Madonna col Bambino di Ambrogio Lorenzetti

La Madonna col Bambino di Ambrogio Lorenzetti presenta un certo naturalismo nella posizione del Bambino che si divincola stretto nell’abbraccio della madre.

Ambrogio Lorenzetti, Madonna col Bambino, 1319, tempera e oro su tavola. ? cm. Val di Pesa, Museo di San Casciano

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Indice

Descrizione della Madonna col Bambino di Ambrogio Lorenzetti

Maria è in posizione frontale e tiene in braccio Gesù Bambino avvolto in un panno rosso. Gesù invece alza lo sguardo e guarda la Madre cercando di divincolarsi. Il trono di legno è molto semplice ed è decorato con figure geometriche.

Maria e il Bambino presentano una fisionomia rigida e non gentile come nelle immagini di tradizione. Invece le due figure sono statutarie e fisicamente importanti. Questa caratteristica avvicina le forme del dipinto alle sculture di Arnolfo di Cambio.

In basso è leggibile la scritta con la data del 1319: “A.D. MCCCXVIIII. P(E)R RIMEDIO D(E)L A(N)I(M)A DI BURNACIO. DUCIO DA TOLANO FECELA FARE BERNARDO FIGLIUOLO BURNA …”

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La tavola di Ambrogio Lorenzetti si trovava nella chiesa di Sant’Angelo di Vico l’Abate presso San Casciano Val di Pesa. Attualmente La Madonna con Bambino si trova nel Museo di San Casciano.

La Madonna col Bambino di Ambrogio Lorenzetti risale al 1319. Gli storici considerano La Madonna col Bambino di Ambrogio Lorenzetti la prima opera sicuramente attribuibile all’artista.

La Maestà di Ambrogio Lorenzetti è molto diversa dalle Maestà di Scuola senese come quella di Duccio di Buoninsegna. Questa caratteristica secondo gli studiosi fa pensare che Ambrogio Lorenzetti non si sia formato nella dottrina di Duccio. Infatti la Maestà si trovava in un paese nei pressi di Firenze. Inoltre secondo documentazioni dell’epoca l’artista rimase nei dintorni di Firenze almeno fino al 1332. Quindi a differenza del fratello Pietro e di Simone Martini, Ambrogio Lorenzetti potrebbe aver seguito una formazione vicina alla pittura di Giotto o alla scultura di Arnolfo di Cambio. La maggiore evidenza volumetrica delle figure dei suoi dipinti si distacca infatti dal linearismo dei senesi.

La superficie del dipinto presenta un certo degrado come si può notare dalla preparazione della tavola rivelata dalla scomparsa del colore. I danni maggiori si rilevano sul volto di Maria.

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Lo stile della Madonna col Bambino di Ambrogio Lorenzetti

I personaggi, Maria e il Bambino, presentano un certo naturalismo. Questa è la vera originalità del dipinto rispetto al suo contributo nell’evoluzione della Storia dell’arte. Rispetto alle Maestà precedenti, la Madonna stringe con più realismo Gesù invece che circondarlo semplicemente. Inoltre la mano destra assume una posizione naturale inclinandosi rispetto all’avambraccio per sorreggere la gamba del Bambino. Le dita inoltre sono disposte in modo naturale e si adattano al volume della gamba di Gesù. Anche il Bambino è rappresentato con tratti naturalistici come i polsi e il piede sinistro scorciato. Questi particolari sono propri di un bambino che sta cercando di divincolarsi dalla stretta della madre.

La frontalità della Vergine ricorda le figurazioni bizantine. Inoltre si avvicina ai dipinti del Duecento. Il mantello presenta uno scarso chiaroscuro è il panneggio è minimo. Anche i visi sono scarsamente chiaroscurati ma mostrano comunque un certo volume.

Il tessuto del mantello di Maria non presenta un particolare chiaroscuro e il colore è compatto.

Madonna col Bambino di Ambrogio Lorenzetti della Pinacoteca di Brera

Madonna col Bambino di Ambrogio Lorenzetti
Madonna col Bambino di Ambrogio Lorenzetti

Ambrogio Lorenzetti, Madonna col Bambino, 1320-1330 circa, tempera e oro su tavola. 85 x 57 cm. Milano, Pinacoteca di Brera

La Madonna porta i capelli riuniti in una treccia raccolta sul capo. Maria indossa un abito di colore chiaro dal tessuto broccato coperto da un mantello di colore chiaro decorato con racemi geometrici. La Vergine, in posizione frontale, tiene Gesù Bambino tra le braccia. Il piccolo è poi avvolto da un panno che lascia liberi solo la testa, una mano e i due piedi che si muovono divincolandosi.

L’acconciatura della Madonna è ispirata a quella delle donne dell’epoca.

Sul finire dell’Ottocento una signora di nome Helbig acquistò il dipinto da collezionisti in ambito senese. Il collezionista Guido Cagnola acquisì poi la tavola tra gli anni 1926 e 1930 e la donò alla Pinacoteca Brera nel 1947.

L’artista e la società. La storia dell’opera

La Madonna con il Bambino di Ambrogio Lorenzetti conservata a Brera era forse la tavola centrale di un Polittico. Gli storici dell’arte ipotizzano questa destinazione considerando le tipologie delle altre opere dello stesso autore e degli altri maestri senesi dell’epoca.

Ambrogio Lorenzetti non firmò  e non datò questa Madonna con il Bambino. Guido Cagnola nel 1908 la attribuì al maestro senese per affinità di stile. Da allora gli storici accettarono tale attribuzione. La discussione della datazione invece è ancora aperta e va dal 1319 al 1345. Lo storico Michel Laclotte ipotizzò che Lorenzetti dipinse la tavola prima dell’omonima di di Vico l’Abate quindi negli anni precedenti il 1319. Secondo altri storici Ambrogio Lorenzetti dipinse questa tavola tra il 1340 e 1345.

Attualmente la maggior parte degli studiosi colloca il dipinto negli anni Venti del Trecento, circa dal 1320 al 1327. Tale convinzione deriva dalla considerazione del colore chiaro del mantello della Vergine decorato con motivi floreali. Infatti nella tradizione iconografica il mantello è blu scuro. Invece gli artisti di Scuola Senese usarono tale iconografia intorno al 1320-1325.

Lo stile

Gesù Bambino che muove i piedini e la mano come per liberarsi indica che Ambrogio Lorenzetti intese dare un certo naturalismo al dipinto. Forse l’artista prese spunto dall’osservazione del comportamento dei bambini nella realtà. Inoltre un ulteriore effetto naturale è la deformazione della decorazione del manto che aderisce al panneggio.

Si può valutare questa soluzione nel polittico della chiesa di Santa Maria della Pieve ad Arezzo e nella Madonna col Bambino e dedicante del Philadelphia Museum of Art, due opere di Pietro Lorenzetti. Insieme a tale caratteristica, anche il panneggio modellato con debole volume e la postura di Maria piuttosto rigida sembrano avvalorare la datazione agli anni Venti. Infine il piedino e la mano di Gesù Bambino che si muovono ricordano le figure della Madonna di Vico l’Abate del 1319. Anche la fisionomia di Gesù Bambino presenta somiglianze con quella del dipinto di Vico l’Abate.

Il dipinto in passato subì una pesante pulitura che lo danneggiò.

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Bibliografia

  • Alois Riklin, La summa politica di Ambrogio Lorenzetti, 1 gennaio 2000, Betti, EAN: 9788886417402
  • AA.VV., Brera, guida alla pinacoteca, Electa, Milano. 2004 ISBN 978-88-370-2835-0
  • Giovanna Ragionieri, Pietro e Ambrogio Lorenzetti, Ediz. illustrata, 28 aprile 2010, Giunti Editore Collana: Dossier d’art, EAN: 9788809064584
  • Chiara Frugoni, Pietro e Ambrogio Lorenzetti, Le Lettere, Firenze 2010. ISBN 88-7166-668-2

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 29 maggio 2021.

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