Scultura n. 15 di Fausto Melotti

Scultura n. 15 di Fausto Melotti è il risultato della ricerca dell’artista rivolta alla sperimentazione delle superfici disposte secondo ritmi musicali.

Fausto MelottiScultura n. 15, 1935 (1976) II ed., plexiglass, 145 x 140 x 21 cm.

Indice

Descrizione della Scultura n. 15 di Fausto Melotti

Nell’opera, vi sono tre elementi verticali di colore bianco posti a distanze ritmiche tra di loro. Una forma curva nasce poi dall’angolo in basso a sinistra e sale con un andamento serpentino di fronte ai tre elementi. Il primo di sinistra è integrato all’interno della forma concava in salita. Il percorso di questa poi curva prosegue verso destra in alto dove si allinea con il terzo elemento verticale.

Interpretazioni e simbologia della Scultura n. 15 di Fausto Melotti

Il significato dell’opera di Fausto Melotti è da ricercare prima di tutto nel contesto del linguaggio plastico elaborato dall’artista. L’opera infatti non rappresenta una riproduzione mimetica della realtà ma è una composizione di forme progettata con attenzione al loro equilibrio compositivo. Come fecero altri artisti impegnati nella ricerca astratta, anche Fausto Melotti decise di assegnare titoli seriali con numerazione progressiva alle sue opere. Questa scelta è da intendersi come una vera e propria dichiarazione teorica che allontana la scultura da intenti realistici.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Scultura n. 15 di Fausto Melotti è conservata e esposta in alcune sedi museali internazionali.

L’artista e la società. La storia dell’opera Scultura n. 15 di Fausto Melotti

Fausto Melotti realizzò la Scultura n. 15 nel 1935. Negli anni sono state realizzate alcune repliche fino al 1976 con la seconda II edizione.

Fausto Melotti nacque a Rovereto nel 1901 e nel 1918 si iscrisse all’Università di fisica e matematica a Pisa. Nel 1924 si laureò a Milano in ingegneria elettrotecnica e, negli stessi anni, ottenne il diploma di pianoforte. A Torino frequentò lo studio dello scultore Pietro Canonica mentre si iscrisse all’accademia di Brera di Milano nel 1929. Suo maestro fu lo scultore Adolfo Wildt invece suo compagno di studi e amico fu l’artista Lucio Fontana fondatore dello Spazialismo. Nel 1932 divenne insegnante di plastica moderna alla scuola artigianale di Cantù e nel 1935 strinse un sodalizio artistico col cugino Carlo Belli.

I due pubblicarono un testo intitolato “Kn” che presentava le loro ricerche astratte in ambito artistico. Dello stesso anno è l’adesione al movimento abstraction-création fondato a Parigi nel 1931. Nel 1935 Fausto Melotti partecipò ad una mostra collettiva nello studio di Casorati e di Paolucci a Torino. Vennero le esposizioni alla galleria Il Milione di Milano e il riconoscimento in Francia. In Svizzera nel 1937 Gli fu conferito il Premio internazionale La Sarraz. Fausto Melotti fu protagonista di un’opera, nel 1937, per la sesta Triennale di Milano intitolata Costante uomo.

Il dopoguerra

Dal 1941-1943 Fausto Melotti fu a Roma dove partecipò ad un progetto per il Palazzo delle forze armate. Nella capitale realizzò anche un libro di disegni e poesie per l’editore Giovanni Scheiwiller, nel 1944, intitolato Il triste Minotauro. Dopo la Seconda Guerra Mondiale si dedicò alla ceramica. Partecipò a numerosi premi e ricevette molti riconoscimenti. Dal 1967 iniziò una nuova ricerca artistica che lo portò ad allestire mostre in capitali internazionali. Importante la mostra antologica del 1979 a Palazzo Reale di Milano. Nel 1981 fu la città di Firenze a dedicargli un’ampia retrospettiva al Forte Belvedere. Fausto Melotti morì a Milano il 22 giugno 1986, mese nel quale ottenne il Leone d’Oro alla memoria durante la 42esima Biennale di arti visive di Venezia.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile della Scultura n. 15 di Fausto Melotti

L’opera si deve apprezzare ed analizzare in riferimento alla ricerca artistica di Fausto Melotti. Il maestro concepì le sue sculture con lo scopo di mettere in risalto le diverse superfici dei materiali. Assemblando le parti si lasciò guidare dalla sua sensibilità musicale. Per approfondire l’analisi della Scultura n. 15 di Fausto Melotti è, quindi, importante valutare il modo in cui la luce colpisce le forme e crea una ritmica tra chiaro e scuro. Inoltre, da considerare il dialogo tra forme convesse e forme concave ed elementi verticali e curvi. Da non trascurare la base che crea una orizzontalità ancorante dalla quale nascono le forme. Questi elementi si allineano, tutti e quattro, in alto centrando la base che risulta più ampia sia a destra che a sinistra.

La tecnica della Scultura n. 15 di Fausto Melotti

Fausto Melotti realizzò la Scultura n. 15 con plexiglass, un materiale sintetico. L’opera misura 145 x 140 x 21 cm.

La luce sulla scultura

Il colore della superficie dell’opera è bianco, in linea con il minimalismo che guida la ricerca di Fausto Melotti. L’illuminazione ambientale, nella fruizione di una scultura è determinante. Nel caso di una scultura astratta la scelta dell’angolo e della direzione della luce ha un’importanza ancora maggiore. In questo caso, nella Scultura n. 15 di Fausto Melotti, gli elementi convessi e quelli concavi creano delle scansioni chiaroscurali ben precise. Queste scansioni sono determinate inoltre dalla ritmica con la quale si alternano gli elementi. L’illuminazione, che in questo caso proviene da destra, leggermente in avanti, crea un profondo chiaroscuro. Questo chiaroscuro è favorito, anche, dalla superficie bianca e opaca della scultura. La composizione si inscrive quindi, in un quadrato ideale. La base del quadrato risulta essere quella della scultura e, in alto una linea virtuale che collega i quattro elementi nella loro linea superiore.

Rapporto con lo spazio

Probabilmente, L’angolo di osservazione ideale, e unico, è quello centrale, dal quale si apprezzano le alternanze delle diverse parti dell’opera.

La composizione e l’inquadratura

La scultura nasce da una base rettangolare che si sviluppa in uno spazio dalla profondità molto ristretta. Dalla cornice di questa base nasce in basso a sinistra la curva ad S dell’elemento concavo che intreccia le verticalità. Sempre su questa cornice sorge il primo elemento verticale che frontalmente risulta convesso. Gli altri due elementi nascono dalla cornice opposta all’osservatore. Sono quindi disposti in modo alternato, il secondo è convesso e il terzo concavo. La serie, infatti, inizia, da sinistra, con un elemento concavo che si flette per fondersi con il secondo convesso. In questo caso, nell’incontro tra il primo elemento ondulato e il secondo verticale si crea una forma ritagliata. Il terzo elemento è convesso mentre invece il quarto e ultimo concavo. Il rigore rappresentato dalla verticalità delle forme è moderato dall’elemento curvilineo che le traversa. Le ricerche contrappuntistiche di Fausto Melotti infatti determinano la scansione delle forme nello spazio.

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Bibliografia

  • Fausto Melotti. Catalogo della mostra (New York, 13-30 maggio 2008), Editore: Charta, Collana: Quad. Ist. it. di cultura di New York, 2008, EAN: 9788881586882

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 20 gennaio 2022.

Approfondisci la lettura consultando le schede delle altre opere di Fausto Melotti intitolate:

Consulta la pagina dedicata al dipinto di Fausto Melotti, Scultura n. 15, sul sito della Fondazione Fausto Melotti.

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