L’amore alla fonte della vita di Giovanni Segantini

L’amore alla fonte della vita è un dipinto simbolista e divisionista di Giovanni Segantini che celebra la gioventù e la primavera.

Giovanni Segantini, L’amore alla fonte della vita, 1896, 70 x 98 cm. Milano, Galleria d’Arte Moderna

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Indice

Descrizione de L’amore alla fonte della vita di Giovanni Segantini

All’interno di un paesaggio naturale due amanti camminano abbracciati. A sinistra, un angelo dalle ampie ali candide e piumate è seduto accanto alla fonte della vita. La coppia avanza sul sentiero battuto, verso la fonte, in centro al dipinto. I due sono abbracciati e vestiti con ampie tuniche bianche agitate dal vento. I loro corpi, sotto, sono nudi e le loro espressioni spensierate e serene. Il ragazzo dai capelli scuri inclina il suo viso verso la ragazza dai capelli rossi.

L’angelo è vestito con una lunga tunica che lascia scoperte le braccia. Ha una aspetto femminile e delicato. Le ali, molto ampie coperte da lunghissime piume candide, proteggono la fonte. Siede su di un sedile in pietra e alla sua sinistra sgorga un getto d’acqua che si raccoglie in una pozza terra. A destra, un esile pino Cembro si alza verso il cielo. Il prato è punteggiato da rododendri fioriti e in lontananza, all’orizzonte si nota una linea di alte montagne. Il cielo è attraversato da lunghe strisce di nubi mentre in alto, proprio al centro del dipinto, si nota una falce di luna.

Interpretazioni e simbologia de L’amore alla fonte della vita di Giovanni Segantini

Giovanni Segantini descrisse il dipinto in una lettera, dell’11 ottobre 1896, scritta a Domenico Tumiati. L’opera è la rappresentazione dell’amore spensierato della femmina e pensoso del maschio. L’abbraccio rappresenta l’impulso della giovinezza e della primavera. I loro abiti bianchi, inoltre, rappresentano la purezza. I rododendri fioriti rappresentano l’amore eterno mentre gli “zembri”, (il pino Cembro, Cembri) rappresentano l’eterna speranza. 

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Il principe russo Jussopoff di San Pietroburgo commissionò il dipinto. Fu acquisito dalla Galleria d’arte Moderna di Milano grazie ad un legato nel 1955.

L’artista e la società. La storia dell’opera

Giovanni Segantini dipinse L’amore alla fonte della vita tre anni prima della sua morte, avvenuta nel 1899. E’ conosciuta come una delle opere della fase simbolista iniziata nel 1891 con il dipinto intitolato Le cattive madri.

A quel tempo l’artista abitava in Engadina, in Svizzera. L’amore alla fonte della vita fu dipinta presso il villaggio di Maloja dove abitava con la famiglia.

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Lo stile del dipinto L’amore alla fonte della vita di Giovanni Segantini

Il divisionismo che caratterizzò la tecnica di Giovanni Segantini, dal 1891, è profondamente diverso dal puntinismo francese. Nel dipinto L’amore alla fonte della vita i tratti di pennello paralleli e fitti diventano fili d’erba sul prato. Si trasformano, poi, nei sottili filamenti delle piume delle ali dell’angelo. Rappresentano, inoltre, i panneggi degli abiti, i capelli, le trame delle superfici naturali. Il dipinto non presenta un chiaroscuro accentuato. Infatti le diverse figure sembrano ritagliate e posizionate all’interno dell’opera. Il prato pare una grande superficie decorata con i tratti divisionisti di Segantini. Nel cielo, poi, questo effetto è ancora più marcato. Infine, l’angelo a sinistra, le vesti che si fondono dei due personaggi e lo specchio d’acqua diventano superfici definite con piccoli tratti calligrafici.

Il colore e l’illuminazione

L’assetto cromatico del dipinto è, per la maggior parte, caldo con alcune zone più fredde. Il cielo e le ali dell’angelo in ombra sono dipinti con colori freddi. L’abito degli amanti è bianco con toni di grigio chiaro. L’angelo, invece, è dipinto con colori freddi nella parte in ombra con pennellate di grigio e azzurro. Mentre, nelle parti in luce, le pennellate chiare si alternano a pennellate in ocra. La rupe che si intravede in alto a destra oltre il pino Cembro crea una zona fredda nel prato. La strada che percorrono i due personaggi è di colore bruno con pennellate ocra, marroni e giallo chiaro. In lontananza la linea di montagne è di colore grigio, marrone e, nella parte sinistra, lumeggiata con pennellate più calde ocra e gialle. Il cielo risulta, attraversato da sottili nubi di colore chiaro, bianco e ocra.

Lo spazio

Lo spazio è appiattito e non vi sono accenni di prospettiva lineare. Il grande angelo in primo piano, a sinistra, rappresenta un punto di riferimento per la distanza. Infatti è percepibile lo spazio tra lui e i personaggi che stanno avanzando. Anche il pino Cembro, a destra, è determinante per definire la profondità se paragonato agli alberi a sinistra sull’orizzonte. Il paesaggio è ampio e disteso e si crea uno spazio allargato sebbene la tecnica utilizzata da Segantini appiattisca le figure che paiono disposte su di un unico piano.

La composizione e l’inquadratura

Il dipinto è orizzontale con la parte alta rappresentata da un arco ribassato. Un’ampia zona di sinistra è occupata dall’angelo, mentre, a destra è presente il paesaggio con il pino Cembro dal tronco ricurvo e serpeggiante. Quasi al centro, è dipinta la strada che percorrono i due personaggi. Sulla verticale centrale, invece, è posta la pozza ai piedi della fontana della vita. Gran parte del dipinto è occupato dal paesaggio e una sottile fascia, in alto è riservata al cielo.

L’angelo con le ali aperte crea una grande nicchia semisferica sulla sinistra mentre le figure che stanno avanzando occupano un zona ovale nella parte destra del dipinto. Prevale la linea orizzontale dell’orizzonte che viene accentuata dalle nuvole lineari che corrono parallele al centro del cielo. Sempre sulla verticale centrale è allineata la semiluna bianca. Tutte le figure sembrano convergere verso lo specchio d’acqua creato dalla fonte. Infatti, i personaggi avanzano verso questa direzione. L’Angelo è rivolto verso il centro mentre la stessa fonte riversa la sua acqua ai suoi piedi e forma la pozza in basso.

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