Arno Breker la vita e le opere

Arno Breker fu il principale scultore attivo nella realizzazione di opere di propaganda durante gli anni del Nazionalsocialismo in Germania.

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Biografia

Nascita di Arno Breker

Arno Breker nacque a Elberfeld in Germania occidentale il 19 luglio 1900.

Il contesto familiare di Arno Breker

Il padre di Arno Breker era uno scalpellino.

La vita privata e affettiva di Arno Breker

1937. Arno Breker sposò nel 1937 la modella greca Demetra Messala che morì nel 1956 a causa di un incidente stradale. Quest’anno fu importante per lo scultore anche a livello professionale perché si iscrisse al Partito Nazionalsocialista e i leader lo nominarono Scultore ufficiale di Stato.

1958. Breker dopo la morte di Demetra Messala del 1956 sposò Charlotte Kluge. Dalla seconda moglie lo scultore ebbe due figli Gerhart nato nel 1959 e Carola nata nel 1962.

La politica attiva

1937. Breker si iscrisse al Partito Nazionalsocialista e diventò Scultore ufficiale di Stato. Questa posizione di assoluto favore permise a Breker di ottenere condizioni estremamente favorevoli per realizzare le sue sculture. I vertici del partito gli concessero infatti un grande atelier nel quale lavoravano per lui più di quaranta assistenti. Inoltre allo scoppio della guerra Hitler esentò lo scultore dal servizio militare per permettergli di continuare a realizzare le sue opere.

1940. Breker accompagnò Adolf Hitler e una delegazione di funzionari tedeschi a Parigi, occupata dalle truppe tedesche, il 23 giugno 1940.

La formazione

La formazione di Arno Breker iniziò quando era ancora un adolescente e andò a studiare architettura, scultura e anatomia.

1920. A 20 anni, nel 1920 si iscrisse quindi alla Kunstakademie di Dusserdolf seguendo i corsi del Prof. Wilhelm Kreis.

I viaggi di Arno Breker

1924. Nel 1924 Breker si recò per la prima volta a Parigi per vivere il clima culturale e artistico della città francese al tempo capitale europea dell’arte.

1927. Breker tornò a Parigi nel 1927 e vi rimase fino al novembre del 1933.

Breker viaggiò quindi in Maghreb dove disegnò alcune litografie pubblicate con il titolo di “Tunesische Reise” (Viaggio tunisino).

1934. L’artista tedesco di origine ebraica Max Liebermann consigliò nel 1934 a Breker di tornare in Germania nella quale Adolf Hitler aveva conquistato il potere.

1948. Nel secondo dopoguerra Breker perse l’incarico a Berlino e si stabilì a Düsseldorf, ma dal 1948 si trasferì a Parigi.

I maestri di Arno Breker

Presso l’Accademia di Belle Arti di Düsseldorf Arno Breker ebbe come maestri Hubert Netzer e Wilhelm Kreis.

Amicizie d’artista e compagni di studi

In occasione del suo primo viaggio, nel 1924 a Parigi, Arno Breker incontrò intellettuali quali Jean Cocteau e Jean Renoir. Inoltre frequentò Pablo Picasso e il gallerista mecenate Daniel-Henry Kahnweiler. Nel 1927 tornato a Parigi lo scultore conobbe Charles Despiau, Isamu Noguchi, Maurice de Vlaminck e André Dunoyer de Segonzac. Conobbe inoltre l’artista francese Aristide Maillol che sostenne molto il suo lavoro.

In particolare fu vicino a tre artisti Aristide Maillol, Jean Cocteau e André Derain che furono considerati dopo la guerra collaborazionisti e dei quali Breker realizzò un busto. Proprio Aristide Maillol era ammirato da Adolf Hitler.

La morte di Arno Breker

Arno Breker morì a Düsseldorf il 13 febbraio 1991 all’età di 91 anni. La sua tomba si trova nel cimitero Nordfriedhof di Düsseldorf.

La carriera artistica

Galleristi e Mecenati

1929. A partire dal 1929, Alfred Flechtheim un noto mercante d’arte di Parigi si interessò del lavoro di Arno Breker.

La carriera espositiva

1942. A Parigi le autorità organizzarono una mostra in onore di Breker presso il Museo dell’Orangerie che riscosse successo di pubblico e consensi di amici artisti tra i quali li scrittore Jean Cocteau.

Collaborazioni con altri artisti

Breker collaborò in particolare con l’architetto di stato Albert Speer nella decorazione di grandi edifici pubblici.

La fortuna professionale e le commissioni

Verso la fine degli anni Venti del Novecento scolpì il busto del primo presidente socialista Friedrich Ebert.

Alfred Rosenberg in un primo momento criticò le opere di Arno Breker considerando la formazione francese dello scultore e la sua amicizia con artisti delle Avanguardie. Rosemberg pubblicò le sue riserve sul giornale di partito Völkischer Beobachter considerando alcune sue opere come arte degenerata.

In seguito Rosenberg cambiò opinione sostenendo invece lo scultore definendolo Wucht und Willenhaftigkeit cioè possente slancio e forza di volontà. Infatti nei primi anni Trenta del Novecento lo stesso Adolf Hitler appoggiò lo scultore che ottenne il consenso anche di altri gerarchi e importanti esponenti dell’intellighenzia tedesca.

Le commissioni pubbliche

1933-1942. Dal 1933 al 1942 Arno Breker ottenne molte commissioni pubbliche dal regime per realizzare grandi monumenti e decorazioni architettoniche.

1936. Il Regime nel 1936 commissionò allo scultore due staue celebrative in occasione della XI Olimpiade di Berlino. Zehnkämpfer rappresentava un decatleta e Die Siegerin (La Vittoriosa) era il simbolo universale del successo sportivo.

Albert Speer, architetto delle principali sedi del partito nazista incaricò Arno Breker di realizzare due grandi sculture da affiancare all’ingresso della nuova Cancelleria del Reich. Lo scultore realizzò anche per l’importante sede Die Partei (Il Partito) e Die Wehrmacht (L’Esercito).

Breker progettò anche 24 grandi bassorilievi destinati a decorare il colossale arco di trionfo progettato per la città di Berlino ma mai realizzato.

Arno Breker collaborò con l’architetto Albert Speer per il progetto Welthauptstadt che prevedeva la rifondazione della città di Berlino.

1939. Realizzò le sculture intitolate Cavalli da corsa erano collocati all’ingresso del giardino della Cancelleria del Reich di Adolf Hitler a Berlino.

Le commissioni del dopoguerra

Nel dopoguerra in assenza di commissioni per sculture e monumenti pubblici Breker intraprese l’attività di architetto. Inoltre lavorò per ricchi committenti privati e uomini di stato. In questi anni scolpì i ritratti di Hailé Selassié I, Mohammed V del Marocco, Anwar al-Sadat, Konrad Adenauer, del poeta Ezra Pound e dell’artista Salvador Dalí.

1980. Negli anni Ottanta del Novecento Breker realizzò ritratti di noti sportivi quali il decatleta Jürgen Hingsen, la saltatrice in alto Ulrike Nasse-Meyfarth e il nuotatore Walter Kusch.

L’ultima commissione documentata realizzata dallo scultore fu un monumento in ricordo del condottiero macedone Alessandro Magno.

Incarichi e cariche ufficiali

1932. Il Ministero della Cultura prussiano nel 1932 assegnò a Breker un premio grazie ad una copia della Pietà Rondanini di Michelangelo che permise all’artista di raggiungere Roma, in Italia. Breker rimase nella città a Villa Massimo un anno per approfondire la conoscenza dell’arte classica e Rinascimentale.

Arno Breker insegnò arti visive a Berlino fino alla caduta del regime.

Lo stile di Arno Breker

Breker conobbe lo scultore Aristide Maillol che apprezzò molto le figure umane scolpite dall’artista definendolo il Michelangelo tedesco.

Una caratteristica comune e fondamentale delle opere di Arno Breker fu la monumentalità delle sue opere. Le grandi dimensioni permisero infatti al lavoro dello scultore di fornire opere adatte a esprimere la grandezza del Terzo Reich. Questa caratteristica fu una delle motivazioni per le quali Adolf Hitler apprezzò tanto la sua scultura perfetta per la monumentalità delle architetture di Adolf Speer.

I soggetti

Arno Breker si dedicò esclusivamente alla figura umana nuda e alla realizzazione di busti di personaggi, intellettuali e uomini politici.

I temi

I temi preferiti da Arno Breker erano anche quelli dettati dal regime nazista. Le sue grandi figure umane classicamente nude erano il simbolo della bellezza ariana e del cameratismo. Le anatomie scolpite con attenzione esprimevano quindi forza e dedizione alla causa nazionale.

La poetica di Arno Breker

La scultura monumentale di Arno Breker mostra alcune somiglianze con quella di autori sovietici come Vera Muchina. Infatti pur essendo diametralmente opposti politicamente i due regimi avevano esigenze simili in campo propagandistico. A sostegno di ciò rimane documentazione dell’invito che il leader sovietico Stalin fece a Breker dopo la guerra di lavorare per il regime comunista. Breker motivò il suo rifiuto di lavorare per Stalin nel secondo dopoguerra perché lo statista esigeva le statue con soggetti vestiti.

L’evoluzione dello stile

Negli anni giovanili, trascorsi a Parigi, Arno Breker fu affascinato soprattutto dalla scultura di Auguste Rodin. Giunto in Germania lo scultore iniziò a ritrarre corpi di atleti nudi levigando le superfici per raggiungere una qualità superiore della statuaria accademica del tempo. Nelle memorie, l’artista affermò che anche questa particolarità della sua opera fu apprezzata dal Fuhrer che non amava l’arte accademica  e detestava l’arte moderna.

Influenze stilistiche da altri artisti del passato

Lo stile delle sculture realizzate da Breker fa riferimento all’arte classica greco-romana. Le figure umane sono nude e mostrano una anatomia perfetta. Inoltre le grandissime dimensioni erano adatte a creare scenografie urbane e architettoniche che rappresentavano la grandezza del Terzo Reich.

Eredità artistica

Arno Breker è ricordato come l’artista protagonista della scultura di propaganda del Terzo Reich insieme allo scultore Josef Thorak.

Con la sconfitta del regime la fortuna di Arno Breker terminò e le truppe alleate distrussero il novanta per cento dei suoi monumenti.

Le opere esposte presso il Museo dell’Orangerie di Parigi dopo il termine della Seconda Guerra Mondiale furono rimosse e dimenticate. Gli storici le considerarono perdute finché furono ritrovate negli anni Sessanta del Novecento in una fonderia. Secondo alcune ricerche sembra inoltre che nel 1947 fu emanata una legge che impediva l’acquisto di opere di Breker ancora sopravvissute. Un’amica svizzera dello scultore negli anni del dopoguerra riuscì a recuperare alcune sculture sopravvissute alla distruzione.

1981. Verso la fine del Novecento la critica europea ha in parte riabilitato la figura e il lavoro di Arno Breker. Nel 1981, quando l’artista era ancora in vita, il Centre Georges Pompidou di Parigi organizzò una retrospettiva delle sue opere. Nello stesso anno fu organizzata una sua mostra anche a Berlino. Le esposizioni però suscitarono polemiche a Berlino da parte di attivisti di sinistra che ricordavano la partecipazione attiva dello scultore alle attività del regime.

Le opere di Arno Breker nei musei del mondo

1985. Nel 1985 la famiglia Bodenstein inaugurò il museo dedicato all’artista presso il castello di Nörvenich che si trova tra Aquisgrana e Colonia.

Le opere di Arno Breker

Busto di Adolf Hitler di Arno Breker

Busto di Adolf Hitler di Arno Breker
Busto di Adolf Hitler di Arno Breker

Arno Breker, Busto di Adolf Hitler, bronzo. 1938

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Berufung (Vocazione) di Arno Breker

Berufung (Vocazione) di Arno Breker
Berufung (Vocazione)

1940-1944. Berufung (Vocazione), 1940-41. Nörvenich, Germany, Museum Arno Breker

Autoritratto di Arno Breker

Autoritratto di Arno Breker
Autoritratto di Arno Breker

Bibliografia

  • Arno Breker, Paris, Hitler et moi, Parigi, Presses de la cité, 1970
  • Dominique Egret, Arno Breker: Ein Leben für das Schöne. Une Vie pour le Beau, A life for the beautiful, Grabert Verlag, 1996

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Link esterni

Consulta la pagina dedicata alla scultura di Arno Breker, Busto di Adolf Hitler, sul sito del Museo Arno Breker di Nörvenich.

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