I giardini di Villa d’Este a Tivoli di Camille Corot

I giardini di Villa d’Este a Tivoli di Camille Corot ritrae una veduta italiana, nei pressi di Roma, vista dal maestro in occasione dei suoi viaggi.

Camille Corot, I giardini di Villa d’Este a Tivoli, 1843, olio su tela, 43,5 x 60 cm. Parigi, Museo del Louvre

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Indice

Descrizione de I giardini di Villa d’Este a Tivoli di Camille Corot

Il paesaggio di Camille Corot raffigura un panorama che si apre sulle colline abitate e coperte di vegetazione del borgo. Un ragazzino è seduto in primo piano sul muretto che continua a destra con una balaustra con colonnine. Oltre la vegetazione del secondo piano si trova il centro abitato che sale sul pendio verso destra e si sviluppa in basso a sinistra verso la pianura. Infine, l’orizzonte è chiuso da una fila di montagne lontane.

Interpretazioni e simbologia de I giardini di Villa d’Este a Tivoli di Camille Corot

Tivoli. Les jardins de la Villa d’Este è il titolo originale in lingua francese del dipinto di Jean-Baptiste Camille Corot che in italiano è tradotto come I giardini di Villa d’Este a Tivoli.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

I giardini di Villa d’Este a Tivoli di Camille Corot si trova a Parigi conservato presso il musée du Luvre con numero d’inventario RF 1943 5. La famiglia Rouart acquisì nel 1912 I giardini di Villa d’Este a Tivoli che fu parte della Collezione Ernest Rouart, figlio di Henri. Nel 1943 la famiglia Ernest Rouart donò l’opera allo Stato francese che la destinò al Museo del Louvre di Parigi.

L’artista e la società. La storia dell’opera de I giardini di Villa d’Este a Tivoli di Camille Corot

Il dipinto intitolato I giardini di Villa d’Este a Tivoli risale al 1843. Al tempo Jean-Baptiste Camille Corot aveva circa 47 anni. Il pittore nacque a Parigi nel 1796 e morì nella stessa città nel 1875. L’opera presenta la firma di Corot in basso a destra. Camille Corot soggiornò in Italia tra il 1825 e l’autunno del 1828 per condurre la sua formazione artistica. Durante il suo soggiorno a Roma realizzò molti bozzetti della città e dei dintorni con l’intenzione di rielaborarli in seguito su tela. Uno di questi progetti riguarda proprio la veduta de I Gìardini di Villa d’Este.

In occasione del soggiorno romano, Corot conobbe Theodore Caruelle d’Aligny (Saint-Aubin-des-Chaumes, 1798 – Lione, 1871), un paesaggista accademico legato all’interpretazione lirica del paesaggio. I due artisti si influenzarono vicendevolmente e Corot acquisì un maggiore controllo dell’equilibrio compositivo formale e cromatico.

L’opinione della critica

Corot realizzò alcuni bozzetti, che il pittore definì bozzetti incompiuti da considerarsi come opere d’arte risolte nel valore della loro incompiutezza. Corot per rivendicare questa sua scelta espose i suoi incompiuti al Salon del 1845 suscitando commenti negativi da parte dei critici ufficiali. Il poeta simbolista Baudelaire sostenne il linguaggio pittorico di Corot specificando la differenza tra “finito” ed “incompiuto”. Secondo Baudelaire si intende finito un dipinto progettato e terminato con molti dettagli. Invece per incompiuto intendeva un’opera d’arte appena abbozzata ma autonoma da apprezzare nel suo insieme. Secondo questa concezione, i paesaggi incompiuti di Camille Corot sono progettati per essere tali e non possono essere conclusi senza provarli della loro essenza.

Il critico Théophile Silvestre nel 1853 scrisse che Corot possedeva una grande abilità nel “nel comporre un dipinto di paesaggio come se si fosse trattato di disporre le tessere colorate di un mosaico“. Il critico con questo commento indicava la sintesi formale e cromatica delle figure del paesaggio composto con grande equilibrio sulla tela.

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Lo stile de I giardini di Villa d’Este a Tivoli di Camille Corot

Camille Corot nel periodo di formazione si ispirò al paesaggio classico di Achille Etna Michallon (Parigi, 1796 – Parigi, 1822) e Jean-Victor Bertin (Parigi, 1767 – Parigi, 1842). I soggetti delle loro opere erano argomenti storici. Gli storici dell’arte considerano Camille Corot un maestro del paesaggio dell’Ottocento francese. Le caratteristiche principali del suo stile sono una limitata gamma di colori caldi e terrosi, la sintesi delle forme e un accurato studio della composizione. La luminosità dell’ambiente risulta dall’uso del chiaroscuro che oltre a enfatizzare le relazioni luminose sottolinea il plasticismo degli elementi della vegetazione.

Corot ebbe il merito di sperimentare una rappresentazione della luce dalla quale si svilupperà l’Impressionismo. Il pittore infatti fu abile nel dipingere la luminosità dei cieli e i piani naturali che permettono di creare il senso di spazio e profondità nel paesaggio. Inoltre, Corot realizzava i bozzetti all’aperto come durante la sua premanenza presso la foresta di Fontainebleau. Anche in questo fu tra quelli che anticiparono la pittura “en plein air” molti usata da ClaudeMonet.

Secondo gli storici Camille Corot possedeva una grande capacità di osservazione e di interpretazione espressiva tali per cui i suoi paesaggi risultano naturali e quindi privi di forzature stilistiche. Gli storici dell’arte indicano come fonti della pittura di Corot il paesaggio classicheggiante di Claude Lorrain che rieccheggia nelle figure delle donne bretoni dall’aspetto mitologico simili alle ninfe dei paesaggi di Lorrain.

La tecnica de I giardini di Villa d’Este a Tivoli di Camille Corot

I giardini di Villa d’Este a Tivoli di Camille Corot è un dipinto realizzato con impasto di colori ad olio applicati su tela. Le dimensioni dell’opera sono 43,5 centimetri di altezza 60 cm di larghezza.

Il colore e l’illuminazione

I giardini di Villa d’Este di Corot è un dipinto che presenta una limitata gamma di colori. Prevalgono infatti molte sfumature di ocra, chiare e scure. In secondo piano la vegetazione è resa con verdi poco saturi, che si avvicinano al colore ambientale. Zone di verde più brillante si ritrovano invece sull’albero si sinistra e sul cipresso di destra. Il cielo è molto chiaro, terso e di tonalità fredda.

La luce proviene dall’alto a sinistra e scolpisce in particolare le abitazione arroccate sull’altura a destra. Il resto del paesaggio è immerso in una luce diffusa che modella la natura e le architetture con un leggero choaroscuro.

Lo spazio

La veduta dipinta da Corot mostra in primo piano un ampio spazio architettonico che continua oltre i bordi laterali del dipinto. Veso l’orizzonte, si succedono poi fasce di paesaggio che suggeriscono la profondità. Così, oltre il muretto e la balaustra si alzano arbusti e piante. Più lontano sono poi visibili le case del borgo, distribuite dalla pianura di sinistra verso l’alto a destra. Infine le montagne chiudono frontalmente la scena. La peospettiva geometrica agisce sul primo piano e sugli edifici di destra. Il punto di vista è leggermente più basso del muretto.

La composizione e l’inquadratura

I giardini di Villa d’Este a Tivoli di Camille Corot è un dipinto di forma rettangolare e inquadratura orizzontale che raccoglie una parte dei giardini in primo piano. La struttura architettonica dei giardini, dipinta in prossimità del bordo inferiore, crea linee orizzontali rappresentate dal muretto mentre il centro abitato è sviluppato su una linea compositiva obliqua che sale da sinistra. Anche le montagne sul fondo seguono questo orientamento. Il dipinto è equilibrato nelle sue parti laterali grazie alla presenza del ragazzino seduto a sinistra che compensa il peso visivo del gruppo di case a destra. Infine un terzo dell’altezza è occupata in basso dalla struttura architettonica. Il terzo centrale invece è destinato al paesaggio con le abitazioni mentre quello superiore è destinato al cielo.

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Bibliografia

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 16 luglio 2023.

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Consulta la pagina dedicata all’opera di Camille Corot, I giardini di Villa d’Este a Tivoli, sul sito del Museo del Louvre di Parigi.

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