Arte e Prima Guerra Mondiale

Arte e Prima Guerra Mondiale racconta questo dramma del Novecento attraverso le esperienze degli artisti che in molti hanno partecipato al conflitto.

Pagina aggiornata il: 3 giugno 2020. Torna a visitarci tra qualche giorno e troverai nuovi contenuti.

Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale molti giovani artisti decisero di arruolarsi come volontari. La loro decisione fu motivata da una parte dall’entusiasmo culturale come nel caso dei futuristi. Altri invece partirono per poter documentare i fatti con disegni e dipinti.

Le opere di questi giovani artisti che parteciparono alla Prima Guerra Mondiale forniscono quindi un importante documento dell’epoca. Inoltre rappresentano un diario personale nel quale si trovano luoghi, ritratti di amici e paesaggi.

I futuristi-soldato

Gli artisti futuristi parteciparono con entusiasmo al conflitto seguendo la filosofia di Filippo Tommaso Marinetti che scriveva: “Guerra sola igiene del mondo“. Alcuni di loro dopo aver aderito alla manifestazione interventista si arruolarono nel “Battaglione lombardo volontari Ciclisti ed Automobilisti” (V.C.A.), una unità para-militare. I primi ad arruolarsi furono Filippo Tommaso Marinetti, Umberto Boccioni, Anselmo Bucci e l’architetto Antonio Sant’Elia. si unirono poi Mario Sironi, Achille Funi, Carlo Erba, Ugo Piatti e Luigi Russolo. Furono destinati al settore del fronte della zona di Ala e della Gardesana. Inizialmente però rimasero a formarsi presso gli aqquartieramenti di Peschiera. Il 12 ottobre 1915 il battaglione si trasferì così a Malcesine nei pressi del fronte. Nel contesto della battaglia di Dosso Casina il 24 ottobre 1915 conquistarono un’importante posizione nei pressi del monte Altissimo.

Questo successo determinò un certo entusiasmo nei giovani artisti in seguito alla tranquillità prodotta dall’azione continuarono a creare. Infatti la loro posizione consentiva un relativo status di protezione nell’ambito della guerra.

Il 1° dicembre 1915 le autorità militari sciolsero il Battaglione lombardo volontari Ciclisti ed Automobilisti. I giovani rientrarono così nelle proprie destinazioni militari come ogni giovane italiano. Molti di loro quindi morirono come Umberto Boccioni e Antonio Sant’Elia e altri rimasero feriti nel corpo e nello spirito.

Arte e Prima Guerra Mondiale. Il soldato-pittore Giuseppe Montanari

A riposo di Giuseppe Montanari
A riposo di Giuseppe Montanari

La documentazione della guerra, soprattutto dei due grandi conflitti del Novecento, passò attraverso la fotografia e il cinema. Alcuni artisti-soldato però ci hanno consegnano coinvolgenti immagini che documentano la loro quotidianità sul campo di battaglia. Queste opere sono più autentiche delle meccaniche immagini fotografiche perché offrono l’interpretazione del loro creatore. Giuseppe Montanari fu un artista-soldato che realizzò una serie di acquerelli mentre partecipava con il grado di sergente alle azioni della Prima Guerra Mondiale. Il piccolo acquerello intitolato A riposo risale a dopo il 1916 ma prima del 1917. Si trova a Varese al Museo d’Arte Moderna e Contemporanea che custodisce altre opere di Montanari.

Consulta la pagina dedicata al dipinto di Giuseppe MontanariA riposo, sul sito dei Beni Culturali della Lombardia.

La Prima Guerra Mondiale di Anselmo Bucci

Alpino del VI reggimento di Anselmo Bucci
Alpino del VI reggimento di Anselmo Bucci

Anselmo Bucci è conosciuto nel mondo della storia dell’arte perché promosse insieme ad altri artisti il movimento “Novecento” sul finire del 1922. L’artista e i suoi compagni erano riuniti intorno alla galleria Pesaro di Milano. Il gruppo decise in questo modo di partecipare al richiamo del Ritorno all’ordine della cultura figurativa europea nel primo dopoguerra. Infatti le Avanguardie artistiche dopo il 1918 avevano esaurito la loro carica innovativa. Soprattutto Cubismo e Futurismo subirono le maggiori critiche e lo stesso Picasso si allontanò dalle sue sperimentazioni.

Gli artisti europei tornarono così a dipingere opere figurative ispirandosi alle forme classiche. Anselmo Bucci dimostrò quindi una certa intraprendenza nel promuovere “Novecento”. L’artista aveva già dimostrato di possedere spirito di militanza aderendo come volontario alla Prima Guerra Mondiale. Alpino del VI reggimento è un suo dipinto realizzato dopo il 1916 che si trova a Varese al Museo d’Arte Moderna e Contemporanea. Lo stile non è quello di “Novecento” ma si coglie la forza del giovano Bucci.

Soldati in attesa di Giuseppe Montanari

Aspettando l'azione SK … di Giuseppe Montanari
Aspettando l’azione SK … di Giuseppe Montanari

Nell’acquerello di Giuseppe Montanari i soldati coperti dalla neve sono appena percepibili. I giovani militari attendono l’ordine dei superiori per entrare in azione. Stanno così immobili mimetizzati nel bianco per poi scattare verso il nemico. Giuseppe Montanari dipinse Aspettando l’azione SK …  durante la sua partecipazione alla Seconda Guerra Mondiale tra il 1916 e il 1917. L’artista non era giovanissimo ed era un sergente di circa 28 anni. Anche le sue opere di questo periodo rivelano una certa maturità e mostrano immagini evocative del clima bellico. L’opera di Montanari si trova a Varese al Museo d’Arte Moderna e Contemporanea.

Gli invalidi della Seconda Guerra Mondiale di Otto Dix

Invalidi di guerra giocano a carte di Otto Dix
Invalidi di guerra giocano a carte di Otto Dix

Otto Dix fu un artista tedesco esponente della corrente tedesca della Neue Sachlichkeit (nuova oggettività). Al termine della Prima Guerra Mondiale gli artisti europei si allontanarono dalle sperimentazioni delle Avanguardie artistiche. Ne fecero le spese il Futurismo e Cubismo. In Germania anche l’Espressionismo fu rifiutato in quanto eccessivamente soggettivo. Nonostante questo nelle immagini di critica sociale di Otto Dix come Invalidi di guerra giocano a carte sopravvive una certa deformazione di ispirazione espressionista.

Nel dipinto del 1920 l’artista documenta la triste realtà degli invalidi di guerra e gli eccessi amorali della società post-bellica in Germania. Le deformità che compaiono sui volti dei reduci inoltre sono reali e non esprimono solo la loro caduta etica. Infatti tantissimi soldati subirono deturpanti ferite anche sul volto che deformarono i loro connotati. Furono poi molte le ditte che si dedicarono a produrre maschere e protesi facciali per i feriti di tutta Europa. La scultrice francese Marie Marcelle Jane Poupelet prestò il suo lavoro proprio per migliorare tal maschere ricostruttive. Il dipinto di Otto Dix si trova a Berlino alla Neue Nationalgalerie.

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