Study for Velazquez Pope II di Francis Bacon

Study for Velazquez Pope II di Francis Bacon è una delle quasi cinquanta versioni realizzate dal pittore della serie che rivisita il celebre ritratto del pontefice.

Francis Bacon, Study for Velazquez Pope II, 1961, olio su tela, 150 x 118 cm. Città del Vaticano, Musei Vaticani, Collezione d’arte contemporanea

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Indice

Descrizione di Study for Velazquez Pope II di Francis Bacon

Nell’interpretazione rivisitata del dipinto di Velazquez, il pontefice siede, verso destra, su un trono sobrio e austero privo di decorazioni. Il Papa è raffigurato di tre quarti e guarda in direzione dell’osservatore dell’opera. Indossa la mozzetta rossa sulle spalle che copre l’abito bianco. Lo sfondo di colore nero è privo di particolari.

Interpretazioni e simbologia di Study for Velazquez Pope II di Francis Bacon

Questa versione di Study for a Pope II di Francis Bacon fa parte di una serie intitolata Study for a Pope I-VI. Il pittore britannico partì dal celebre Ritratto di Innocenzo X di Velázquez del 1650 per compiere una ricerca durata molti anni rielaborando continuamente lo stesso dipinto. Bacon era affascinato dal ritratto del Papa e lo considerava come uno dei più importanti dipinti esistenti.

Nella versione esposta presso la Collezione d’Arte Contemporanea del Vaticano, il colore non è quello originale. Le differenze riguardano quindi l’ambiente e non la posa del Papa.

Il papa di Francis Bacon

Il pittore britannico non vide mai il dipinto originale ma lo studiò attentamente, per quasi vent’anni, attraverso riproduzioni fotografiche. Bacon vide dal vero l’opera di Velazquez solo in tarda età.

Francis Bacon dichiarò di aver preso ispirazione per l’espressione urlante presente in alcune versioni, dal fotogramma di una pellicola cinematografica. L’immagine è tratta dal film del regista russo Sergei Eisenstein intitolato La corazzata Potemkin, che risale al 1925. La protagonista fissata nel fotogramma del film è una infermiera, colpita da una pallottola che le infrange gli occhiali.

La figura elaborata da Bacon di Papa Innocenzo X non rappresenta un pontefice benevolo e rassicurante. Il Papa commissionò il suo ritratto a Velázquez per accrescere il suo prestigio e celebrare la sua identità tra i potenti del tempo. Velázquez dipinse il ritratto con grande realismo che sottolinea la forza politica del pontefice ma ne rappresenta anche la vecchiaia. Bacon per risivistare la figura di Innocenzo X si basò anche su immagini dell’epoca. Il risultato che emerge nelle diverse versioni è il ritratto di una persona inquieta, costretta e che sembra esprimere uno stato di sofferenza estrema.

Le figure urlanti e distorte di Bacon

Bacon creò opere con figure ritratte contro un fondo buio e inquietante. A volte i protagonisti dall’aspetto distorto, sembrano bloccati in gabbie ambientali, urlano e si contorcono. Il tono di queste rappresentazioni è sempre profondamente drammatico. Per questo, i critici che si sono interessati alla sua opera considerano i dipinti di Bacon simboli del disagio esistenziale contemporaneo. Infatti, i suoi soggetti paiono disperati e sofferenti e vivono un dramma senza possibilità di riscatto.

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Study for Velazquez Pope II giunse ai Musei Vaticani in seguito alla donazione di Gianni Agnelli, l’industriale a capo della nota marca automobilista FIAT nella seconda metà del Novecento.

L’artista e la società. La storia dell’opera Study for Velazquez Pope II di Francis Bacon

Francis Bacon nacque a Dublino nel 1909 e morì nel 1992. La versione di Study for Velazquez Pope risale al 1961 e fu dipinta dal pittore britannico all’età di circa 52 anni. Questa versione fa parte della serie, di quasi quarantacinque opere, intitolata Screaming Pope. Tra il 1949 e il 1971, Bacon realizzò circa cinquanta versioni del dipinto.

Bacon reinterpretò la figura di Innocenzo X dalla fine degli anni Quaranta, intorno al 1949, all’inizio degli anni Sessanta del Novecento. Il pittore rielaborò più volte l’immagine originale che in ogni versione assume un aspetto diverso mutando i colori. Una caratteristica costante è rappresentata dal tono inquietante della scena che il più delle volte rappresenta il viso del pontefice come una maschera urlante. In alcune versioni il dipinto rispecchia maggiormente l’opera di Velazquez e cambia invece l’ambiente. In altre ancora cambiano i gesti e la postura del protagonista.

Negli anni, Bacom cambiò i colori delle diverse versioni degli studi. A partire dal 1953, infatti, l’atmosfera cromatica delle opere diventò più scura, quasi notturna, e i blu mutarono in viola. Così, gli sfondi si svuotarono di dettagli trasformandosi in fondi scuri e bidimensionali. In alcune versioni poi dietro la figura del Papa emerge la tela grezza, priva di colore.

Il rapporto con Peter Lacy

Le versioni precedenti al 1953 presentano comunque colori accesi e violenti, arancioni acidi e gialli, che non creano atmosfere serene. Secondo alcuni esperti e biografi di Bacon, il cambiamento della resa emotiva a partire dal 1953 fu motivato da una delusione sentimentale del pittore. Infatti intorno a quella data terminò la relazione tra Bacon e Peter Lacy.

L’uomo era entrato nella vita del pittore britannico attraverso le sue frequentazioni di ambienti omosessuali. Presto Lacy si rivelò essere il partner dominante e tra i due si instaurò una relazione dai toni forti e a trarti violenti. Nonostante questo Bacon era molto legato alla figura, quasi paterna, del partner.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

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Lo stile di Study for Velazquez Pope II di Francis Bacon

Francis Bacon studiò l’opera attraverso riproduzioni fotografiche come era solito fare per tutti i modelli delle sue opere. L’artista fu autodidatta e a partire dagli anni Trenta del Novecento formò il suo stile sullo studio e l’osservazione di opere di artisti del passato che ammirava. Del periodo formativo esistono solo circa dieci opere perchè l’artista distrusse la maggior parte di esse.

La tecnica

Study for Velazquez Pope II di Francis Bacon è un dipinto realizzato con impasto di colori ad olio applicati su una tela di 150 x 118 cm.

Il colore e l’illuminazione

La versione dei Musei Vaticani della serie che ritrae Innocenzo X di Bacon presenta colori forti come il rosso della mozzetta e del copricapo del pontefice. Questo colore dominante è esaltato dal bianco dell’abito e dal nero della sedia e dello sfondo.

Nella scena non si coglie la rappresentazione di un ambiente illuminato. Infatti i colori non presentano un valore di chiaroscuro e quindi caratterizzano il dipinto in termini espressivi.

Lo spazio

La figura del pontefice e il trono sul quale siede sono le uniche presenze nel dipinto. Infatti sembrano ritagliate contro lo sfondo scuro e compatto.

La composizione e l’inquadratura

Il dipinto di Francis Bacon è di forma rettangolare e l’inquadratura verticale incornicia la figura di Innocenzo X con un ampio spazio di fondo.

Il Papa è ritratto seduto e la sua immagine è spostata leggermente a destra del piano pittorico. Inoltre, determina un andamento obliquo che sale da destra in basso. Infine la figura del pontefice è contenuta nella forma trapezoidale della spalliera del trono rappresentata in prospettiva.

Study after Velázquez’s Portrait of Pope Innocent X di Francis Bacon del Des Moines Art Center

Study for Velazquez Pope II di Francis Bacon di Des Moines
Study for Velazquez Pope II di Francis Bacon di Des Moines

Francis Bacon, Study After Velázquez’s Portrait of Pope Innocent X, 1953, olio su tela, 152,1 x 117,8. cm. Des Moines, Iowa, Des Moines Art Center

Questa versione di Study After Velázquez’s Portrait of Pope Innocent X è, come le altre, un olio su tela, realizzato su osservazione di mateiali fotografici. Il dipinto ha dimensioni modeste. Misura infatti 152,1 centimetri di altezza e 117,8. cm di larghezza. Il Coffin Fine Arts Trust lo acquistò grazie a propri fondi e appartiene ora alla Collezione Nathan Emory Coffin del Des Moines Art dal 1980. È custodito con numero di inventario 1980.1.

Nella versione del museo dell’Iwoa i paramenti del Papa sono viola velluto, scelta che comparve dal 1953 nella serie dipinta da Bacon. Inoltre, il tendaggio che appare nel dipinto originale, diventa un velo trasparente che sembra coprire il viso urlante del pontefice. Innocenzo X pare ingabbiato all’interno di una struttura costituita dalle strisce gialle che occupano la verticale del dipinto.

La gabbia esistenziale nei dipinti di Bacon

Questa gabbia spaziale torna nella produzione dipinta di Bacon successivamente agli anni Cinquanta del Novecento. Secondo alcuni esperti del lavoro di Bacon, questa rappresentazione evoca una situazione di reclusione. Si tratta forse di una gabbia esistenziale che, già al tempo del pontefice, recludeva il religioso all’interno suo ruolo ufficiale. Una diversa lettura interpretariva fa riferimento al ring pugilistico che compare in altre opere di Bacon.

Bacon fu in contatto con altri artisti suoi contemporanei. In particolare Alberto Giacometti e Henry Moore che apprezzavano le sue opere. Alberto Giacometti rappresentò una struttura simile in The Nose del 1947 e in The Cage del 1950. Invece Henry Moore riprodusse uan simile ingabbiatura nella Maquette in bronzo per King and Queen del 1952.

Le pennellate verticali dipinte sulla figura, che evocano veli o cortine trasparenti, sono già presenti ne Studio dal corpo umano del 1949. Gli esperti hanno rintracciato altri precedenti nella storia dell’arte come nel fonte potrebbe essere il Ritratto del cardinale Filippo Archinto di Tiziano del 1558. Sono poi presenti in alcune opere che Edgar Degas realizzò verso la fine dell’Ottocento.

Bacon, interrogato sul perché avesse realizzato così tante interpretazioni del dipinto, non diede spiegazioni precise. Rifiutò comunque letture psicanalitiche o filosofiche che collegano questi dipinti con la figura del padre dell’artista, dell’anziano compagno o della religione. Parimenti non si trattò di una motivazione religiosa perché Francis Bacon era ateo. La giustificazione più verosimile, avanzata dall’artista, fu quella di una rilettura dell’opera di Velázquez, come già questi aveva fatto nei confronti di Tiziano.

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Bibliografia

  • Mario Ferrazza, Collezione d’Arte Religiosa Moderna, Novedades, 2000, ISBN: 978-88-8271-181-
  • Micol Forti, Nadia Righi (Curatori), La passione. Arte italiana del ‘900 dai Musei Vaticani. Da Manzù a Guttuso, da Casorati a Carrà, Silvana, 2022, EAN: 9788836651450

La scheda è completa. Periodicamente troverai ulteriori approfondimenti, a presto!

La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 31 luglio 2022.

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Consulta la pagina dedicata al dipinto di Francis Bacon, Study for Velazquez Pope II, sul sito dei Musei Vaticani, Collezione d’arte contemporanea di Città del Vaticano e del Des Moines Art Center

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