore Géricault

L’anziano monomane indossa un abbigliamento che ricorda quello militare. Un fez nero calato sulla testa con la nappa rossa che ricade in avanti e una pesante medaglia al collo.

La posa severa e lo sguardo lontano in realtà rivelano l’atteggiamento slegato dalla realtà e vissuto in una dimensione interiore.

Alienato con la monomania del furto di Théodore Géricault

Théodore Géricault, Alienato con monomania del furto, 1821-1823, olio su tela. Gand, Museum voor Schone Kunsten

Alienato con la monomania del furto di Théodore Géricault
Alienato con la monomania del furto di Théodore Géricault

L’alienato con monomania verso il furto è vestito di nero e si confonde con lo sfondo. Intorno al collo un fazzoletto stringe il colletto di una camicia bianca. I capelli sono neri e folti ma spettinati e la barba trascurata.

Lo sguardo è assente e puntato lontano, privo di vitalità.

Alienato con la monomania del rapimento di Théodore Géricault

Théodore Géricault, Alienato con Monomania del rapimento di bambini, 1821-1823, olio su tela. Springfield, Museum of Fine Arts

Alienato con la monomania del rapimento di Théodore Géricault
Alienato con la monomania del rapimento di Théodore Géricault

Il rapitore porta un copricapo scuro, una giacca e un foulard stretto intorno al collo. Il volto è curato come la barba che incornicia il mento. Le guance però sono scavate e lo sguardo incavato. Infatti gli occhi puntano lontano e rivelano l’inquietudine legata al suo disturbo.

Interpretazioni e simbologia del Ciclo degli Alienati di Théodore Géricault

Nel Ciclo degli alienati Géricault raffigurò uomini e donne. I protagonisti erano affetti da alterazioni psichiche di vario tipo che però si collocano nella categoria delle monomanie. Le monomanie erano considerare delle ossessioni rispetto a un particolare comportamento. In questi dipinti Géricault prese in esame così il furto, la pedofilia o il rapimento, la dipendenza dal gioco d’azzardo, l’invidia e la mania del comando militare.

Théodore Géricault era molto interessato al mondo dell’emarginazione e dalla vita dei bassifondi delle metropoli del suo tempo. L’industrializzazione che iniziava a diffondersi nelle a metà Ottocento contribuiva infatti a determinare sacche di emarginazione e di degrado sociale. Théodore Géricault realizzò così la serie degli alienati. Questi dipinti non rappresentano tanto una denuncia contro l’emarginazione dei malati mentali quanto il tentativo di comprendere a fondo l’interiorità dei malati.

In accordo con le teorie riformiste degli psichiatri Georget e Esquirol, Géricault era convinto che i malati mentali avessero bisogno di essere curati, non puniti e rinchiusi.

Il Ciclo degli alienati di Théodore Géricault

I monomaniaci dipinti da Géricault sono caratterizzati da uno sguardo assente e fisso. Anche l’abbigliamento fuori luogo, trasandato o eccentrico sottolinea il loro comportamento. La scelta degli abiti quindi sottolinea la loro distanza dalla realtà e dalla relazione umana. Géricault inoltre nei suoi dipinti sembra di dare una dignità al malato mentale. Infatti i monomaniaci non sono ritratti in pose scomposte ma sono raffigurati come degli eleganti nobili o borghesi parigini. Proprio nella loro posa però manifestano i sintomi della malattia.

I cinque dipinti

Uno dei dipinti si intitola l’Alienata con la monomania dell’invidia detta anche La iena della Salpetrière. L’espressione sembra quella di una donna astuta e scaltra in realtà è ossessionata dalla sua invidia.

Il volto della monamane del gioco d’azzardo rivela la sua ossessione che probabilmente le impedisce di riposare infatti la fronte solcata da profonde rughe e lo sguardo rivela il suo pensiero rivolto al gioco.

L’Alienato con la mania del comando militare è un anziano rivolto verso destra che indossa abiti militari. Il volto magro dal colore pallido ed emaciato è in contraddizione con l’esuberanza della vita militare. Inoltre la barba trasandata e l’atteggiamento depresso rivelano la realtà della sua malattia mentale.

L’Alienato con la monomania del furto è interpretato come un personaggio sgradevole. Gli occhi poi sembrano privi di espressione, vuoti e fissi nel nulla. Inoltre mostra un aspetto trasandato e privo di controllo. L’abbigliamento in questo caso rispecchia pienamente il carattere deviato del personaggio. Il monomane del furto fu definito anche cleptomane o pazzo assassino.

L’Alienato con la monomania del rapimento è un uomo di mezza età che all’apparenza non mostra segni di trascuratezza. E infatti tra i cinque quello vestito in modo più elegante. In alcune interpretazioni questo monomane è anche considerato un rapitore di bambini. In realtà nel titolo originale è indicato come un rapitore finalizzato al riscatto in denaro. Secondo i conoscitori dell’opera di Géricault questo personaggio rispecchia la sua monomania nell’abbigliamento un po’ fanciullesco. Inoltre lo sguardo sembra leggermente triste e quindi richiama lo stadio infantile della sua mente. In questo caso la lettura che ne fa Gericault è quella di un personaggio che ricerca i fanciulli per ritornare alla sua infanzia felice.

Il carattere oscuro di Théodore Géricault

Géricault era conosciuto per un uomo dal carattere oscuro e chiuso che si espresse anche nelle sue opere. Qualche anno prima della realizzazione della serie degli alienati, nel 1818, l’artista aveva infatti aveva preso a modello le teste mozzate di due giustiziati. Lo studio fu utilizzato nel famoso dipinto intitolato la Zattera della Medusa realizzata tra il 1818 il 1819 che rivela la propensione al macabro dell’artista.

Sembra quasi che Géricault nel ritrarre i soggetti partecipi emotivamente alla loro devianza.

Il trattamento della malattia mentale all’epoca di Théodore Géricault

All’epoca dell’artista il malato mentale era particolarmente osteggiato dalla società. La cultura infatti divideva il comportamento umano tra follia e ragione. La pratica medica rivolta alle malattie mentali ebbe una positiva evoluzione tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento. Infatti i medici più illuminati cercarono di comprendere le origini dei disturbi psichici senza giustificarli con possessioni demoniache o atteggiamenti di pura. Si iniziò quindi a documentare il decorso clinico per trovare delle cure efficaci alla malattia mentale.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione del Ciclo degli alienati di Théodore Géricault

Gli storici non hanno la certezza che i dieci dipinti realizzati da Géricault siano stati commissionati da qualche collezionista. Louis Viardot un critico francese raccontò che l’artista dipinse le opere in seguito alla conoscenza di Etienne-Jean Georget un giovane medico. Georget operava presso il manicomio parigino femminile di Salpetrière e aveva come maestro il celebre psichiatra Jean-Etienne Dominique Esquirol. Secondo alcuni gli storici Géricault soffriva di depressione quindi potrebbe aver dipinto queste opere come una forma di autoterapia.

Charles Clement il biografo di Théodore Géricault nel 1867 pubblicò un catalogo ragionato e indicò dieci studi di alienati realizzati tra il 1820 e il 1824 che erano appartenuti al medico Etienne Jean Georget. Alcuni storici ritengono quindi che le opere potessero essere state donate all’alienista per ringraziarlo delle cure offerte.

Due allievi di Géricault, Maréchal e Lachèze si spartirono i dieci dipinti alla sua morte. Quelli di Maréchal furono poi spediti in Inghilterra e si persero. Invece i cinque appartamenti a Lachièze sono ancora esistenti. Il critico Louis Viardot dichiarò di averli scoperti per caso a Baden-Baden in una soffitta.

L’artista e la società. La storia del Ciclo degli Alienati di Théodore Géricault

Il Ciclo degli alienati risale al 1820-1824 e rappresenta un mistero ancora non risolto dagli storici dell’arte. In origine i dipinti erano dieci e ne rimangono oggi cinque e gli storici non conoscono molto rispetto alla datazione e all’origine di queste opere. Furono forse eseguite tra il 1820 e il 1824, anno della morte dell’artista, quindi tra i 29 e i 33 anni.

La depressione di Théodore Géricault

Géricault, nel 1819, dopo l’insuccesso de La zattera della Medusa e probabilmente per inclinazione personale iniziò a soffrire di depressione. L’artista aveva 28 anni e un suo amico, August Brunet, gli fece conoscere un giovane laureando in medicina che si chiamava Etienne-Jean Georget. Il futuro medico allora aveva 24 anni e stava preparando una tesi di laurea sulle follie e sulle cause del disagio psichico.

Una delle idee del giovane medico era che il malessere psichico fosse causato dalla vita dissoluta dell’artista e consigliò l’isolamento. Georget però lavorava presso l’ospedale della Salpetrière che era per sole donne. Quello maschile di Bicêtre era per uomini ma molto squallido e degradato. Georget quindi consigliò all’artista di rivolgersi alla clinica del dottor Jean-Etienne Dominique Esquirol che si trovava in Rue Buffon a Parigi. Qui avrebbe trovato giovamento in un grande giardino nel quale poteva incontrare amici e allievi.

Jean-Etienne Dominique Esquirol era il maestro di Georget ed era un famoso psichiatra con idee progressiste e fu uno dei pionieri della psichiatria moderna.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile del Ciclo degli Alienati di Théodore Géricault

Théodore Géricault fu un artista romantico e indagò i comportamenti irrazionali dell’umanità. Rappresentò infatti lo spirituale, il patriottismo e l’erotismo. I ritratti degli affetti da monomanie rientrano in questa indagine. Diversamente da Géricault, Caspar David Friedrich, un altro protagonista del Romanticismo, dipinse paesaggi interpretati con la poetica del sublime.

Géricault quindi rappresentò i soggetti con una sensibilità scientifica quasi fisiognomica. L’artista infatti sembra che abbia scavato nell’animo del malato per conoscerne empaticamente il comportamento e l’individualità. I cinque ritratti di alienati inoltre presentano un grande realismo. L’operazione di Theodore Géricault si avvicina quindi alle rappresentazioni scientifiche di Leonardo Da Vinci.

Géricault spesso accostò genio romantico e follia. Questo aspetto della sua poetica lo avvicina agli altri artisti maledetti. Gli studi che dipinse con le teste mozzate di due condannati alla ghigliottina e pezzi di cadaveri furono gli studi preparativi per la Zattera della medusa. Proprio i soggetti scelti dall’artista sembrano accentuare la sua propensione al macabro. Fu proprio della pittura romantica la tendenza a rappresentare i bassifondi la precarietà della vita e i comportamenti estremi e folli.

La tecnica

I dipinti sono realizzati con colori ad olio stesi a corpo su tela.

Il colore e l’illuminazione del Ciclo degli alienati di Théodore Géricault

I colori tendenzialmente sono molto scuri e acidi e lo sfondo grigio o scuro mette in evidenza il colore del viso che spesso è pallido ed emaciato. L’artista utilizzò il colore per sottolineare il carattere degli alienati. Nel caso del monomane del furto il colore tende al verde e crea un senso di disagio. Lo sfondo nero del monomane del comando militare sembra isolare il protagonista in una solitudine angosciante.

Lo spazio

I ritratti degli alienati sono tutti realizzati a mezzobusto. Questo particolare taglio dell’immagine permette di focalizzarsi sul loro volto e sulle espressioni che assumono.

I vari monomaniaci sembrano perdersi nel nulla e sono isolati nei loro pensieri angoscianti.

La composizione e l’inquadratura

Le opere sono di forma rettangolare con sviluppo verticale. L’inquadratura è quella tipica di un ritratto a mezzo busto e incornicia il personaggio con uno sfondo scuro e monocromatico.

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Bibliografia

  • Gérard-Georges Lemaire, Géricault, Giunti Editore, Collana: Dossier d’art, 1998, EAN: 9788809762008

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 3 dicembre 2020.

Approfondisci la lettura consultando le schede delle altre opere di Théodore Géricault intitolate:

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Consulta la pagina dedicata al dipinto di Théodore Géricault, Alienata con la monomania del gioco, sul sito del Museo del Louvre di Parigi. Alienata con monomania dell’invidia, sul sito del Musée des beaux arts de Lyon di Lione. Alienato con monomania del comando, sul sito del Sammlung Oskar Reinhart “am Römerholz” di Winterthur. Alienato con monomania del furto, sul sito del Museum voor Schone Kunsten di Gand. Infine Alienato con Monomania del rapimento di bambini, sul sito del Museum of Fine Arts di Springfield.

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