Rue à Marly-le-Roi di Maurice de Vlaminck

Lungo la grande strada gialla si susseguono edifici dai colori accesi. Rue à Marly-le-Roi dipinto da Maurice de Vlaminck è una veduta Fauves della cittadina francese vicina a Versailles.

Maurice de Vlaminck, Rue à Marly-le-Roi, 1906 circa, olio su tela, 54 x 65 cm. Parigi, Musée National d’Art Moderne

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Indice

Descrizione di Rue à Marly-le-Roi di Maurice de Vlaminck

Tre strade convergono al centro dell’immagine formando un triangolo giallo. In primo piano, a destra, un palo segnaletico traversa l’intera altezza del dipinto e prosegue oltre l’inquadratura. Una piccola stradina proviene da destra, verso l’angolo in basso mentre un’altra proviene dall’angolo opposto. In alto, oltre lo slargo triangolare il percorso prosegue con la strada che costeggia la fila delle abitazioni. Intanto qualche abitante traversa e altri camminano lungo il marciapiedi di destra.

Sull’angolo, l’insegna segnala un Hotel Restaurant, cinto sulla strada da una bassa staccionata. Al suo interno si intravedono un grazioso giardinetto e un dehors. Verso l’alto, si sviluppa il centro abitato con case basse dai vari colori. Le abitazioni sono addossate e le loro facciate seguono la linea della strada che svolta a sinistra. Oltre le case, frontalmente, fanno da sfondo alla vista alcune colline sovrastate da una piccola porzione di cielo con grandi nuvole bianche.

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L’artista e la società. La storia dell’opera

Maurice de Vlaminck nacque a Parigi il 4 aprile 1876 e morì a Rueil-la-Gadelière l’11 ottobre 1958. Fu autodidatta e iniziò la sua carriera di artista ispirandosi alle tele impressioniste. Si avvicinò, poi, a Henri Matisse che lo spinse ad esporre i suoi lavori di stile Fauves. Con Matisse, Derain e altri artisti fu al Salon des Indépendant e al Salon d’Automne del 1905 dove George Vauxcelles coniò il termine Fauves facendo la loro fortuna. Al momento dello scioglimento del gruppo, nel 1907, Maurice de Vlaminck si avvicinò alla poetica di Paul Cézanne realizzando nature morte e paesaggi dai colori più misurati. Dal 1910 la sua pittura si fece più sofferente e complessa in seguito all’adesione al cubismo e, soprattutto, all’Espressionismo. Progressivamente, i dipinti di de Vlaminck, persero il loro cromatismo gioioso. In seguito alla drammatica esperienza della Seconda Guerra Mondiale le atmosfere si fecero più cupe e la natura incombente.

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Lo stile di Rue à Marly-le-Roi

La tecnica Fauves, che de Vlaminck sposò avvicinandosi a Matisse e Derain, fu una rivoluzione in termini di libertà di espressione. Nel dipinto Rue à Marly-le-Roi realizzato un anno dopo la consacrazione al Salon del 1905, i colori sono ormai privi di descrizione naturalistica. La prospettiva lineare non è pienamente corretta e le pennellate sono ampie e libere. La stessa tecnica si può osservare nei dipinti Gli alberi rossi e Il rimorchiatore del 1905.

Il colore e l’illuminazione

Il tono generale del dipinto è caldo e tendente al giallo arancio visto l’ampio spazio concesso alle strade. Anche sugli edifici e sul palo si ritrova, per assonanza compositiva, il giallo e l’arancione. L’Hotel è posto in grande evidenza dal rosso mentre la fuga degli edifici è dipinta con colori più spenti e neutri, bianchi e grigi. Anche la parte più lontana della veduta è tendenzialmente chiara, con le case e le nuvole bianche.

La sintassi cromatica prevede contrasti di luminosità per evidenziare le figure. Il suolo chiaro e gli edifici scuri, soprattutto sul fondo. I contrasti di saturazione descrivono la profondità. Infatti a partire dalla fuga di facciate, circa a metà del dipinto, i colori sono grigi. I contrasti di complementarità, invece, creano effetti di luminosità come nell’Hotel, contrastato in rosso e verde. I contrasti di temperatura creano effetti di spazialità, grazie ai rossi, gli arancioni e i gialli usati in primo piano e gli azzurri sul fondo.

Lo spazio nel dipinto di Maurice de Vlaminck

L’incrocio con la confluenza di strade in primo piano, attraverso le diagonali, crea una certa, ampia, spazialità. In secondo luogo, la fuga verso l’alto degli edifici porta in profondità lo sguardo. La diminuzione delle grandezze, poi, contribuisce a descrivere la profondità della veduta che raggiunge il suo punto più lontano nella vista delle colline e del cielo. In questa parte dell’opera, inoltre, il colore meno saturo e più freddo contribuisce a suggerire la lontananza.

La composizione e l’inquadratura

Come per i colleghi fauves, anche per Maurice de Vlaminck la composizione del dipinto rappresentò un elemento importantissimo del proprio linguaggio figurativo. Infatti, in assenza di una rigorosa prospettiva e di un colore descrittivo, la struttura compostiva rigorosa permette una corretta lettura dell’immagine.

L’ossatura centrale, e primaria, di Rue à Marly-le-Roi, è data dall’incontro delle strade al centro dell’opera. Da questo incrocio si formano tre zone del piano pittorico, il marciapiede in basso, quello a sinistra e l’isolato di edifici a destra. I pesi più importanti, poi, si trovano nella metà superiore del dipinto verso la quale punta il movimento delle direttrici che partono dal basso. Infine, alle oblique del suolo e delle strade sono opposte le ortogonali delle facciate che si incontrano in alto a sinistra, sul fondo.

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