L’adorazione dei Magi di Hans Memling

L’atmosfera sospesa e irreale che si crea nel dipinto di Hans Memling, L’Adorazione dei Magi, è determinata dallo spazio architettonico che ospita l’evento.

Hans Memling, L’Adorazione dei Magi, 1470 circa, olio su tavola, 95 x 145 cm. Madrid, Museo del Prado

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Indice

Descrizione de L’adorazione dei Magi di Hans Memling

L’Adorazione dei Magi di Hans Memling, del 1470 circa, è la porzione centrale di un trittico conservato interamente al Museo del Prado di Madrid. La composizione del dipinto è molto simile a quella di un’opera del maestro Rogier van der Weyden, la pala di Santa Colomba, che si trova a Monaco di Baviera alla Alte Pinakothek. Vi sono, comunque, alcune differenze tra i due dipinti. In quella di Hans Memling, l’ambientazione è più spoglia e quasi astratta. Poi, l’abside traforata sembra essere un elemento scenico che fa da sfondo ad una rappresentazione teatrale.

La figura del Magio Nero è elegante e dinamica nel suo avanzare verso il Bambino. È, quindi, molto diversa da quelle ferme e legnose dei tre anziani sulla scena. La Madonna è rappresentata come una fanciulla dall’estetica fiamminga, dall’aspetto freddo e distaccato e dalla fisionomia poco classica. Hans Memling nacque nell’odierna Germania ma si formò in ambito fiammingo. Così, nei suoi dipinti di carattere sacro cercò sempre di unire una spazialità solenne e ampia ad un sentimento di religiosità sincera.

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Lo stile de L’adorazione dei Magi di Hans Memling

Le figure dei personaggi sono lontane dal modellato classico rinascimentale. I corpi, infatti, sono sottili e privi di masse muscolari evidenti. Questa scelta stilistica si nota nelle gambe e nelle braccia dei personaggi disegnate con una forma asciutta e quasi priva di volume. In particolare, il corpo del Magio Nero è molto sottile, con l’abito elegante e decorato che si stringe intorno all’esile vita e ai fianchi appena accennati. La Madonna è l’immagine di una giovane tipicamente fiamminga come anche i dettagli delle preziose vesti. Anche i personaggi sullo sfondo, oltre le finestre sono inseriti in un paesaggio dove ogni figura è ritagliata. I chiaroscuri sono deboli sui volti e si approfondiscono, colorandosi, nelle pieghe delle vesti. Risulta molto luminoso il panneggio del Magio chinato che presenta ombre colorate e una struttura di pieghe molto complessa.

Il colore e l’illuminazione

Il rosso è il colore maggiormente utilizzato per descrivere la preziosità dei tessuti. È, infatti, il colore che possiede una forte saturazione e domina su tutto il dipinto. Molto intenso anche il panneggio giallo delle maniche del Magio inchinato di fronte al Bambino. Gli incarnati sono molto chiari e spiccano contro lo sfondo bruno e il manto blu della Madonna. La composizione cromatica è movimentata dai contrasti di luminosità che si vengono a creare tra le zone chiare e l’interno della struttura. L’abito del Magio Nero è particolarmente contrastato come le maniche dell’abito del Magio di sinistra.

A differenza del dipinto di Rogier van der Weyden, L’Adorazione dei Magi di Hans Memling presenta una luce fredda e uniforme. I volti sono illuminati in modo astratto e la scena è priva di atmosfera. Questa caratteristica, unita all’ambientazione teatrale, proietta l’evento su di un piano soprannaturale. Il paesaggio dipinto sullo sfondo è illuminato da una luce solare chiara che appiattisce lo spazio e lo trasforma in un fondale dipinto tra le aperture.

Lo spazio

La prospettiva lineare è utilizzata da Hans Memling per costruire uno spazio architettonico geometrico. L’ambiente interno, che ospita la natività e i Magi in visita, si rivela, però, astratto e crea un’atmosfera irreale. È, infatti, il rigore geometrico delle costruzioni e la scansione precisa delle aperture sulla parete semicircolare a determinare tale effetto. Le figure umane, inoltre, sono disposte nello spazio in modo isolato e ritagliato dal contesto. La scena, ambientata nel primo piano e molto vicina al bordo inferiore del dipinto, sembra, piuttosto, essere disposta ai bordi di uno palcoscenico.

Non sembra esservi relazione, infatti, tra l’ambiente chiuso, nel quale avviene la scena e lo spazio esterno. Gli alberi e gli elementi naturali sono di piccole dimensioni e posti su di un orizzonte che fa da scenario al primo piano. Pur nella loro sovrapposizione, i personaggi sono circondati da uno spazio personale, anche nel caso del gruppo della Madonna col Bambino e il Magio inchinato. La prospettiva di grandezza, utilizzata nella progressiva diminuzione delle figure umane, crea la profondità nello spazio esterno. Tra le grandi aperture si scorgono, infatti, alcuni personaggi dipinti al centro dei rettangoli. L’uomo a cavallo, ad esempio, è posizionato esattamente al centro del sottile arco di mattoni come fosse un’ulteriore immagine racchiusa tra due cornici.

La composizione e l’inquadratura

Il formato rettangolare del dipinto è orientato in senso orizzontale per ospitare l’architettura dello spazio e le persone che si affollano ai lati. In centro domina la massa pesante della muratura circolare che chiude la scena sul fondo. La composizione ha una impostazione simmetrica determinata dalla rappresentazione frontale dell’edificio e dai gruppi di figure che si dispongono a sinistra e a destra, fuori e dentro. La Madonna con il Bambino si trova al centro insieme al Magio chinato che sposta il peso del gruppo verso destra.

Questa metà verticale è privilegiata dall’entrata in scena del Magio Nero. È, quindi, la parte nella quale avviene un movimento più marcato. In centro e a sinistra, le figure, infatti hanno una posizione statica e contemplativa. La base circolare del muro di fondo viene portata in avanti da una linea compositiva che unisce i personaggi, San Giuseppe e i due Magi. Si crea, così, un movimento circolare intorno alla Vergine. L’effetto è quello di certi meccanismi del passato o di macchine di scena, nei quali i personaggi ruotano intorno ad una scena centrale.

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