Geometria düreriana. Penitenza del figliol prodigo, una cosa impossibile, tuttavia…

La Geometria düreriana è la struttura portante di questo bulino del maestro di Norimberga che nasconde significati alchemici.

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di Gaetano Barbella

Le fasi della tradizione alchemica

Più fasi, secondo la tradizione alchemica, dovevano seguire: all’annerimento doveva succedere lo sbiancamento (associato all’acqua, all’argento, alla femminilità e alla primavera), e poi l’ingiallimento con ricercata stella fiammeggiante (aria, oro, mascolinità, estate) ed infine il Rubedo, l’arrossamento (nozze alchemiche, la fenice, Prometeo). Non senza una grande croce per la pace degli elementi ed un prezzo da pagare.

Geometria düreriana. La strana postura del “figliol prodigo”

Penitenza del figliol prodigo di Albrecht Dürer
Penitenza del figliol prodigo di Albrecht Dürer

Notate la postura del porcaro nel “figliol prodigo” evangelico, sembra normale con quel ginocchio della gamba sinistra che sopravanza l’altra destra? È ASSOLUTAMENTE ANOMALA. Provate ad imitarla e riscontrerete con sorpresa che è quasi impossibile assumerla, tale da giungere ad una sensazione di slogatura dell’anca. Non solo, ma tentando di assumere questa postura, per un po’ l’equilibrio viene meno e sarà impossibile tenere le mani unite per imitare il “figliol prodigo” con la preghiera e con l’attenzione verso la chiesa in lontananza. E allora sorge l’ammirazione verso la genialità di Albrecht Dürer nell’essere riuscito con la scena in questione, di aver rappresentato in immagini due cose:
di Albrecht Dürer nell’area fuori del quadrato a losanga della Rubedo: é il segno della
penitenza che nell’alchimia trova riferimento al “Massacro degli Innocenti” e che precede la
rugiada celeste” con l’inizio dell’Opera dell’Albedo.

Geometria düreriana. La morte iniziatica

Per capirci qualcosa sulla misteriosa “lotta di Giacobbe” significa capire che si tratta di una
cosiddetta “iniziazione“, una pratica esoterica comune in quei tempi nei circolo misterici (vedi Misteri eleusini per esempio). Nel vangelo di Giovanni si parla di Lazzaro che “muore” che viene “estratto” dalla tomba da Gesù ma di lui non se ne parla più. Ecco un esempio della pratica della “morte iniziatica” in cui il neofita viene calato nella tomba, e allo stesso modo dovette essere per Giacobbe.

Dice Rudolf Steiner, il noto filosofo e veggente austriaco contemporaneo, che è Giovanni, l’apostolo che “amava” a prendere il posto di Lazzaro, ovvero Israele al posto di Giacobbe all’indomani della famosa “lotta“. Ma occorre il soccorso dell’Alchimia per far luce sul mistero di questa “lotta“.

Dicono gli alchimisti, “Visita Interiora Terrae (et) Rectificando Invenies Occultum Lapidem
che tradotto significa: “Visita l’interno della Terra e rettificando troverai la pietra nascosta”. È la discesa nel profondo – come nelle viscere della Terra – alla ricerca delle nostre impurità e i nostri vizi, è la fase più lunga, faticosa ed importante del processo, in quanto necessita la distruzione (figurata) di noi stessi per rinascere e passare alla fase successiva. Ecco cosa si proponeva di fare Giacobbe nell’affrontare le forze dell’Astrale (Dio e gli uomini) avverse. “Rettificando troverai la pietra nascosta”, cioè correggendoti ed accettandoti arriverai alla conoscenza del Tutto e ti eleverai a “pietra preziosa”, quella pietra che è in ognuno di noi.

Geometria düreriana. Dio e gli uomini

Su “Dio e gli uominiAlbrecht Dürer ci fa toccare con mano questo concetto nel proporre la
scena del “ffigliol prodigo” che “prega con mani giunte” ma che è una cosa impossibile fare.
Perché? Ho fatto capire che con la postura anomala questo è impossibile. Ma poi vale riflettere sul paradosso scenico di un porcaro che deve badare ai porci e nel contempo pensare alle cose di Dio! Come a tentare di “amare” Mammona e Dio contemporaneamente. Ecco questo è l’impossibile situazione in cui si trova l’alchimista ma anche il mistico nel tentare di imitare il figliol prodigo”. Ed ecco anche il quadro di “Dio e gli uomini” che affrontò Giacobbe.

“Dio e gli uomini”, quale segno di sublimazione alchemica, rappresenta l’azione dello spirito
sulla materia, tuttavia il solido legame che la unisce alla pietra, Giacobbe che trattiene
saldamente l'”angelo”, lascia intendere che questa, nel trattenerla, incide nel processo con la sua azione specifica, la forza di gravità, propria della materia. È ben chiaro così che venendo meno questa forza, il prodotto della sublimazione s’invola, vanificando così il lavoro dell’alchimista, e questo non ha senso che avvenga, per Giacobbe naturalmente, che è l’alchimista ma anche pietra.

Coniunctio oppositorum

Ecco lo scopo del legame che unisce i due. In alchimia questa unione viene detta «coniunctio oppositorum». Gli opposti devono prima lottare divorarsi ed uccidersi a vicenda perché la loro unione possa realizzarsi. Infatti la rottura dell’anca questo vuole simboleggare, cioè il vecchio legame, il vecchio Giacobbe che da “nuovo” ha un altro nome, Israele. Infatti Albrecht Dürer ha predisposto la sua geometria in modo che la gamba destra di Giacobbe è tagliata fuori dall’arrossamento della Rubedo entro il quadrato a losanga.

Questa operazione ha due aspetti, quello del costringere la terra corporea e pesante ad
elevarsi verso le regioni dello Spirito e quello consistente nell’obbligare lo Spirito ad
abbandonare i “cieli filosofici”, ove può spaziare liberamente, costringendolo a discendere
nelle regioni più pesanti e condizionate dai vincoli terrestri perché possa vivificare
rivitalizzare e “rendere consapevole” il corpo. Ed è una sorta di primavera che attende
Giacobbe letteralmente cambiato: è l’alba e tutto il “nero” astrale si dissolve (Dio e gli uomini che non sopportano il sorgere del sole).

Alchimia dell’algoritmo per una geometria düreriana

Albrecht Dürer si sforza di mostrare la via al “figliol prodigo” smarrito dall’alto di un
campanile e per questo si adopera con suoi “personaggi” posti lungo una strada che essi
indicano, a cominciare dalla sua firma. Questa strada oggi la possiamo chiamare algoritmo,
ma era nota già nel passato, nel IX secolo d.C.. Un algoritmo è una strategia che serve per
risolvere un problema ed è costituito da una sequenza finita di operazioni (dette anche istruzioni), e consente di risolvere tutti i quesiti di una stessa classe. Dürer, da buon matematico, conosceva l’algoritmo perché questo termine deriva dalla trascrizione latina (algorithmus) del nome del matematico persiano al-Khwarizmi, vissuto nel IX secolo d.C., che è considerato uno dei primi autori ad aver fatto riferimento a questo concetto scrivendo il libro Regole di ripristino e riduzione.

Geometria düreriana. L’algoritmo düreriano

  • La firma di Dürer indica con l’asse verticale di simmetria del quadro, la prima “istruzione” e
    seguendo questa strada incontra il secondo personaggio, il culmine del tetto del fabbricato
    rurale e qui c’è un quadrivio…
  • A destra, attraverso il declivio della tettoia, non si può fare a meno di scivolare, e col
    soccorso della geometria, poiché alla firma iniziale sono legate istruzioni di geometria da
    seguire, viene edotto che si tratta di una strada adatta per individuare quadrati a losanga
    (relativi 1/2 angolo retto).
  • Arriva così all’estremo confine orientale per poi svoltare con un angolo retto (poiché si deve
    dividere il mondo da rispettare dall’altro non buono.
  • Si giunge così nell’estremo sud, incrociando la strada verticale percorsa all’inizio, cioè quella
    dei capisaldi della firma düreriana con la guglia del tetto della casa rurale e anche qui si
    svolta ancora con un angolo retto per giungere all’estremo ovest.
  • Di qui è come fu per Gesù al quale fu data la croce sulle spalle per procedere verso il
    Golgota per la crocifissione.
  • E come Gesù fa l’esperienza delle prove della discesa inferi e dopo tre giorni risorge,
    ripresentandosi alle sue donne e agli apostoli, per poi ascendere al cielo, stagliandosi in una
    stella a forma di pentagramma dorato fiammeggiante (simbolo dell’uomo nuovo) circonfuso da un biancore sfavillante. Così appare ai suoi apostoli e alla madre sua, come in apoteosi e tutto al di fuori è buio eccetto loro, pervasi dal fuoco dello Spirito Santo
  • Anche la stella, il pentagramma, è delineata con le istruzioni dell’algoritmo.
    Preliminarmente sono gli occhi del figliol prodigo a indicare la strada per far delineare poi
    due successive strade dai relativi estremi del raggio visivo suddetto.
  • Il primo è quello diretto in alto verso la sommità del campanile della chiesa, per delineare la
    prima strada verso la sommità della casa rurale, che è il secondo braccio del pentagramma
    posto a 72° dal primo braccio posto sull’asse verticale mediano.
  • Il secondo braccio del pentagramma viene delineato dal raggio visivo suddetto che s’imbatte con precisione sull’angolo ovest del quadrato a losanga. Si tratta del quarto braccio del pentagramma posto a 3 x 72° = 216° dal primo braccio sull’asse verticale mediano.
  • Grazie a questi due bracci è possibile disegnare il pentagramma, previa tracciatura di un
    cerchio di diametro posto sugli assi verticali di due guglie di tetti equidistanti fra loro.
  • Restano solo i colori da dare alle varie geometrie secondo il codice dell’alchimia:
    — L’esterno del quadrato a losanga indica l’Opera al nero, la Nigredo.
    — L’interno dello stesso indica l’Opera finita al rosso, la Rubedo.
    — La stella pentagramma indica l’Opera al giallo, la Cinitritas, che segue l’Albedo e precede
    la Rubedo.

Brescia, 5 settembre 2021

Biografia dell’autore

Diploma tecnico, innata predisposizione per il disegno, capacità e inventiva nel campo della meccanica delle macchine, interessi culturali a tutto campo: su queste premesse Gaetano Barbella coltiva da autodidatta il suo interesse particolare per la matematica, con lo spirito, la genialità e la curiosità di un dilettante di talento. Dedicandosi in particolare allo studio di problemi di geometria, di esoterismo, di egittologia e di arte, nel corso degli anni ha scritto numerosi articoli pubblicati in rete. Nel 2008 la Macro Edizioni pubblica un suo libro in Ebook, dal titolo, “I due Leoni Cibernetici. L’alfa e l’omega di una matematica ignota, pi greco e la sezione aurea“. Vive a Brescia con la famiglia sin dal 1969.

Le opere citate nel saggio Geometria düreriana

Penitenza del figliol prodigo di Albrecht Dürer

Penitenza del figliol prodigo di Albrecht Dürer
Penitenza del figliol prodigo di Albrecht Dürer

Albrecht Dürer, Penitenza del figliol prodigo, 1496, Bulino, 191 mm x 246 mm (parte incisa). Pavia (PV). Musei Civici di Pavia. Pinacoteca

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Lotta di Giacobbe con l’angelo di Eugène Delacroix

Lotta di Giacobbe con l'angelo di Eugène Delacroix
Lotta di Giacobbe con l’angelo di Eugène Delacroix

Eugène Delacroix, Lotta di Giacobbe con l’angelo, 1849-1861, olio e cera su intonaco. Parigi, Chiesa di Saint Sulpice

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Bibliografia

  • Heinrich Wölfflin, Albrecht Dürer, 1987; 2015, Salerno Collana: Profili, EAN: 9788885026964
  • Maurizio Calvesi, La melanconia di Albrecht Durer, Einaudi, 1993, ISBN-10 ‎8806126865 ISBN-13 ‎978-8806126865
  • Louis Barmont, L’esoterismo di Albrecht Dürer. «La Melancolia», ‎Luni Editrice, 2013, ISBN-108874350279 ISBN-13 978-8874350278
  • Costantino Porcu (a cura di), Dürer, Rizzoli, Milano 2004
  • Giovanni M. Fara, Albrecht Dürer. Originali, copie e derivazioni, 2007, Olschki, Collana: Gabinetto dis. stampe Uffizi. Catal., EAN: 9788822256416
  • Rodolfo Papa, Dürer, 8 febbraio 2017, Giunti Editore, Collana: Dossier d’art, EAN: 9788809991583
  • Chiara Casarin (a cura di), Albrecht Dürer. La collezione Remondini, Marsilio, Cataloghi, 1° ed. 2019, 978-88-297-0213-8

Link esterni

Consulta la pagina dedicata all’incisione di Albrecht Dürer intitolata Penitenza del figliol prodigo sul sito dei Beni culturali della Regione Lombardia in Italia.

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