L’uomo delle botti di Felice Casorati

L’uomo delle Botti di Felice Casorati fu una delle opere esposte durante una mostra allestita presso la Mole Antonelliana di Torino nel 1921. Nel dipinto di colgono i risultati della ricerca portata avanti dall’artista negli anni successivi alla sua adesione alla poetica della Secessione viennese.

Felice Casorati, L’uomo delle botti (Un uomo), 1919-1920, tempera su tela, 146,5 x 170 cm. Torino, Galleria d’Arte Moderna

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Indice

Descrizione de L’uomo delle botti di Felice Casorati

L’uomo è seduto di fronte alla botte di destra e giace immobile. Ha le mani incrociate sulle gambe e il volto leggermente reclinato. I suoi occhi sono chiusi e sembra dormire.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

L’uomo delle Botti fu esposta nel 1921 in occasione dell’Esposizione d’Arte allestita presso la Mole Antonelliana di Torino. L’esposizione fu la conseguenza di un certo riconoscimento ottenuto da Casorati da parte dell’ambiente culturale della città. L’uomo delle botti di Felice Casorati si trova presso la galleria d’arte moderna di Torino dal 1953. Giunse come dono di Ida e Benedetto Fiore.

L’artista e la società. La storia dell’opera

Nel primo dopo guerra la pittura di Felice Casorati crebbe nel clima del “Ritorno all’Ordine“. Il termine indica un rinnovato interesse del mondo dell’arte europea verso la tradizione figurativa classica. Il pittore e collezionista Mario Broglio promosse in Italia tali idee su Valori Plastici. La rivista nacque nel 1918 a Roma e divulgò la pittura metafisica e altre esperienze europee.

Oltre a queste esperienze a Milano l’artista Anselmo Bucci fondò il gruppo Novecento sul finire del 1922. La scrittrice e critica d’arte Margherita Sarfatti allestì poi due mostre intitolate “Novecento italiano” nel 1926 e nel 1929.

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Lo stile de L’uomo delle botti di Felice Casorati

Lo stesso modellato che caratterizza le botti segna anche gli abiti e la fisionomia dell’uomo. Un segno di contorno spesso e semplificato traccia i contorni delle botti, degli oggetti e della figura umana addormentata. Le forme sono così rese molto rigide e solide. Come in molti dipinti di Felice Casorati la scena è immobile e tesa. L’impressione è quella di un’atmosfera fredda e mattutina.

Il dipinto L’uomo delle Botti ricorda per impostazione Mattino o Colazione dipinto nel 1920 e appartenente ad una collezione di privata di Firenze. Condivide infatti con questa opera il senso di povertà, di desolazione e l’atmosfera sospesa. L’Uomo delle Botti per la sua atmosfera sospesa si può considerare un’opere vicina al “Realismo Magico“. A questa corrente artistica aderirono inoltre molti artisti invitati poi alle mostre di “Novecento italiano” di Margherita Sarfatti.

Il colore e l’illuminazione

Il colore dominante è un grigio tendente al bruno poco saturo, molto scuro. Il mantello dell’uomo è blu intenso mentre i toni chiari sono riservati alla parte destra del viso, alle dita e alla brocca posta di fronte all’uomo. I colori di tono molto scuro sembrano terrosi e opachi.

Lo spazio

La prospettiva è molto evidente nelle assi che ricoprono il suolo e portano in profondità lo sguardo guidato dalla fuga delle botti. La spazialità utilizzata da Felice Casorati per suggerire l’ambiente in L’uomo delle Botti è particolarmente allungata.

La composizione e l’inquadratura

L’inquadratura incornicia la scena con un vista inusuale. Il punto di osservazione è infatti molto rialzato e pone l’osservatore su una posizione più alta della scena. Le botti risultano poi molto dominanti rispetto all’uomo e sembrano ribaltarsi direttamente sul primo piano. I grandi contenitori sono disposti in modo molto ordinato e scandiscono lo spazio in profondità. Infatti sono disposte su due file a destra e a sinistra e si sovrappongono diagonalmente verso il fondo.

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Consulta la pagina dedicata al dipinto di Felice Casorati, L’uomo delle botti (Un uomo), sul sito della Galleria d’Arte Moderna di Torino.

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