Monelli di strada di Filippo Palizzi

Nel dipinto Monelli di strada di Filippo Palizzi alcuni ragazzini inseguono un asinello terrorizzato lungo le vie della campagna napoletana.

Filippo Palizzi, Monelli di strada, 1872, olio su tela. Firenze, Palazzo Pitti

Indice

Descrizione di Monelli di strada di Filippo Palizzi

Un gruppo di bambini corre dietro ad un asinello cercando di spaventarlo. Uno di loro, il più piccino, rimane indietro e osserva con ammirazione i bulletti più grandi di lui. Un cagnolino nero abbaia e asseconda la corsa dei ragazzini. Nella foga uno di loro, a piedi nudi, cade a terra. Una leggera polvere si alza dietro al gruppo di ragazzi e offusca la vista del ragazzino fermo dietro di loro.

Interpretazioni e simbologia di Monelli di strada di Filippo Palizzi

Nel dipinto non è rappresentata una scena moralista con l’intenzione di stigmatizzare il comportamento dei monelli. Infatti quello che sembra essere il capetto, tra di loro, non se la sta prendendo con un altro ragazzino. Piuttosto a farne le spese è l’asinello che corre cercando di salvarsi dal gruppetto di forsennati. In realtà, potrebbe anche essere che l’asinello si stia divertendo ad essere inseguito dai suoi coetanei. In molta pittura di genere, infatti si trovano scene di bambini o adolescenti impegnati in giochi o attività moderatamente trasgressive. La rappresentazione di questi comportamenti era motivo di divertimento e rappresentava il carattere impulsivo e ribelle della gioventù.

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Monelli di strada di Filippo Palizzi si trova a Firenze custodito alla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti.

L’artista e la società. La storia dell’opera Monelli di strada di Filippo Palizzi

Filippo Palizzi nacque a Vasto Il 16 giugno 1818. Sua madre era nata nello stesso paese ed era una donna molto colta e dedita alla musica. Il padre di Filippo Palizzi invece era di origine siciliana, nato a Lanciano. Anche il padre era appassionato di belle lettere, arte, avvocato di professione e l’insegnante. La famiglia si trasferì da Lanciano a Vasto nel 1815. Monelli di strada risale al 1872, quando l’artista aveva circa 54 anni.

Nel 1872 in Italia siamo ancora in un clima provinciale rispetto a quello francese. Infatti, nel 1874 si terrà a Parigi la prima mostra impressionista. Anche Medardo Rosso fu uno scultore impressionista molto attento alla rappresentazione di bambini. Filippo Palizzi fu allievo del grande artista napoletano Giacinto Gigante e aderì alla Scuola di Posillipo. Nonostante sua fosse una pittura di genere fu un innovatore della pittura napoletana. Alcuni autori lo indicano come ispiratore della pittura macchiaiola e in particolare di Francesco Saverio Altamura.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile di Monelli di strada di Filippo Palizzi

Il dipinto Monelli di strada è chiaramente un’opera che appartiene al genere paesano. Questo tipo di immagini era caratteristico dell’Ottocento italiano ed europeo. L’opera di Filippo Palizzi appartiene ad un tipo di raffigurazione molto bonaria e borghese. Non fa parte della pittura di matrice realista nella quale la raffigurazione del popolo viene investita di critica sociale. Questo tipo di dipinti rappresentano la vita del popolo attraverso scenette di genere rassicuranti e, a volte, bucoliche. La scena rappresentata in Monelli di strada è, probabilmente, quella che più rappresenta la condizione della gioventù italiana dell’Ottocento.

La tecnica

Monelli di strada è un olio su tela.

Il colore e l’illuminazione

I colori sono brillanti e prevalgono i verdi delle foglie e dei cespugli. Arrossate e sanguigne, invece, le pelli dei ragazzini eccitati dalla corsa. La scena è illuminata dalla luce solare che arriva da sinistra. L’asinello è colpito direttamente e il suo manto dorato si illumina con la luce pomeridiana che produce lunghe ombre.

Lo spazio

Lo spazio non è definito da architetture sebbene sullo sfondo vi sia una costruzione di campagna diroccata. È sicuramente costruita in prospettiva ma il verde selvatico ha praticamente annullato le linee prospettiche.

La composizione e l’inquadratura

La composizione è quasi di formato quadrato. L’asinello, è perfettamente al centro geometrico e psicologico della composizione. Tanto al centro da sembrare quasi lui il protagonista della scenetta. L’artista ha raffigurato infatti l’animale con grande partecipazione emotiva. La direzione ottica lungo la quale corre la scena è da sinistra verso destra in avanti. Infatti su di essa si muove il gruppetto di ragazzi che insegue l’asinello.

L’inquadratura è di tipo fotografico, il soggetto è al centro e si sta spostando rapidamente verso destra. La scena è quindi molto dinamica e ci fa partecipare al movimento convulso dei ragazzini.

Dopo il duello di Antonio Mancini

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Bibliografia

  • Domenico Morelli, Ricordi della scuola napoletana di pittura dopo il ’40 e Filippo Palizzi, (a cura di V. Caputo), Edizioni Scientifiche Italiane, Collana: Viaggio d’Europa. Culture e letterature, 2012, EAN: 9788849524635

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 6 gennaio 2022.

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Consulta la pagina dedicata al dipinto di Filippo Palizzi, I monelli di strada, sul sito di Palazzo Pitti a Firenze.

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