Melo in fiore di Piet Mondrian

Piet Mondrian nel 1912 dipinge Melo in fiore. È uno dei passaggi, della sua ricerca formale, che lo porterà ad elaborare il Neoplasticismo.

Piet Mondrian, Melo in fiore, 1912, olio su tela, 78.5 x 107.5 cm. L’Aia, Kunstmuseum Den Haag, Gemeentemuseum

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Indice

Descrizione di Melo in fiore di Piet Mondrian

Nell’opera di Mondrian, dell’immagine di un albero rimangono solo linee curve rette, verticali e orizzontali. Sono linee spezzate che creano forme ovali lanceolate e una trama ortogonale che si intravede sul fondo.

Interpretazioni e simbologia di Melo in fiore di Piet Mondrian

Bloeiende appelboom è il titolo originale del dipinto di Piet Mondriaan. In italiano la traduzione è Melo in fiore.

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Melo in fiore di Piet Mondrian si trova a L’Aia custodito presso il Kunstmuseum Den Haag, Gemeentemuseum

L’artista e la società. La storia dell’opera

L’opera di Mondrian risale al 1912, anno in cui l’artista aveva circa 40 anni. Infatti Mondrian nacque nel 1872 e morì nel 1944.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile di Melo in fiore di Piet Mondrian

Mondrian, insieme a Theo van Doesburg e Gary Thomas Rietveld, fondò la rivista De Stijl. Attraverso questa rivista, infatti, venne pubblicato un manifesto che creò un nuovo linguaggio figurativo essenziale, razionale e astratto. Questo stile venne, quindi, definito dagli artisti Neoplasticismo, cioè, nuovo modo di creare la forma. Lo stile prevede, così, l’utilizzo di semplici e pochi elementi del linguaggio visivo. Linee nere verticali e orizzontali incrociate in modo ortogonale. Il fondo bianco ottico e l’uso di colori primari, giallo, rosso e blu.

La sintassi è anch’essa semplice, nessuna sfumatura o chiaroscuro, quindi, solo campiture nette. Melo in fiore si può, così, considerare uno dei passaggi di avvicinamento allo stile neoplastico. Le linee dell’albero sono, infatti, estremamente sintetizzate e non si riconosce alcuna sua parte. Una fascia in basso, presumibilmente, rappresenta il prato e l’albero, il tronco e i rami laterali. La parte alta del dipinto è ciò che rimane del cielo e dei rami che si stagliano contro di esso.

Per valutare il percorso che condusse Mondrian al Neoplasticismo è opportuno analizzare altri suoi dipinti. La progressione della sintesi linguistica si può osservare, anche, nei dipinti Albero Rosso, Albero Grigio e Ritmo di linee nere.

La tecnica di Melo in fiore di Piet Mondrian

Melo in fiore di Piet Mondrian è un dipinto ad olio applicato su tela. L’opera misura 78.5 centimetri di altezza e 107.5 cm di larghezza.

Il colore e l’illuminazione

Il colore di Melo in fiore si avvicina a un monocromatismo verde-grigio declinato con variazioni di tono, più chiaro più scuro, più freddo, più caldo. La parte in basso riceve maggior colore rispetto a quella in alto che si avvicina a quello del fondo del dipinto se pur mantenendo alcuni tratti debolmente colorati. Con il nero, Mondrian, ha ripassato alcune delle linee semplici e dirette del Melo in fiore.

Lo spazio

Mondrian, con il suo dipinto del 1912 Melo in fiore, si avvicina ad una figurazione che riguarda, ormai, solo il piano bidimensionale del dipinto. Le linee non rappresentano oggetti o forme inserite all’interno di uno spazio reale e tridimensionale. Pare infatti una sintesi cubista portata all’estremo dell’assenza figurativa. Non si riconosce alcuna figura reale e quindi le forme diventano bidimensionali e distribuite sul piano pittorico e ordinate nel piano. Questo ordine è dettato dalla forma reale dell’albero il cui ricordo si ritrova, vagamente, nell’andamento delle linee curve che sono distribuite in modo orizzontale sulla fascia media.

La composizione e l’inquadratura

Il dipinto Melo in fiore è di forma rettangolare con andamento orizzontale. Su questa dimensione Mondrian ha organizzato la sua composizione tenendo conto della struttura, reale, dell’albero di partenza. Le linee orizzontali e verticali creano un reticolo di ortogonali che stabilizza la composizione. Sopra questo reticolo vengono poi tracciate delle linee curve di varia ampiezza che riproducono l’andamento dei rami privi di foglie.

Le linee curve, incontrandosi, creano forme a losanga che formano un disegno centrale e orizzontale ancorato all’asse centrale. Questa simmetria deriva dalla forma originaria dell’albero del quale è rimasto un asse centrale e verticale. Intorno a questa forma si articola quindi la disposizione delle linee in modo simmetrico, a destra e a sinistra a formare una composizione astratta e ben bilanciata.

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