Mosaico della battaglia di Alessandro

Il Mosaico della battaglia di Alessandro fu ritrovato in seguito agli scavi archeologici a Pompei nel 1831 all’interno della casa del fauno.

Mosaico della battaglia di Alessandro, II secolo a.C., da originale greco dipinto del IV secolo a.C., mosaico, 313 x 582 cm. Napoli, Museo Archeologico Nazionale

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Indice

Descrizione del Mosaico della battaglia di Alessandro

Nella parte sinistra del mosaico compaiono Alessandro, la Medusa che decora la corazza del condottiero e il muso del cavallo Bucefalo. Nelle parti ancora visibili è possibile riconoscere anche Dario Oxyathres, fratello di Dario III, che si sacrifica per il sovrano. Infatti è trafitto dalla lancia di Alessandro. Il militare indossa una divisa di colore giallo e alza il braccio sinistro impugnando con la mano destra la lancia che lo trafigge. Il suo cavallo nero giace a terra ferito.

A destra si trovano i soldati persiani e al centro si coglie il loro re, Dario, in piedi su una quadriga, trainata da quattro cavalli neri. Il re mostra un’espressione spaventata e solleva il braccio destro. Intanto il cocchiere incita i cavalli mentre il carro travolge un uomo ferito e caduto a terra. Il viso spaventato del soldato si riflette sulla superficie metallica dello scudo tondo. Anche i soldati schierati in sua difesa sembrano travolti dall’esercito macedone di Alessandro Magno. Proprio al centro del mosaico poi un soldato persiano trattiene a stento il cavallo imbizzarrito.

Dario III sembra sporgersi verso Alessandro Magno e stende il braccio destro con la mano aperta nella sua direzione. Il condottiero macedone invece giunge a cavallo da sinistra circondato dai suoi uomini. Contro il cielo si sollevano le lance dei persiani inclinate versoi macedoni e i cavalli procedono spinti dai soldati. Sullo sfondo un albero privo di foglie alza i rami nudi verso il cielo.

Interpretazioni e simbologia del Mosaico della battaglia di Alessandro

L’opera è anche conosciuta come La battaglia di Isso. Infatti la scena raffigura un momento della battaglia combattuta nel 333 a.C. da Alessandro Magno contro Dario III, re di Persia. Alessandro Magno è ritratto come un eroe giovane e aitante. Infatti il viso mostra un’espressione decisa e impassibile. I capelli folti sono mossi dal vento e gli occhi sono grandi e spalancati.

Il condottiero macedone nel Mosaico della battaglia di Alessandro

Alessandro il Macedone è conosciuto anche come Alessandro Magno cioè il Grande per via delle sue campagne di conquista. Alessandro e Dario III si scontrarono in diverse occasioni. Nel 334 a.C. combatterono presso il Granico. Quindi a Isso nel 333 a.C. e infine a Guagamela nel 331 a.C. Gli storici considerando le aste molto lunghe delle lance macedoni e la testa di Alessandro priva di elmo ipotizzano che il mosaico ritragga la Battaglia di Isso.

Alessandro è in sella al suo amato cavallo dal nome Bucefalo, termine greco formato dalle parole βοῦς (boûs), bue, e da κεφαλή (kephalḗ), testa. Bucefalo si può tradurre quindi in italiano come “testa di bue“. Secondo gli storici, viste le caratteristiche fisiche del cavallo, Bucefalo apparteneva alla razza tessalica.

Sulla superficie della corazza di Alessandro Magno è raffigurata un Medusa. Il viso della Gorgone è circondato da capelli ondulati. L’effige e nell’insieme ricorda la ritrattistica reale dell’arte greca del IV secolo a.C..

La scena presenta un efficace effetto drammatico. Infatti le lance che si alzano contro il cielo e la sovrapposizione di soldati e cavalli evocano la confusione della battaglia. Inoltre il soldato travolto dal carro di Dario III osserva la sua espressione di terrore riflessa sulla superficie di uno scudo.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Il Mosaico che raffigura la battaglia con Alessandro si trovava sul pavimento della Casa del Fauno di Pompei in Italia, in Provincia di Napoli, in Campania. La Battaglia di Isso o Mosaico di Alessandro Magno si trova ora presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Il committente dell’opera era legato in qualche modo al re macedone attraverso i suoi antenati.

L’artista e la società. La storia dell’opera Mosaico della battaglia di Alessandro

Il mosaico che ritrae Alessandro Magno in battaglia fu copiato dal dipinto realizzato intorno al IV secolo a.C dal pittore greco Filosseno di Eretria. Seconda un’altra ipotesi il mosaico è un originale greco di epoca ellenistica staccato e portato a Roma. Il mosaico non è integro. Nonostante questo i personaggi sono riconoscibili e l’immagine di Alessandro Magno ha assunto una grande notorietà.

Il mosaico pavimentale fu scoperto il 24 ottobre 1831 a Pompei durante gli scavi archeologici. Le autorità in seguito agli scavi trasferirono quindi il mosaico nel 1843 a Napoli. La parte sinistra dell’opera è quella più danneggiata.

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Lo stile del Mosaico della battaglia di Alessandro

Sul cavallo che si trova al centro del mosaico è presente un accenno di chiaroscuro che permette di rappresentare il volume. L’animale acquista così una massa muscolare che rende più naturalistica la rappresentazione.

La tecnica

L’opera è realizzata con circa un milione e mezzo di tessere unite a mosaico che coprono una superficie di 313 x 582 cm. Le piccole piastrelle colorate sono disposte in curve graduali secondo la tecnica dell’opus vermiculatum. In questo modo le tessere sono affondate nell’intonaco seguendo il contorno della forma.

Il colore e l’illuminazione

L’opera presenta una gamma limitata di colori. Infatti sono visibili quattro tinte distinte, il bianco, il giallo, il rosso e il blu molto scuro. La luce che coglie la scena proviene da sinistra e i raggi del sole proiettano lunghe ombre sul terreno.

Lo spazio

I personaggi raffigurati in primo piano si assiepano e saturano tutta la metà inferiore del mosaico. Lo spazio è quindi prodotto dalla sovrapposizione dei corpi. La profondità della scena è così limitata alle figure dei soldati che si scontrano.

La composizione e l’inquadratura

La disposizione ritmata spazialmente delle lance crea un dinamismo che insieme alla calca dei personaggi suggerisce la confusione dello scontro.

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Bibliografia

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 7 ottobre 2020.

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