La Madonna del parto di Piero della Francesca

La Madonna del parto di Piero della Francesca è un affresco che fu considerato eretico in seguito alle indicazioni del Concilio di Trento ma scampò miracolosamente alla distruzione.

Piero della Francesca, Madonna del parto, 1455 – 1460, affresco, 260 x 203 cm. Monterchi, ex-scuola media di via Reglia

Qui trovi l’immagine dell’opera, vai al sito della del Museo

Indice

Descrizione dell’opera Madonna del parto di Piero della Francesca

La Madonna è in piedi al centro di una tenda mentre due angeli ai lati scostano le cortine che proteggono l’ingresso. La Vergine è rivolta verso sinistra ed è leggermente inclinata all’indietro. Inoltre la mano destra è appoggiata al ventre in corrispondenza di una apertura nell’abito mentre l’altra sembra sostenere un fianco. Il viso di Maria è abbassato e presenta un’espressione nobile e serena. Il capo è coperto da una acconciatura tipica dell’epoca mentre i capelli sono rasati verso l’alto. Alcuni nastri chiari raccolgono i capelli della Vergine mentre sopra di essi è posata una aureola solida ed ovale perché vista in prospettiva. I piedi della Vergine che calzano piccole pantofole chiare si intravedono dal bordo inferiore della veste.

L’angelo di sinistra e l’angelo di destra sono simili e speculari. Con una mano alzano le cortine mentre con l’altra le scostano lateralmente. Indossano una veste legata in vita che arriva fino alle loro caviglie mentre sulla schiena portano le ali dispiegate. Sul capo è posta una aureola solida come quella della Vergine. Indossano ai piedi calzature che salgono sulle gambe. L’interno della tenda è foderato con rettangoli di pelliccia di scoiattolo di forma rettangolare cuciti con una struttura regolare. L’esterno della tenda invece è riccamente decorato con damaschi dorati.

Interpretazioni e simbologia della Madonna del parto

La Madonna del parto rappresenta proprio lo stato di maternità della Vergine. Le donne partorienti visitavano la chiesetta nella quale era custodita l’opera per ottenere la protezione della Madonna durante il parto. La figura della Vergine è modellata su una semplice partoriente. Infatti la Madonna non possiede alcun attributo regale o divino. Semplicemente sembra sostenere il proprio ventre appesantito dalla gravidanza.

La tenda è simile a quella del dipinto di Piero intitolato Il Sogno di Costantino però il tessuto è riccamente damascato con figure di melograno che simboleggiano la fertilità. La stessa decorazione si trova poi nel tessuto dell’abito di Re Salomone dipinto nel ciclo di affreschi di Arezzo. All’interno della tenda invece è presente una fodera realizzata con pezze rettangolari di pelliccia di scoiattolo. È quindi una tenda preziosa e regale.

Gli angeli infine sono rivolti verso l’osservatore e sembrano scostare le cortine proprio per mostrare la Vergine.

L’analisi dell’opera continua dopo questo avviso!

Scuola 2022-2023

Storia dell’arte. A breve troverai approfondimenti sulle principali epoche della Storia dell’Arte

Inoltre nuovi materiali per aiutarti nel lavoro: La descrizione del ritratto, La descrizione del paesaggio

I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Il committente dell’affresco rimane sconosciuto. L’affresco si trova a Monterchi probabilmente perché la madre di Piero della Francesca era originaria di questo luogo. Piero della Francesca visitò Monterchi nel 1459 durante i funerali della madre.

L’opera si trovava all’interno della chiesa di Santa Maria in Momentana o Santa Maria in Silvis alle pendici del monte di Giunone nei pressi di Borgo Sansepolcro. La piccola chiesetta di Santa Maria in Silvis era priva di parrocchia. Si trattava quindi di una chiesa “sinecura” ed era costruita nell’esatto confine tra la Toscana e l’Umbria. La destinazione dell’opera era un altare laterale dedicato a sant’Agostino.

Probabilmente la realizzazione di un’opera particolarmente evocativa era necessaria per eliminare le usanze pagane. La Madonna del parto fu quindi considerata un’icona particolarmente efficace per catturare la fede popolare.

Il nome del monte deriva dalla presenza di una sorgente già conosciuta in epoca pagana e considerata fonte di fertilità. In tale periodo infatti tutto il territorio di Monterchi era dedicato a riti di fecondità. Fu la Chiesa che cercò di riportare in ambito cristiano gli usi dei popoli che abitavano questi territori. I frati francescani a tal fine pensarono di costruire un convento che però per diversi motivi non venne edificato.

L’artista e la società. La storia dell’opera Madonna del parto di Piero della Francesca

Il dipinto fortunatamente sopravvisse alla distruzione

L’affresco intitolato Madonna del parto di Piero della Francesca fu concepito tra il 1455 e il 1465. All’epoca Piero della Francesca era impegnato ad Arezzo nella realizzazione degli affreschi del ciclo delle Storie della Vera Croce. Il vescovo di Sansepolcro visitò Monterchi nel 1605. Si recò quindi nella piccola chiesa di Santa Maria in silvis dove si trovava la Madonna del parto. Nonostante l’immagine rientrasse in quelle vietate il vescovo rimase profondamente colpito dalla bellezza della Madonna e non la fece distruggere. Infatti durante la Controriforma promossa dal Concilio di Trento, la figura della Madonna del Parto fu considerata eretica. Quindi molte sculture che contenevano nel ventre una porticina per conservare la pisside vennero segate a metà. Inoltre vennero distrutti molti dipinti su ordine dei vescovi.

La costruzione del cimitero accanto alla chiesetta della Madonna del parto di Piero della Francesca

Le autorità decisero tra il 1784 e il 1786 di edificare un cimitero nei pressi della chiesa. La costruzione diventò così una cappella funeraria e venne ridimensionata. L’affresco fu tagliato dal muro e posto sull’altare Maggiore all’interno di una nicchia centinata. Questa era l’unica parete rimasta della chiesa originaria. Un terremoto inoltre nel 1789 provocò seri danni alla cappella e all’opera. Il dipinto di Piero della Francesca rimase così senza paternità e dimenticato per molti secoli.

La riscoperta a fine Ottocento

Il 10 gennaio 1889 su “Arte e storia” Vincenzo Funghini, un ingegnere appassionato di arte, scrisse un articolo intitolato “La Madonna dimenticata“. Funghini aveva visitato Monterchi l’8 gennaio dello stesso anno e aveva subito riconosciuto la mano di Piero della Francesca osservando l’affresco. L’opera però si trovava in cattive condizioni a causa dell’umidità del posto. Fu solo nel 1911 che Domenico Fiscali intervenne staccando l’affresco dalla parete su commissione della Regia Soprintendenza ai Monumenti. Le autorità intervennero nuovamente in seguito al terremoto del 26 aprile 1917. L’affresco trovò poi riparo in un deposito in località Le Ville fino al 12 giugno 1919. Fu poi ospitato presso il museo civico di Sansepolcro fino al 13 settembre 1922 quando tornò nella cappella di Momentana. L’opera venne così ancorata ad un supporto rafforzato con rete metallica e gesso.

La Seconda Guerra mondiale e la Madonna del Parto

Durante la Seconda Guerra Mondiale il sovrintendente di Belle Arti di Firenze Mario Salmi e Ugo Procacci direttore delle gallerie fiorentine si recarono presso la piccola chiesa. Considerando il pericolo decisero di trasportare l’opera presso Firenze. La popolazione del posto però insorse e ne impedì il trasporto. Comunque per difenderlo dalla razzia dell’esercito nazista venne murato e quindi nascosto.

I restauri del secondo dopoguerra

Dino Dini tra il 1952 e il 1953 curò poi un ulteriore restauro. Anche la chiesetta fu rimodellata nel 1956 con l’apertura di un nuovo ingresso a sud. Negli anni Settanta del Novecento l’affresco di Piero della Francesca diventò molto famoso. Oltre a critici e intellettuali si interessarono di quest’opera anche maestri del cinema quali Zurlini e Tarkovskij. Divenne così necessario proteggere in modo più efficace l’opera.

Gli ultimi anni e il contenzioso tra Stato e Chiesa

Il professor Guido Botticelli nel 1992 affrontò un nuovo e delicato restauro dell’opera in occasione dei 500 anni della morte di Piero della Francesca. Si decise che l’ambiente della Cappella era troppo angusto per realizzare il lavoro. Infatti visto il degrado era necessario sostituire il supporto in gesso. Il comune di Monterchi, a restauro avvenuto trasferirò opera presso le scuole elementari.

L’inaugurazione della mostra interamente dedicata al restauro dell’opera avvenne il 16 marzo 1992. Alla fine del 1993 al termine dell’esposizione il comune di Monterchi si oppose al ritrasferimento dell’opera. Il contenzioso è aperto ancora oggi e vede opposti il Comune, il Ministero per i beni e le attività culturali e la Diocesi.

Oggi l’opera si presenta parzialmente integra. Infatti è rimasta visibile solamente la parte centrale dell’affresco. È persa la sommità della tenda a punta. Lateralmente infine è scomparso il muro realizzato su un modello di Leon Battista Alberti.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

La tecnica

La Madonna del parto è un affresco su parete dalle dimensioni di 260 X 203 cm. Piero della Francesca impiegò sette giornate per completare l’opera. Probabilmente l’artista impiegò circa 30 ore di lavoro.

Il colore e l’illuminazione

La Madonna del parto di Piero della Francesca presenta colori prevalentemente caldi. Grande influenza ha l’interno di pelliccia della tenda dal colore giallo ocra. In second’ordine viene il marrone intenso l’esterno della tenda, dell’abito dell’Angelo di destra e dei calzari di quello di sinistra. Particolarmente evidente è il rosa delle ali dell’Angelo di sinistra. Invece l’abito della Vergine è blu e crea una zona di colore freddo proprio al centro dell’opera.

Gli angeli presentano colori contrapposti. Quello di sinistra indossa un manto verde e calzari bruni come le ali. In quello di destra invece i colori sono alternati.

L’illuminazione è diffusa ma proviene da sinistra e dall’alto come si nota sulle vesti e sul viso della Vergine. Il chiaroscuro non è forte ma disegna morbidamente l’ovale del viso della Madonna. Le vesti invece sono caratterizzate da un intenso chiaroscuro del panneggio.

Lo spazio

La profondità dello spazio scenico è limitata ai tre personaggi del primo piano chiusi posteriormente dal fondo della tenda. Il dipinto si caratterizza così come uno spazio racchiuso e la rappresentazione sacra si manifesta all’interno di una nicchia che corrisponde alla tenda scostata.

La composizione e l’inquadratura

La scena dell’opera mutila dalla parte superiore è di forma quadrata. I due angeli che scostano la tenda di lato determinano la simmetria nella composizione. Piero infatti li realizzò a partire da un unico cartone rovesciato. Il modulo di base della composizione è la sezione aurea del mezzo braccio fiorentino. Piero della Francesca quindi progettò la sua opera in modo rigorosamente geometrico.

© ADO – analisidellopera.it – Tutti i diritti riservati. Approfondisci

Bibliografia

  • Piero della Francesca. La Madonna del Parto. Restauro e iconografia, Marsilio, 1993, EAN: 2560028731471, ISBN:8831758276
  • Bernard Berenson, Piero della Francesca o dell’arte non eloquente, 11 novembre 2014, Abscondita, Collana: Miniature, EAN: 9788884164711
  • Marco Bussagli, Piero della Francesca, 8 febbraio 2017, Giunti Editore, Collana: Dossier d’art, EAN: 9788809994256

Audiovisivi

  • Piero della Francesca. La Madonna del Parto e la leggenda della vera croce, Alessandro Perrella Interpreti: Giorgio Careccia, Luca Bigini, Mimmo Strati Paese: Italia Anno: 2013 Supporto: DVD EAN: 8057092007983

La scheda è quasi completa. Ancora qualche giorno di pazienza, grazie per la tua visita!

La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 1 dicembre 2019.

Approfondisci la lettura consultando le schede delle altre opere di Piero della Francesca intitolate:

Consulta la pagina dedicata al dipinto di Piero della Francesca, Madonna del parto, sul sito del Museo Civico Madonna del Parto di Monterchi.

Grazie per aver consultato ADO

Le immagini pubblicate su ADO sono state prodotte in proprio e quindi sono di proprietà dell’autore.

ADO content