La derelitta di Giuseppe Molteni è un dipinto appartenente ad una serie che rappresenta figure femminili sofferenti per drammi personali.
Giuseppe Molteni, La derelitta (La morte del bimbo), 1845, olio su tela, 146 x 116 cm. Milano, Pinacoteca di Brera
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Indice
Descrizione de La derelitta di Giuseppe Molteni
La giovane donna si trova in piedi al centro della sua povera stanza. Indossa un abito scuro che esprime il lutto per la perdita del figlio. Tra le mani stringe infatti una coroncina di fiori che forse accompagnerà l’ultimo viaggio del piccolo. La giovane inoltre alza gli occhi al cielo e mostra un’espressione afflitta, completamente arresa al volere di Dio. La devozione della giovane madre infatti è testimoniata dalla candela benedetta che, con un ramo d’ulivo, pende accanto al quadro della Madonna. Sulla destra si trova poi il letto sfatto e insonne della giovane mentre a destra si nota una stanzetta buia. Al suo interno infine si nota la piccola bara accompagnata dalla fioca luce di un lumino.
Interpretazioni e simbologia de La derelitta di Giuseppe Molteni
Giuseppe Molteni realizzò una serie di dipinti per rappresentare gli affetti familiari. All’interno della serie inoltre realizzò tre dipinti dedicati alla figura delle dolenti. Fanno parte di questo ciclo La derelitta, La mendicante e La desolata per la perdita dell’amante. Quest’ultima comparve alla Promotrice delle belle arti di Torino nel 1855.
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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione
La derelitta di Giuseppe Molteni fu realizzato nel 1845 ed esposto lo stesso anno a Brera. Carlo Tenca in quell’occasione lo definì il capolavoro dell’artista. Il duca Litta acquistò poi l’opera che fu presentata anche alla Esposizione Universale di Parigi nel 1855. A fianco del dipinto vi era anche La mendicante dipinta su commissione di Gian Giacomo Poldi Pezzoli nel 1850 ma attualmente dispersa. Le due opere erano rappresentative dei territori del Lombardo Veneto nel prestigioso evento parigino.
L’artista e la società. La storia dell’opera La derelitta di Giuseppe Molteni
Giuseppe Molteni dipinse La derelitta nel 1845, all’età di 45 anni. L’artista nel 1837 iniziò a praticare la pittura di genere che fu particolarmente apprezzata dai suoi committenti.
Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.
Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.
Lo stile del dipinto La derelitta di Giuseppe Molteni
Giuseppe Molteni inizialmente frequentò l’Accademia di Brera ma si occupò poi di restauro a causa di ristrettezze economiche. Divenne così un consulente di importanti musei europei e dal 1828 si dedicò al ritratto ambientato che lo portò velocemente al successo. Abbracciò quindi un’estetica romantica e la sua fama fu pari a quella di Francesco Hayez. Il romanticismo di Giuseppe Molteni, nel dipinto intitolato La derelitta si declina però in chiave intima e popolare.
La tecnica
La derelitta di Giuseppe Molteni è un dipinto realizzato con tecnica ad olio su una tela di 146 x 116 cm.
Il colore e l’illuminazione
La derelitta presenta toni poco accesi che sottolineano la drammaticità del momento. L’interno è dipinto con colori grigi e terrosi mentre l’abito luttuoso è scuro con riflessi freddi e blu. La figura della donna, soprattutto il suo viso e la coroncina sono poi illuminati da una luce mistica che proviene dall’alto. In questo modo Molteni suggerisce la presenza divina che accompagna il dolore solitario della giovane.
Lo spazio
Il dipinto di Molteni è ambientato all’interno di uno spazio popolare, povero ma dignitoso. La stanza è rappresentata frontalmente e gli arredi posti contro la parete di fondo. Sulla sinistra lo spazio buio che ospita la piccola bara crea una maggiore profondità. Anche l’illuminazione e il contrasto tra luce ed ombra contribuiscono a rendere una maggiore tridimensionalità dei volumi architettonici.
La composizione e l’inquadratura
La derelitta di Giuseppe Molteni è un dipinto rettangolare. L’inquadratura verticale è di tipo fotografico e taglia il letto e l’ingresso ai bordi lasciando al centro la figura della giovane dolente. La composizione è risolta attraverso una griglia ortogonale rappresentata dagli arredi e dalle architetture.
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Bibliografia
- M. Ceriana, V. Maderna, C. Quattrini, Brera mai vista – Una virtuosa del bel canto ritratta da Giuseppe Molteni: Giuditta Pasta in «Nina o sia la pazza per amore», Mondadori Electa, 19 marzo 2004, EAN: 9788837028367
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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 21 luglio 2019.
Approfondisci la lettura consultando le schede delle altre opere di Giuseppe Molteni intitolate:
- Ritratto della cantante Giuditta Pasta
- La derelitta
Consulta la pagina dedicata al dipinto di Giuseppe Molteni, La derelitta (La morte del bimbo), sul sito della Pinacoteca di Brera di Milano.
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