Nuova Oggettività

Con Nuova Oggettività gli storici dell’arte indicano una tendenza artistica figurativa nata in Germania dopo la Prima Guerra Mondiale.

Pagina aggiornata il: 7 luglio 2021. Torna a visitarci e troverai nuovi contenuti.

Con il termine Neue Sachlichkeit, in italiano La Nuova oggettività, si indica una tendenza artistica nata in Germania al termine della Prima Guerra Mondiale.

La Nuova oggettività si sviluppò nell’ambito del più ampio movimento di Ritorno all’ordine diffuso tra le due Guerre Mondiali nell’intera Europa.

La storia della Nuova Oggettività

Nel 1925 gli esponenti della Neue Sachlichkeit organizzarono una mostra a Mannheim per diffondere le idee del movimento.

La Neue Sachlichkeit fu legata ad una ideologia liberale e quindi si esaurì con la fine della Repubblica di Weimar. Infatti il regime nazista inserì le opere prodotte nell’ambito della Neue Sachlichkeit nell’elenco dell’arte degenerata a partire dal 1937. Così molti artisti si rifugiarono negli Stati Uniti d’America.

La diffusione in Europa della Nuova Oggettività

La Nuova Oggettività rientrò nel contesto europeo più ampio del Ritorno all’Ordine conseguente alla fine della Prima Guerra Mondiale. In Italia l’arte fu fortemente condizionata dall’attività della rivista Valori Plastici mentre in Francia si aprì una stagione neoclassica.

Lo stile della Nuova Oggettività

Gli storici individuarono due componenti principali nella Nuova Oggettività, una corrente verista e una corrente classica. Il comune denominatore tra le due anime della realtà tedesca fu però quella di abbandonare il soggettivismo dell’Espressionismo che gli artisti giudicavano eccessivo e tornare ad una realtà quotidiana.

La corrente verista

Gli artisti della Nuova Oggettività appartenenti alla corrente verista furono quelli attivi tra Berlino e Dresda. Le loro opere riflettevano l’impegno sociale e politico speso nella turbolenza della realtà tedesca del primo dopoguerra condannata come cinica e quindi criticabile.

I soggetti dei dipinti veristi della Nuova Oggettività presentavano una realtà metropolitana cupa e inquietante. Infatti i personaggi che popolano i dipinti sono profittatori e truffatori. Sono presenti le prostitute vessate dagli sfruttatori e i reduci di guerra deturpati dalle ferite e dalle mutilazioni riportate durante la Prima Guerra Mondiale. La città che fa da sfondo alle scene è sconvolta dalle rovine e degradata dalla sconfitta.

Consulta la scheda: Invalidi di guerra giocano a carte di Otto Dix

Lo stile delle opere figurative è appunto caratterizzato da una visione oggettiva della cruda realtà post-bellica. La deformità delle figure è di matrice espressionista mentre la composizione delle scene ricorda aspetti grotteschi derivanti da posizioni dadaiste. Nell’insieme emergono così connotazioni emotive che generano una tensione espressiva ottenuta anche da deformazioni formali.

Gli artisti aderenti alla corrente verista della Nuova Oggettività furono Käthe Kollwitz, George Grosz, Otto Dix, John Heartfield, Hans Grundig, Conrad Felixmüller, Rudolf Schlichter, Georg Scholz e Heinrich Maria Davringhausen.

La corrente classica

Nell’ambito della corrente classica della Nuova Oggettività si delineò un gruppo definito Realismo Magico che operava a Monaco di Baviera e a Karlsruhe. Il critico tedesco Franz Roh utilizzò per primo il termine di Realismo magico nel 1925 mentre Emilio Bertonati fu il gallerista italiano che esportò i Germania le istanze portate avanti dalla rivista Valori Plastici di Roma.

Il termine Realismo fa riferimento alla figurazione delle opere che tornano a riprodurre il reale. Con il termine Magico invece si indicava l’intento di alludere ad aspetti magici e incantati del quotidiano. Diversamente dagli artisti della corrente verista gli artisti della corrente classica non furono interessati all’impegno sociale.

I soggetti più rappresentati nelle opere della Nuova Oggettività classica furono ritratti, paesaggi e nature morte.

Stilisticamente le opere di Realismo Magico riproposero un disegno preciso e dalla composizione equilibrata, progettata attentamente. Le opere diventarono così immagini atemporali, cristallizzate nella loro rappresentazione che le isola dall’influenza dello scorrere del tempo.

Gli artisti aderenti alla corrente classica della Nuova Oggettività furono tra gli altri Antonio Donghi, Georg Schrimpf, Alexander Kanoldt, Franz Radziwill, Carl Grossberg e Christian Schad.

Il linguaggio della Nuova Oggettività

I contenuti delle grafiche rappresentano una dura critica alla tragica situazione sociale nella Germania del primo dopoguerra. Gli artisti utilizzarono così un linguaggio crudo e diretto per rappresentare la dura vita quotidiana. Per assecondare tale finalità gli autori dichiararono di utilizzare la propria arte come un’arma sociale. Lo stile realistico delle opere fu coniugato però ad una componente emotiva di matrice espressionista che risponde alla tradizione dell’arte nordica.

Gli autori della Neue Sachlichkeit utilizzarono alcuni elementi linguistici del Neoclassicismo, dell’Espressionismo, del Dadaismo e del Surrealismo.

Gli artisti della Nuova Oggettività

Gli artisti che aderirono alla Neue Sachlichkeit produssero quasi esclusivamente grafiche.

Le opere

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