Pellegrini diretti alla Mecca di Léon Belly

Pellegrini diretti alla Mecca di Léon Belly ritrae una carovana in marcia nel deserto e rappresenta un capolavoro della pittura orientalista.

Léon Belly, Pellegrini diretti alla Mecca, 1861, olio su tela, 161 x 242 cm. Parigi, museé d’Orsay

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Indice

Descrizione di Pellegrini diretti alla Mecca di Léon Belly

Nel grande dipinto di Léon Belly è raffigurata una carovana di pellegrini di fede musulmana che procede verso il fronte del dipinto. Intorno a loro si estende il deserto arso dal sole. Il personaggio in primo piano che guida il gruppo è un giovane uomo a torso nudo e con pantaloni rossi, seduto su un cammello. Alla sua destra siede un uomo più anziano avvolto invece in un pesante telo bianco.

Nella fila altri fedeli sono in groppa ai loro animali mentre la maggior parte dei pellegrini procede a piedi. Gli uomini appaiono molto provati dal lungo cammino ma avanzano con determinazione. La lunga fila si perde a sinistra in profondità, e continua oltre il bordo del dipinto. All’orizzonte si intravede una fila lontana di montagne. Infine, la luce del sole proviene da destra come si nota dalle ombre scure proiettate verso sinistra da uomini e animali.

Interpretazioni e simbologia di Pellegrini diretti alla Mecca di Léon Belly

Pélerins allant à La Mecqu è il titolo originale in lingua francese con il quale è indicata l’opera di Léon Belly presso il Musée d’Orsay di Parigi. Pilgrims going to Mecca è invece la traduzione inglese e Pellegrini diretti alla Mecca è la traduzione in italiano.

Léon Belly raffigurò un momento importante della religione islamica scegliendo una tela di grandi dimensioni. I curatori del Musée d’Orsay sottolineano proprio l’insolita grandezza di questo dipinto. Le grandi dimensioni erano infatti destinate alla pittura storica e non di genere come l’orientalismo. Il successo di Pélerins allant à La Mecque derivò probabilmente da questa contaminazione tra generi, sperimentata da Belly. Pellegrini diretti alla Mecca, secondo gli storici dell’arte è stata una delle prime opere orientaliste a valorizzare la figura del cammello.

La lunga carovana raffigurata da Léon Belly raffigura dei pellegrini che attraversano il deserto per raggiungere la Mecca, il luogo sacro della religione islamica. Berry realizzando questo dipinto introdusse un dialogo interreligioso poco evidente ma diretto ai fedeli cristiano-cattolici. Si può notare, infatti, a sinistra in secondo piano, un uomo che cammina accanto a una donna con un bambino tra le braccia, in groppa a un asino.

Secondo i curstori del Musée d’Orsay di Parigi questo gruppo rimanda al tema religioso della fuga in Egitto e i personaggi sono Giuseppe, Maria e Gesù Bambino. Secondo questa ipotesi interpretativa, Belly intese condividere in questo modo la sua idea di unità delle religioni, oltre le divisioni ideologiche. L’opera di Belly raffigura i protagonisti con grande realismo e verità etnografica. Inoltre i pellegrini sono anziani e sfiniti ma mantengono una grande dignità, quasi epica.

Il pellegrinaggio alla Mecca

La Mecca è una città che si trova in Arabia Saudita occidentale, nella regione dell’Hegiaz. Da tempi antichi è consoderata la città santa per i fedeli di fede islamica. Infatti, secondo la tradizione musulmana, in questo luogo nacque il profeta Maometto, il rifondarore dell’Islam. Alla Mecca si trova la moschea meta del pellegrinaggio per i fedeli misulmani detta il Masjid al-Haram. Secondo le prescrizioni del Corano, coloro che possono permettersi il viaggio, devono visitare almeno una volta nella vita la Moschea compiendo il pellegrinaggio ḥajj.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Pélerins allant à La Mecque si trova a Parigi, presso il Musée d’Orsay custodito con numero d’inventario RF 61.

Lo Stato francese acquistò Pellegrini diretti alla Mecca direttamente dal pittore nel 1861. Nel 1874 il dipinto fu attribuito ai Musées nationaux. Le autorità destinarono poi l’opera al 1881, musée du Luxembourg di Parigi dove rimase dal 1863 al 1881. Nel 1881 il dipinto passò quindi al musée du Louvre dove rimase fino al 1949. Dal 1949 à 1968, i curatori depositarono l’opera al musée de la France d’Outre-Mer, diventato poi Musée national des Arts d’Afrique et d’Océanie di Parigi. Dal 1968 à 1983 Pellegrini diretti alla Mecca tornò al musée du Louvre, e nel 1986 fu assegnato alle collezioni del musée d’Orsay di Parigi.

L’artista e la società. La storia dell’opera Pellegrini diretti alla Mecca di Léon Belly

Belly Léon nacque a Saint-Omer, Pas-de-Calais (62) in Francia, nel 1827 e morì a Parigi nel 1877. Il dipinto Pellegrini diretti alla Mecca risale al 1861, quindi dipinto dal pittore francese intorno all’età di circa 34 anni. Sull’opera è presente la firma del’artista e la data di realizzazione: L. Belly 1861.

Léon Belly nel 1856, durante un viaggio in Egitto, vide una carovana in pellegrinaggio Hajj alla Mecca. Il pittore colpito da questa esperienza iniziò a progettare la grande opera che terminò nell’arco di quasi tre anni.

L’opinione della critica

I critici del tempo, al momento della sua presentazione, nel 1861, giudicarono Pellegrini che si recano alla Mecca Leon Belly un capolavoro della pittura orientalista. La sua pittura fu apprezzata soprattutto per il rigore compositivo e per la luminosità delle scene. Belly, però, non ottenne una popolarità simile ad altri artisti a lui contemporanei. Il pittore fu in buone relazioni con gli artisti Alexandre-Gabriel Decamps, Eugène Fromentin, Prosper Marilhat, Édouard-Auguste Imer e Adrien Dauzats.

La giuria del Salon di Parigi, del 1861 consegnò una medaglia di prima classe a Leon Belly per questo dipinto, attribuendo così al pittore il più alto riconoscimento. Anche i giornali e il pubblico apprezzarono in gran parte l’opera che, secondo un critico del tempo, permetteva all’osservatore di fare parte del corteo. Non tutti i pareri degli addetti ai lavori però furono d’accordo. Infatti sulla Gazette des Beaux-arts un commentatore contestò a Belly il mancato rispetto delle convenzioni accademiche. Secondo queste critiche, il corteo era eccessivamente compatto e il corpo dei cammelli occupava troppo spazio rispetto alle figure dei pellegrini.

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Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile di Pellegrini diretti alla Mecca di Léon Belly

Léon Belly è considerato dagli storici dell’arte un pittore accademico e storico. Belly, però, ha arricchito la sua formazione classica con spunti realistici provenienti dalla Scuola di Barbizon. Inoltre ha esaltato l’espressività delle sue opere con la passione verso i paesaggi e le culture orientali. Questa tendenza molto alla moda in quegli anni prese il nome di Orientalismo.

Léon Belly ha utilizzato nella progettazione dell’opera una grande abilità accademica nella costruzione della scena che appare di grande efferto spettacolare. Il pittore, infatti. forte della sua formazione accademica, ha creato una macchina rappresentativa di forte impatto scenografico. Le figure dei personaggi sono modellate con attenzione e realismo e restituiscono una forte impressione volumetrica. Inoltre il pittore ha curato i dettagli dell’abbigliamento compiendo una rigorosa ricostuzione degli abiti e delle fisionomie dei personaggi.

L’attenzione è concentrata sui pellegrini e sugli animali che cavalcano mentre l’ambiente è ridotto al minimo e assume il valore di una quinta dipinta. Inoltre, ogni personaggio è descritto nel suo carattere, come l’uomo a torso nudo in primo piano, che guida la colonna, la cui postura esprime determinazione e forza. Belly ha distribuito nella scena dettagli naturalistici che descrivono il comportamento degli animali e lo stato fisico dei pellegrini. Così, sinistra un cammello abbassa il collo verso un ciuffo d’erba. I due animali in testa al gruppo poi sembrano comunicare avvicinando le loro teste. Si coglie infine lo sfinimento dei pellegrini avvolti negli abiti che li proteggono dal sole.

La tecnica di Pellegrini diretti alla Mecca di Léon Belly

Pellegrini diretti alla Mecca di Léon Belly è un dipinto realizzato con velature di colore ad olio applicate su tela. L’opera misura 160 centimetri di altezza e 242 cm di larghezza.

Il colore e l’illuminazione

Il dipinto è caratterizzato da colori tendenti al bruno di varie tonalita, funzionali all’evidenza del soggetto principale. Infatti, predomina l’ocra molto chiaro del deserto mantre il cielo è quasi bianco e ricorda la luce intensa del sole. Il mantello dei cammelli è poi più scuro e ancora più scure sono alcune vesti. Invece, altri abiti presentano un tono chiaro vicino a quello del terreno, di alcuni animali e dei vessilli. Solamente i pantaloni del capo carovana si evidenziano per il rosso del tessuto. In lontananza il colore è più grigio e tenue.

Lo spazio

Il dipinto di Belly offre un impatto altamente scenografico grazie alla disposizione della colonna di pellegrini che avanza, raffiguata con un potente scorcio prospettico. Questa scelta del pittore esalta la lunghezza della fila di fedeli e ne sottolinea il movimento verso l’osservatore. Il punto di vista basso proietta i pellegrini verso l’alto, esalta e valorizza le loro figure fino a renderle monumentali. La fila in lontananza è rappresentata come una semplice linea grigia a sinistra che continua oltre il bordo del dipinto. Invece, in avanti, una parte libera di deserto separa il fronte della colonna dal limite del quadro. Questo espediente compositivo raccoglie l’attenzione sui protagonisti e suggerisce il lungo cammino che rimane per raggiungere la Mecca. La lontananza è suggerita dal rimpicciolirsi delle figure verso il fondo della carovana e dalla prospettiva aerea. Infatti, all’orizzonte i colori sono più chiari, smarriti e tendono al grigio un corrispondenza delle montagne.

La composizione e l’inquadratura

Il dipinto di Léon Belly è di forma rettangolare con inquadratura panoramica. L’orientamento orizzontale, infatti, permette la rappresentazione della colonna che si sviluppa in profondità verso sinistra. Inoltre, offre ampio spazio alla raffigurazione dell’ambiente desertico che esalta le figure dei pellegrini e dei cammelli.

La colonna è racchiusa in una forma a goccia che si sviluppa verso destra e imprime un forte movimento in avanti del gruppo di pellegrini. La lettura dell’immagine va da sinistra a destra seguendo il procedere della colonna. Il gruppo in primo piano è racchiuso all’interno di un ellisse centrato sull’incrocio delle diagonali del rettangolo. Questa disposizione contribuisce a determinare la monumentalità delle figure che vengono così isolate al centro del vuoto desertico.

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Bibliografia

  • La pittura al Museo d’Orsay. Testi di Michel Laclotte, Geneviève Lacambre, Anne Distel, Claire Frèches-Thory, Marc Bascou. Premessa di Françoise Cachin, Scala, 1995 EAN: 2560460022700
  • Simona Bartolena, Parigi Musèe d’Orsay, Il Sole 24 Ore, 2005, EAN: 2570140011214
  • Musee d’Orsay – La Guida delle Collezioni, RMN, 2006, EAN: 2570140229985

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 24 gennaio 2023.

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Consulta la pagina dedicata al dipinto di Léon Belly, Pellegrini diretti alla Mecca, sul sito del museé d’Orsay di Parigi.

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