Grandi fiori di Filippo de Pisis

Da adolescente Filippo de Pisis realizzò un grande erbario che regalò in seguito all’Orto Botanico dell’Università di Padova. Grandi fiori rappresenta questa sua passione unita a quella della letteratura.

Filippo de Pisis, Grandi fiori, 1930, olio su tela, 81 x 53 cm. Milano, Pinacoteca di Brera

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Indice

Descrizione di Grandi fiori di Filippo de Pisis

Un grande mazzo di fiori riempie completamente la vista e copre un quadro posto sulla parete di fondo. Sono riconoscibili alcuni gigli, rose e altre specie, molto amate da Filippo de Pisis. Il vaso che li raccoglie è poggiato su di un piano che ospita, a destra, due pesanti volumi posti uno sopra l’altro.

Interpretazioni e simbologia di Grandi fiori di Filippo de Pisis

Da adolescente Filippo de Pisis amava catalogare le piante e i fiori che raccoglieva in natura. Accanto a questa passione fu egualmente forte l’interesse verso la cultura, la letteratura e la storia dell’arte. De Pisis fu anche collezionista, amante della lirica e della musica. Queste passioni l’artista le portò sempre con sé, allestendo delle vere wunderkammer, camere delle meraviglie, negli studi delle città in cui visse. Il dipinto Grandi fiori racchiude la sua passione botanica, la passione della cultura presente e passata e della lettura. Prima del suo soggiorno a Parigi, de Pisis realizzò alcune nature morte molto vicine alla Metafisica  e al gruppo di Ritorno all’Ordine come I pesci sacri e Natura morta marina con le uova.

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Lo stile di Grandi fiori di Filippo de Pisis

La tecnica maturata da Filippo de Pisis durante gli anni vissuti a Parigi mutò profondamente. L’artista, dal 1930, iniziò ad utilizzare dei rapidi e piccoli segni di colore che l’amico Eugenio Montale definì “a zampa di mosca”. Con questa tecnica dipinse angoli inconsueti della città e nature morte con grandi composizioni floreali colorate. La botanica era, infatti una sua grande passione fin dell’adolescenza. Il dipinto è un’esplosione di colore e di pennellate che modellano le forme dei fiori e delle foglie. Arancioni, rosa, rossi, violetti spiccano tra il verde del fogliame. Il fondo è di un ocra quasi dorato mentre i volumi sono colorati di un tono quasi terroso che tende al grigio.

Il colore e l’illuminazione

Una leggera ombra del vaso, a sinistra contribuisce a creare una debole spazialità mentre il quadro, dietro i fiori, chiarisce la presenza di una parete. Il grande mazzo annulla quasi il realismo della composizione che se non fosse per la parte in basso potrebbe sembrare una superficie informale di materia pittorica.

Lo spazio

Lo spazio della natura morta viene descritto dai volumi posti in obliquo rispetto al piano dell’opera.

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