San Benedetto di Antonello da Messina

San Benedetto di Antonello da Messina è una tavola che si ritiene faccia parte del Polittico dei Dottori della Chiesa, ora smembrato fra Palermo, Firenze e Milano.

Antonello da Messina, San Benedetto, 1470-1475, olio su tavola di pioppo, 105 x 43,5 cm. Firenze, Museo degli Uffizi

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Indice

Descrizione del dipinto San Benedetto di Antonello da Messina

San Benedetto indossa una cappa coperta da un abito vescovile molto decorato. Al di sotto indossa un pesante abito scuro. Sul capo, poi, porta una tiara. Con la mano destra sostiene il pastorale mentre con la sinistra stringe un libro. Inoltre, le mani sono coperte da guanti bianchi sopra i quali compaiono alcuni anelli. La figura di San Benedetto esprime il carattere del Santo che pare ombroso e scontento. Inoltre, sul viso è presente una precedente cicatrice da lama. Infine, la sua fisionomia è quella di un uomo forte e dai caratteri poco raffinati. Lo sfondo è rappresentato da una lamina dorata lavorata a racemi.

Interpretazioni e simbologia di San Benedetto di Antonello da Messina

Il pesante volume dalla copertina rossa rimanda alla regola benedettina. Inoltre, l’abbigliamento e la pastorale lo identificano come vescovo.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

La Regione Lombardia acquistò il San Benedetto tramite Finarte nel 1995. L’opera è rimasta fino al 1 Novembre 2015 presso la Pinacoteca del Castello Sforzesco a Milano. Dal 2 Novembre 2015 il dipinto è esposto alla Galleria degli Uffizi con prestito quindicennale.

L’artista e la società. La storia dell’opera

La figura di San Benedetto dipinta da Antonello da Messina, nel Settecento era stata ricoperta da pesanti interventi di pittura. Rimaneva, quindi, in vista solo l’aureola dorata. Fu possibile attribuire il dipinto al maestro messinese grazie alla qualità dell’opera e alla sua vicinanza stilistica alle due opere degli Uffizi. Così, venne ipotizzato che le tavole raffiguranti San Benedetto, San Giovanni Evangelista e la Madonna con Bambino potessero far parte di un unico polittico. Inoltre, si aggiungono anche le tavole con i tre dottori della Chiesa, Sant’Agostino, San Girolamo e San Gregorio Magno conservate a Palermo.

Polittico dei Dottori della Chiesa di Antonello da Messina, ricostruzione centrale
Polittico dei Dottori della Chiesa di Antonello da Messina, ricostruzione centrale

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Lo stile

Il dipinto intitolato San Benedetto faceva parte di un polittico ed è un dipinto religioso devozionale. Antonello da Messina dipinse il Polittico al quale appartiene l’opera tra il 1470 e il 1475. Soprattutto nella tavola centrale, si evidenziano influenze dell’arte catalana o provenzale che l’artista osservò presso la corte di Napoli. Inoltre, il bordo trilobato, superiore, della tavola rimanda anch’esso all’arte catalana-provenzale. Il San Benedetto è considerato il pannello destro del Polittico al quale appartiene.

Gli storici hanno datato l’intera opera tra il 1470 e il 1475, quindi nel pieno della maturità artistica di Antonello da Messina. L’artista, infatti, nato intorno al 1430, all’età di circa quarant’anni, aveva maturato importanti esperienze professionali. Inoltre aveva incontrato artisti fiamminghi e italiani dai quali aveva tratto insegnamenti e tecniche. Il San Benedetto presenta caratteristiche simili agli altri pannelli. Sono, infatti, ravvisabili influenze catalane e italiane nell’uso delle ombre per unificare lo spazio dei vari pannelli. I vari dettagli come i preziosi gioielli sono raffigurati con grande realismo. Si notano, infatti, i riflessi sulle pietre e sulle perle. La figura di San Benedetto è ridotta a semplici volumi come nelle opere di Piero della Francesca. È però presente l’attenzione alla fisionomia individuale. La tavola, infine, è raccordata agli altri due pannelli dalla medesima altezza del pavimento. Inoltre le ombre sconfinano nei pannelli confinanti.

La tecnica

L’opera che raffigura San Benedetto fu dipinta ad olio da Antonello da Messina. Il supporto è un tavola di legno di pioppo. La tavola, attualmente, è sospesa all’interno di una struttura protettiva. I pittori fiamminghi elaborano per primi la tecnica ad olio che si diffuse, in seguito anche nella penisola italica. Così, nel corso del Cinquecento tale tecnica sostituì completamente la pittura a tempera. L’olio permette la stesura di diverse velature sottili di colore trasparente. Antonello da Messina riuscì, così, ad ottenere solidi volumi e una grande precisione di dettagli come nei gioielli degli anelli.

Il colore e l’illuminazione

San Benedetto è un dipinto dai toni caldi. Il colore maggiormente utilizzato è l’oro dello sfondo mentre quello più saturo è il rosso del pesante libro. Il manto che indossa il Santo è bruno scuro mentre l’abito è quasi nero. Gli abiti scuri di San Benedetto sono messi in risalto contro il fondo dorato, chiaro e brillante. Anche i guanti e il libro spiccano sull’abito grigio scuro. La luce ideale proviene da destra, infatti, si può notare l’ombra che si sviluppa in basso a sinistra. La figura di San Benedetto è direttamente illuminata. Soprattutto il suo viso è molto chiaro e, quindi, risulta in evidenza rispetto al resto del dipinto.

Lo spazio

San Benedetto si trova all’interno di uno spazio senza definizione ambientale. Non sono rappresentati arredi o particolari architettonici, quindi, lo spazio non è organizzato mediante l’uso della prospettiva o altri indicatori spaziali. La profondità e limitata alla figura del Santo e sottolineata dall’ombra proiettata al suolo.

La composizione e l’inquadratura

San Benedetto è dipinto su di una tavola verticale. L’inquadratura permette di rappresentare uno spazio di fondo intorno al Santo che lo isola dal contesto. Il protagonista è raffigurato al centro e rivolto di tre quarti verso il piano del dipinto. Quindi, la sua figura non è simmetrica rispetto alla verticale centrale. Nel dipinto sono prevalenti linee verticali.

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Bibliografia

  • AA.VV., La Pinacoteca del Castello Sforzesco a Milano, Skira, Milano 2005. ISBN 88-7624-260-0
  • Antonello da Messina, 2019, Skira, Arte antica. Cataloghi, ISBN: 885723927

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