Oceano 5 (Ocean 5) di Piet Mondrian

L’opera Oceano 5 (Ocean 5) di Piet Mondrian fa parte di una serie di opere ispirate alla superficie dell’Oceano che si infrange sul molo.

Piet Mondrian, Oceano 5 (Ocean 5), 1915, carboncino e guazzo su carta incollata su pannello dall’artista nel 1941, carta 87,6 x 120,3 cm; pannello 90,2 x 123 x 1,3 cm. Venezia, Collezione Peggy Guggenheim

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Indice

Descrizione di Oceano 5 (Ocean 5) di Piet Mondrian

La superficie ovale dell’opera è occupata interamente da una trama strutturata di elementi verticali e orizzontali che si incrociano in vario modo. Le brevi linee si incontrano in modo rigorosamente ortogonale e creano una diversa trama rispetto alle parti del dipinto. Durante i suoi studi della superficie delle onde che incontravano il molo, Mondrian partendo dalla natura, elaborò queste immagini sintetiche.

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Lo stile di Oceano 5 (Ocean 5) di Piet Mondrian

Per comprendere il linguaggio utilizzato in Oceano 5 occorre considerare la ricerca spirituale e artistica che Mondrian stava conducendo. Intriso di spiritualismo, l’artista volle creare un linguaggio artistico personale rispondente alle sue esigenze di rigore mistico. Così, le linee verticali e orizzontali, rappresentano due polarità che si incontrano per creare uno stato di armonia universale. Il riferimento ad alcuni dottrine orientali è chiaro.

Per comprendere il percorso della sua ricerca è opportuno consultare alcune opere precedenti.  Albero Rosso, è un dipinto del 1910 nel quale Mondrian utilizza colori diversi da quelli della realtà, similmente ai pittori Fauves. In Albero grigio del 1911, invece si completa l’abbandono di una gamma ricca di colori. Mondrian abbandona ogni naturalismo formale con Melo in fiore  dipinto nel 1912. Con Composizione in blu, grigio e rosa, del 1913 iniziano a comparire le trame ortogonali. Infine in Composizione n°10 (molo e oceano) del 1915 Mondrian realizza il suo primo dipinto in bianco e nero. Il risultato finale della sua ricerca lo porterà a creare opere ben codificate come quella del 1935 intitolata Ritmo di linee nere.

Il colore e l’illuminazione

Il colore, come per le opere del periodo, è assente e sono presenti alcune lumeggiature che, forse, intendono ricordare il baluginare delle onde. Il contorno della superficie è ovale, schiacciato orizzontalmente.

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