Tabernacolo del canto del Mercatale di Filippino Lippi

Il Tabernacolo del canto del Mercatale di Filippino Lippi si polverizzò durante la seconda guerra mondiale e fu ricostruito grazie ad un attento restauro.

Filippino Lippi, Tabernacolo del canto del Mercatale, 1498, affresco staccato su masonite, Madonna col Bambino (al centro), 226 x 108 cm, Santi Antonio Abate e Margherita (laterale sinistro), 170 x 82 cm, Santi Stefano e Caterina d’Alessandria (laterale destro), 170 x 82 cm, Grottesche (volta). Prato, Museo Civico

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Indice

Descrizione del dipinto Tabernacolo del canto del Mercatale di Filippino Lippi

Gli angeli in alto incoronano la Vergine raffigurata nel pannello centrale. Più in basso un cerchio di serafini poggiati sulle nuvole contempla la scena. Il cielo è colorato dai toni del tramonto e si schiarisce in basso. Infine dietro la Vergine si nota un altare dalle forme classiche dal quale sporgono dei libri. Da questi emerge inoltre un cartiglio che reca la scritta “SUBSTINE ET ABSTINE” (“sopporta e astieniti”). Agli spigoli sono poi applicate delle sfingi alate. Infine i basso due tritoni sorreggono lo stemma della famiglia Tieri.

Interpretazioni e simbologia del dipinto Tabernacolo del canto del Mercatale di Filippino Lippi

Il Tabernacolo è una nicchia ricavata nel muro interno di un edificio religioso o in un muro perimetrale esterno. Al suo interno venivano poste immagini sacre o sculture. Nella religione cristiana inoltre il tabernacolo è il luogo in cui si custodiscono le ostie. Il termine deriva dalla parola latina Tabernaculum che è il diminutivo di taberna cioè dimora. A sua volta la parola deriva da tabula che significa tavola di legno e quindi capanna. Con tale termine nell’antica Roma si indicavano le tende o i luoghi di riparo provvisori dei soldati. Nella tradizione religiosa ebraico-cristiana il significato poi è divenuto “il luogo di dimora di Dio presso gli uomini.”

Filippino Lippi era in affari con Antonio Tieri, il committente. A questa relazione si deve forse la presenza di Sant’Antonio. Santa Margherita invece potrebbe essere in relazione con il convento dedicato alla Santa che si trovava di fronte al Tabernacolo. Inoltre nello stesso convento era stata ospite la madre dell’artista, Lucrezia Buti, nel periodo in cui era suora. Qui Fra Filippo Lippi aveva conosciuto la sua futura consorte.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Il Tabernacolo del canto del Mercatale è un lavoro di grande importanza che oggi si trova nel Museo Civico di Prato. La famiglia pratese dei Tieri commissionò l’affresco a Filippino Lippi. L’opera fu, con molta probabilità, realizzata nell’estate del 1498. La commissione è documentata dallo stemma familiare dipinto nella cornice presente sotto la Vergine. Anche l’artista, come i Tieri, possedeva una casa nei pressi del Tabernacolo.

L’artista e la società. La storia dell’opera

L’opera di Filippino Lippi è datata circa 1498. Nel Cinquecento, Vasari, il pittore manierista autore delle Vite, scrisse una critica molto ammirata del dipinto. Apprezzò infatti la bellezza della Madonna e la sua apparenza semplice e modesta. Lodò poi il coro di serafini, e l’immagine evocativa dello spaventoso serpente posto sotto Santa Margherita. Infine, apprezzò l’uso di colori chiari e brillanti. Il Tabernacolo prese il nome dal luogo detto Canto del Mercatale. Filippino Lippi nel 1488 si recò a Roma dove maturò la sua predilezione per le opere antiche.

In seguito al bombardamento del 7 marzo 1944 l’opera si disintegrò in centinaia si frammenti. Leonetto Tintori lo ricompose poi nell’arco di due anni. Purtroppo l’opera rimase fortemente compromessa. Tuttavia gli storici studiando le fotografie precedenti al bombardamento individuarono pesanti interventi dipinti sui volti. Infatti l’opera aveva subito già alcuni danni a causa degli agenti atmosferici. Il dipinto fu poi trasferito presso il Museo Civico.

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Lo stile del dipinto Tabernacolo del canto del Mercatale

Filippino Lippi frequentò la bottega del padre Filippo Lippi. In seguito lavorò con uno degli allievi del padre, Sandro Botticelli, di dodici anni più anziano. Il Tabernacolo del canto del Mercatale è stato datato, secondo la scritta sulla volta, nel 1498, quando l’artista, ormai a 41 anni, aveva maturato uno stile diverso da quello di formazione. L’opera è un dipinto religioso devozionale ad uso pubblico. Filippino Lippi, inizialmente, fu vicino allo stile lineare ed elegante di Botticelli. Dopo aver sperimentato soluzioni che ricordano l’arte fiamminga, anticipò le fantasie, a volte bizzarre, del Manierismo. Il Tabernacolo presenta chiari riferimenti classici come l’altare decorato con sfingi marmoree dipinto dietro la Vergine. Nelle cornici dei Santi invece compaiono clipei, moduli tondi, e grottesche con tritoni.

La tecnica

Il Tabernacolo del canto del Mercatale è un affresco che copriva l’intera superficie interna della nicchia dalle misure di: Madonna col Bambino (al centro), cm 226 x 108, Santi Antonio Abate e Margherita (laterale sinistro), cm 170 x 82, Santi Stefano e Caterina d’Alessandria (laterale destro), cm 170 x 82, Grottesche (volta). Grazie alla tecnica dell’affresco la superficie del dipinto risulta più resistente agli agenti atmosferici e alle aggressioni di quelli chimici dovuti all’inquinamento interno o esterno. Attualmente la superficie dipinta è stata strappata e applicata su masonite. Tale tecnica di restauro permette di preservare l’intonaco dipinto dalle intemperie che danneggiano il muro sottostante. Nel caso del Tabernacolo si ricorse a tale intervento in seguito alla polverizzazione dell’intonaco in seguito al bombardamento.

Il colore e l’illuminazione

La superficie dell’opera appara gravemente danneggiata. Comunque nel complesso nel dipinto prevalgono colori caldi.

Lo spazio

La Vergine con in braccio il Bambino si trova in uno spazio esterno sul quale compare una formazione circolare di angeli. La scena presenta una profondità molto ridotta e limitata alla figura di Maria e dell’altare in secondo piano.

La composizione e l’inquadratura

Il Tabernacolo del canto del Mercatale è composto da tre ante. La parte centrale raffigura la Madonna in piedi con il Bambino. L’anta di sinistra invece i santi Antonio Abate e Margherita. Infine quella di destra rappresenta Santo Stefano e Santa Caterina d’Alessandria. Le tre ante sono rettangolari e e sviluppate in verticale. In tal modo incorniciano le figure verticali dei personaggi lasciando pochissimo spazio allo sfondo.

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Bibliografia

  • Giulia Cosmo, Filippino Lippi, serie Art dossier, Giunti, Firenze 28809020316001. ISBN
  • Stefano Zuffi, Il Quattrocento, Milano, Electa, 2004, ISBN 8837023154
  • Patrizia Zambrano Jonathan Katz Nelson, Filippino Lippi, Milano, Electa, 2004
  • Mauro Zanchi, Filippino Lippi e l’Umanesimo fiorentino, Firenze, Giunti, 2011, ISBN 978-88-09-76483-5.

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 2 agosto 2019.

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Consulta la pagina dedicata al dipinto di Filippino Lippi, Tabernacolo del canto del Mercatale, sul sito del Museo Civico di Prato.

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